SULLA RIVA DEL FIUME di WILLIE PEYOTE: la recensione

di Marianna Grechi

Willie Peyote ci scombina i piani con l’uscita di SULLA RIVA DEL FIUME, disponibile dal 26 Aprile e anticipato non proprio a casaccio dal brano GIORGIA NEL PAESE CHE SI MERAVIGLIA il 25 Aprile.

SULLA RIVA DEL FIUME è sì il sesto album in studio dell’artista, ma anche il terzo ed ultimo capitolo della trilogia di essenza torinese iniziata con EDUCAZIONE SABAUDA e proseguita con SINDROME DI TôRET. Willie Peyote si sgancia da PORNOSTALGIA ed è talmente in chill che a questo giro non si lancia in invettive ma sceglie la via delle metafore eleganti. Non è cantautorato non è rap, è Willie Peyote.

Una tracklist breve e perentoria, ideale per post cena sul balcone con sigaretta in queste serate di quasi Maggio che si sono così drasticamente allungate.

SULLA RIVA DEL FIUME: la tracklist

  1. Cosa te ne fai
  2. Sulla Riva del Fiume
  3. Giorgia nel Paese che si Meraviglia
  4. Buon Auspicio
  5. Piani
  6. Narciso

Cosa te ne fai apre l’album proprio su questa linea amara ma rassegnata, il riff è già virale e i fan hanno già inondato i social con la loro versione. Willie voleva solo avere un po’ di tempo, ancora una volta è lui che non riesce a capire lei o forse lui che non riesce a farsi capire da lei…insomma è andata così ma intanto cosa te ne fai di me.
L’anima torinese e nichilista del Peyote esce nell’omonima traccia Sulla Riva del Fiume, c’è un po di r&b e in questa cornice si trova spazio per citare un po’ di tutto la FOMO, la sindrome di Peter Pan e Zia Mara.

Eccoci alla metafora elegante che Willie Peyote ci ha sbattuto in faccia lo scorso 25 Aprile. Due ex innamorati si rincontrano dopo tanto, tanto tempo e riaccendono la fiamma della passione. Giorgia nel Paese che si Meraviglia senza fronzoli la tocca piano e ritrae in un istantanea questo momento storico. Il nostro momento storico da italiani. C’è puzza di fascismo oppure no, l’Italia sente il cuore a destra da quando ha trovato Giorgia.

Sogno altri vent’anni insieme
Ho troppa nostalgia di quei sapori forti
E le cose di una volta
Quanti bei ricordi, il passato è una bugia
Ma ce lo raccontiamo, altri vent’anni insieme
Ora che sei mia
Mi tiri fuori il peggio, e ora mi riconosco
Io torno me stesso, e il resto è una bugia
Questo amore è una bugia

Buon auspicio non è come ci sentiamo tutti? Non vorremmo forse tutti avere la disciplina degli invasati che fanno ginnastica in vetrina delle palestre in centro? Io personalmente sì. Questo brano parla a tutti – tranne quelli che fanno workout alle 6 del mattino. Cerchiamo tutti di essere la versione top di noi stessi scontrandoci poi con la realtà dei fatti. Di nuovo una critica velata alla società della performance che vuole tutti vincitori. Ricorda un po’ il mood di Fare Schifo, ma qui l’atmosfera è molto più peso.

Tra l’altro la stessa idea del fallimento che si insinua come polvere sottile torna anche in Narciso che è la traccia di chiusura di Sulla Riva del Fume. Un altro ritratto di una società molto estetica e autocritica fino al sabotaggio.

Eppure è Piani il pezzo che che canticchi quando togli le cuffie per rientrare in casa perchè ormai è scesa l’umidità e l’album è finito. Un Willie Peyote innamorato che si lascia scombinare nel suo nichilismo e lascia che lei metta in dubbio il suo domani.

0

Potrebbe interessarti