Intervista a Tarja Turunen: “In the Raw è il lavoro più sincero della mia vita”

di InsideMusic
Tarja Turunen è un nome che non suonerà nuovo ai più. Il 30 agosto è in uscita il suo quinto album solista, In the Raw.

La cantautrice finlandese, infatti, è stata per lunghi anni e per cinque album la frontwoman dei Nightwish che proprio durante la sua gestione hanno raggiunto l’attuale successo. La separazione (chiacchieratissima) dalla band c’è stata nel 2005, e da lì una carriera solista è iniziata: il primo album, My Winterstorm, fu un successo di pubblico e critica trainato dal singolo I Walk Alone. Da quel momento in poi, Tarja ha bilanciato la sua carriera come cantautrice e come cantante d’opera classica. In The Raw è il suo quinto album, anticipato dai singoli Railoroads e Tears in Rain.

Ciao Tarja, è un grande onore conoscerti. Sei emozionata per quello che la fine di questa estate prospetta, per l’uscita di In the Raw?

Certo che lo sono. La composizione di questo album è stata una corsa, e non vedo l’ora di raccoglierne i frutti.

C’è una grande fermezza, una forza ancestrale, nel tuo album. Nonostante ciò, è comunque elegante, e suona molto più sincero rispetto al tuo precedente lavoro. Da dove proviene? È stata un’esperienza catartica comporre un album così sentito?

E’ stata l’esperienza più bella e sincera della mia vita. Mi sono sentita liberata, dopo aver finito di scrivere In the Raw. Testi e musiche mi hanno impegnato moltissimo tempo, è stato estenuante, stancante, ma anche bellissimo. È il mio album più personale finora, ci ho messo davvero tutta me stessa. Sono stata sopraffatta dalla felicità quando l’ho completato. Quest’estate sarà grandiosa!

Perché hai scelto l’oro invece, ad esempio, dei diamanti? Si confà di più a “Tarja”?

Perché l’oro è elegante di per sé. È nelle rocce, nascosto, ed è un concetto che desideravo fortemente esplorare. Così ci siamo messi a lavorare, con la mia band, e abbiamo deciso di lanciarci in un concept che non avevamo ancora esplorato: l’esser grezzi, come l’oro, che è solo un singolo elemento, semplice, e che è meraviglioso già così com’è. E’ raffinato, è simbolo di ricchezza, ma non dobbiamo dimenticare da dove proviene. The Golden Chamber è riferita ad esso. In più, sul palco, ci saranno effetti dorati, immagini, l’intera scenografia sarà dedicata ad esso: una camera d’oro.

Sei solita collaborare con altre cantanti, come Simone Simons degli Epica o Sharon den Adel dei Within Temptation. Mi racconti com’è successo di cantare assieme a Cristina Scabbia in un brano così primitivo ed aggressivo, Goodbye Stranger?

Perché è mia amica, e lavorare coi propri amici è sempre bello. Siamo amiche da molti anni, ed ho deciso di far qualcosa assieme a lei. In più, un brano così ruvido, privo di tastiere, come è era perfetto per la sua voce. Mentre la componevo, ho pensato immediatamente a lei, e l’ho contattata. Ed il risultato è stato meraviglioso! Ho peraltro scelto di non dare particolare risalto alle nostre voci rispetto alle chitarre e alle orchestrazioni, in modo che sembrasse ciò che è, un lavoro corale.

You and I è una ballad molto moderna, un perfetto mix fra elettronica ed orchesta. È il nucleo romantico dell’album?

Sai, ho deciso di comporre You and I perché è di quelle ballate che no si sentono più. mi sono ispirata alle grandi canzoni d’amore degli anni 70 e 80, epiche, grandiose, maestose: ho suonato personalmente il pianoforte, mio secondo strumento dopo la voce, ho deciso di recuperare quel tipo di suono e trasporlo in maniera personale, era qualcosa che avevo in mente già da The Brightest Void. Ho anche pensato di lasciarne una versione solo piano e voce, ma a che pro? C’è un’intera orchestra a supporto del crescendo finale, e credo che il brano abbia così il suo perfetto compimento. Trovo inoltre fantastico che tu l’abbia percepita così: vuol dire che sono riuscita nel mio intento. Era un brano inteso per essere commovente, e sono onorata di aver colpito nel segno.

Hai detto poco fa che la tua voce, assieme alle chitarre del singolo e del brano con Cristina, è il tuo primo strumento, mentre il piano è il secondo. In questo album, mi è parso come se “Tarja” fosse più di un tuo progetto solista, ma una vera band. Hai cambiato in qualche maniera la tua routine compositiva?

È una presa di coscienza che hoa vuto dalla mia carriera di cantante d’opera. Lì, a teatro, c’è un’intera orchestra attorno a me – e sì, io sono solo uno strumento. Solista, ma uno strumento. Perché non dovrebbe essere la stessa cosa? Per tale ragione ho scelto che le chitarre metal si intrufolino nei brani e non siano solo di supporto alla mia voce, ma che suonino in armonia con essa.

Hai scelto di cantare da sola il brano più prog dell’intero In the Raw, Spirits of the sea: ci sono cambi di ritmo, d’accordo, e così via. Da dove proviene una canzone simile, che è unica nella tua discografia?

Ho composto Spirits of the Sea assieme a Christian Ketschmar: lui è uno di quei musicisti con cui collaboro da molto tempo, e col quale possiamo fare qualunque cosa. E’ eclettico, e l’uno sa come indirizzare l’altra nella giusta direzione: abbiamo optato per un brano cinematografico, sperimentale, evocativo, neoclassico. Peraltro, Spirits of the Sea si ispira ad una storia vera, quella del sottomarino Ara San Juan: 44 militari argentini sparirono, assiema al sottomaeino, nel 2017. Quella storia, così tragica mi ha particolarmante colpito e ha ispirato il brano.

tarja turunen intervista in the raw

Perché hai scelto di cantare proprio con Tammy Karevik (cantante dei Seventh Wonder, autori di Tiara)?

Prima di contattarlo, non lo conoscevo di persona, ma avendo scritto il brano per la mia voce, necessitavo di un cantante maschile (o di una donna!) che potesse aver un’estensione e una tecnica tali da poterlo interpretare. Ho pensato a Tommy: è stata la scelta giusta, perché non ho mai conosciuto un ragazzo così gentile, a modo, disponibile e talentuoso. È stato fantastico lavorare con lui.

Sei una donna che sta nel metal, e sei sempre stata stimata per l’aver messo la tua voce e il tuo talento al primo posto. Ti consideri una femminista?

Ride. Beh, sicuramente so di essere di ispirazione a molte donne, e ne sono orgogliosa! So che nel metal ci sono moltissime altre donne come me, che vanno avanti per la propria strada, scalzando i problemi o vincendoli. Per assurdo, più che l’esser donna, quello che ha inficiato la mia carriera nel metal è la mia carriera operistica stessa, ma anche in quel caso sono riuscita ad uscirne. E sono felicissima di aver proseguito lungo la mia personalissima via, in cui cammino da sola (gioco di parole con I walk alone, suo primo singolo solista).

E del tour che mi dici?

Beh, questa estate saremo in tour in Russia e Sud America. Sicuramente ci saranno delle date europee, divise fra europa dell’est e dell’ovest.

Ci sarà anche l’Italia, vero? Ti ho vista assieme agli Stratovarius a Roma! Qui hai una fanbase enorme sin dai tempi dei Nightwish.

Sì, me lo auguro fortemente! Ricordo bene il concerto a Roma e il calore del pubblico! Stiamo decidendo ora logisticamente gli spostamenti, e l’italia non mancherà. I fan italiani sono sempre stati calorosi, ed è sempre stata un’esperienza bellissima venire nel vostro paese. Spero un giorno di conoscerti dal vivo!

Grazie Tarja!

A te,  è stato un piacere.

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