Bonzo & Belmonte: Sugo è l’arte di far ridere con storie tristi – INTERVISTA

di Alessia Andreon

Riuscire a creare testi demenziali, con melodie accattivanti, partendo da storie non propriamente allegre, è la cifra stilistica di Bonzo & Belmonte da Cosenza, alla conquista di un posticino nel nostro cuore musicale con l’album “Sugo”.

La track list svela subito che le prime canzoni sono state scritte nel periodo della pandemia e portano il carico di tristezza infinita che accompagnava quelle lunghe giornate casalinghe.

La tagliente ironia, che contraddistingue il duo, fa da cornice ai testi tristi che diventano un bel modo per esorcizzare i tormenti e le sfide (o sfighe) di ogni giorno.

L’essenza del duo si riflette anche in questo divertente siparietto creato da Bonzo & Belmonte durante l’intervista, imprevedibilmente, doppia.

Il vostro primo album, “SUGO” scritto durante la pandemia, è stato un modo per sdrammatizzare e anche un antidoto per passare il tempo?

Bonzo: Per me è stato, innanzitutto, un metodo per capire se ero ancora in grado di fare musica perché non suonavo da un po’ con altre persone e,

 soprattutto, era da tanto che non scrivevo in italiano. Io ho sempre ascoltato musica “demenziale” e ho una certa propensione per quella alternativa, come il grunge. Invece Antonio (Belmonte), non ha mai smesso di suonare con altri gruppi…

Belmonte: In quel periodo avevo un progetto in essere, di musica un po’ più triste, in cui cantavo e suonavo la chitarra di accompagnamento, mentre nel nostro duo suono la batteria e canto. Le nostre canzoni sembrano felici ma non lo sono affatto!

Bonzo, invece, in passato aveva già avuto esperienze con gruppi simili a quello attuale.

Come mai avete scelto questo titolo per l’album?

Bonzo: “Sugo” non c’entra assolutamente niente con il disco… Era la parola che avevamo inserito nel nostro primo singolo, “Le canne di notte”, per spezzare una sfilza di parolacce… ci faceva ridere come titolo del disco perché esprimeva lo spirito quasi demenziale e lo abbiamo tenuto.

Belmonte: Abbiamo fatto una sorta di sondaggio con le persone che conosciamo e a molti non fa ridere, ma a noi si!

Pure Vittorio Cosma di Elio e le storie tese ci aveva sconsigliato un titolo del genere ma, alla fine, abbiamo optato ugualmente per “Sugo”.

Mi ha molto divertito ascoltare il disco che, infatti, mi ha ricordato Elio e le storie tese. Quali sono i vostri riferimenti musicali?

Belmonte: Abbiamo avuto due percorsi molto differenti che, però, in un modo o nell’altro si sono uniti, anche perché siamo entrambi grandi fans di Elio e le storie tese; Andrea (Bonzo) è grande appassionato dei Nirvana e penso si percepisca, nell’ascolto dell’album, la sua una grande vicinanza al grunge.

Principalmente i nostri gruppi di riferimento sono i Nirvana e Elio e le storie tese, gli Squallor, gli Weezer e i Foo Fighters.

La vostra è un’amicizia di lunga data, mentre il duo si è formato solo qualche anno fa. Giusto?

Bonzo: Ci conosciamo dalle elementari. Abbiamo avuto varie esperienze insieme in altri gruppi (anche nel gruppo di Belmonte in cui si faceva musica “triste”).

Ora siamo solo noi due perché non abbiamo altri musicisti nella nostra formazione, più si cresce e più si tende a essere selettivi: meno siamo, meglio stiamo!

Nei vostri testi si parla di argomenti serissimi ma in modo totalmente camuffato dalla veste goliardica. Chi dei due ha la penna più sarcastica?

Bonzo: Io tendo ad essere un po’ più volgare, Belmonte invece scrive di getto e poi cerchiamo di trovare il giusto connubio tra le nostre due anime.

Una nostra caratteristica è che, apparentemente, le canzoni possono sembrare leggere, ma se si va a leggere i testi, hanno tutti un fondo di tristezza, Usiamo l’ironia per sdrammatizzare dei racconti abbastanza seri, infilandoci le parolacce… e non solo!

Con “Sugo” avete cercato di unire anche le vostre anime musicali…. Siete soddisfatti del mix che ne è scaturito?

Belmonte: Siamo soddisfatti e il fatto che stiamo sempre in sala a scrivere e a provare indica che non siamo ancora stanchi!

Abbiamo già degli altri brani in cantiere e, ora che abbiamo trovato questa armonia, vogliamo continuare a scrivere canzoni sempre più tristi, sempre più divertenti e sempre più nostre, con cui cercheremo di stupire!

“Mai dire” è un appassionato omaggio alla Gialappa’s Band e al loro iconico programma tv. Avete provato a fargliela arrivare?

Belmonte: Ci abbiamo provato; l’abbiamo mandata su Instagram e qualcuno ci ha risposto ringraziandoci o ci ha messo l’applauso ma, ovviamente, essendo emergenti, è difficile farsi notare da persone con una certa notorietà.

Bonzo: Tra l’altro La Gialappas nel frattempo ha pure cambiato nome allo show che ora non si chiama più “Mai dire…”, quindi non credo l’avrebbero potuta usare come sigla, però noi ci continueremo a provare: o cambiano programma o cambiamo noi il titolo!

Dato che è diventata un’intervista doppia, adesso dovete dirmi la cosa che più ammira uno dell’altro…

Belmonte: La cosa che più ammiro di quest’uomo è che ha una capacità di improvvisare incredibile; io lo reputo un mancato stand up comedian. Riesce a cogliere con una velocità incredibile e con un’ironia sottile ogni sfumatura e riesce a farti ridere e pensare allo stesso tempo, contrariamente a me che, invece, mi devo proprio impegnare per riuscire a fare qualche battuta simpatica…

Studio recitazione e faccio l’attore, quindi tendo a pensare di più al suono della voce e ai movimenti, è tutto più controllato e misurato.

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