The Best Of Max Gazzè: le 10 migliori canzoni del cantautore italiano

di InsideMusic

Max Gazzè è senza dubbio una delle figure più eclettiche del panorama cantautoriale italiano.

Bassista, pianista, paroliere, riflette in ogni brano questo suo carattere poliedrico, ironico (ed autoironico), che fa della sua personalità il proprio marchio di fabbrica. Probabilmente proprio l’esser rimasto fedele a se stesso gli ha permesso, in ormai quasi trent’anni di carriera, di consolidare il rapporto con i suoi sostenitori, pur avendo sperimentato svariati generi musicali e scavalcando spesso i confini tra di essi.

Nonostante la mole discografica del cantautore romano, affiancato spesso nella stesura dei testi dal fratello Francesco, proviamo oggi a selezionare alcuni dei suoi brani più significativi, sapendo tuttavia di non poter prescindere, almeno in parte, dal gusto soggettivo.

L’album Contro un’onda del mare (1996) segna l’esordio come solista di un Gazzè ancora profondamente influenzato da una dinamica di gruppo, dalle sonorità rock con venature addirittura grunge; il successo comincia ad arrivare tuttavia nel 1998 con La favola di Adamo ed Eva, lavoro che segna una prima virata verso sonorità più fruibili: impossibile non inserire nella nostra TOP TEN brani come “Cara Valentina”, lettera d’amore presentata già nel 1997 al festival di Sanremo Giovani e “Una musica può fare”, meta-canzone stile Elio e le Storie Tese. Menzione speciale per “La Favola di Adamo ed Eva”, traccia provocatoria e critica che dà il nome all’album e “L’origine del mondo”, narrazione mitica che farà da incipit per il suo ultimo lavoro (come vedremo).

L’estro dell’artista romano affiora lampante nel suo terzo album, intitolato Max Gazzè (2000), in cui registra parti di basso, batteria elettrica, tastiere, organo e chitarre (acustiche ed elettriche). Nella nostra selezione entra a mani basse “Il timido ubriaco”, presentata a Sanremo 2000, dove si piazza al quarto posto nella classifica finale: racconto dell’amore platonico di un uomo impacciato per una donna sposata, è sicuramente uno dei suoi pezzi più noti.

Un anno dopo la seconda apparizione al festival sanremese esce Ognuno può fare quello che gli pare? (2001), contenente “Il debole tra i due”, collaborazione con la cantante Paola Turci in cui un testo a volte criptico e un sound country stanno a simboleggiare il mistero del legame degli innamorati.

Nel 2004 esce Un giorno, album passato in sordina rispetto a tanti altri, di cui non possiamo però non ricordare “La nostra vita nuova”, una piccola perla rimasta però nascosta forse per via dell’arrangiamento dall’atmosfera vagamente progressive rock.

Passano quattro anni, pieni di collaborazioni con artisti come Daniele Silvestri, Carmen Consoli e la stessa Paola Turci, in cui giunge a maturazione il sesto album in studio, Tra l’aratro e la radio (2008), che permette a Gazzè di consolidare il suo già enorme successo con brani come “Il solito sesso”, singolo classificatosi tredicesimo nell’edizione di Sanremo dello stesso anno, e la splendida “L’ultimo cielo”, riarrangiata con l’orchestra nell’ultimo album (2018). Anche qui va fatta una menzione speciale, stavolta per il magnifico testo di “Vuoti a rendere”.

Quindi? (2010), album caratterizzato da un sound prevalentemente ambient e da testi malinconici, come “A cuore scalzo”, viene distribuito dalla Universal Records ed entra in poco tempo nella classifica dei dischi più venduti in Italia visto il successo del singolo “Mentre dormi” che Gazzè compone per la colonna sonora di “Basilicata Coast to Coast”, film di Rocco Papaleo in cui partecipa anche come attore.

Nel febbraio del 2013 il singolo “Sotto casa” anticipa, insieme a “I tuoi maledettissimi impegni” (entrambi esibiti a Sanremo), l’omonimo Sotto casa. I due singoli mostrano la vena più ironica e cinica del cantante: “Sotto casa” rivolta all’ipocrisia e al peso oppressivo dell’estremismo religioso (ispirata ai fratelli Gazzè dalla predica di alcuni testimoni di Geova) e “I tuoi maledettissimi impegni” alla frenesia dell’uomo moderno, talmente alienato da non riuscire a mantenere un rapporto di coppia.

Non si combatte il tempo! Al limite lo puoi ammazzare…

Maximillian (2015) segna una forte virata verso sonorità pop decisamente più moderne, accompagnate comunque da strumentali ben studiate dal punto di vista del sound. Come non citare la spensierata “La vita com’è” e le famose “Nulla”, “Ti sembra normale” e “Teresa”?

Infine Alchemaya, ultima fatica pubblicata nel febbraio del 2018. Si tratta di un’opera “sintonica”, un concept album sulla creazione dell’Universo ispirato da studi su testi religiosi, miti e leggende popolari e meccanica quantistica, in cui si mescolano sezioni orchestrali e synth, per un’opera che sfocia in art rock, musica classica ed elettronica e che è dunque difficilmente inquadrabile in un unico genere. Dopo un’attenta e prolungata riflessione sembra impossibile selezionare dei singoli brani dal primo dei due CD in cui è diviso l’album: composto da un’unica narrazione, è difficilmente concepibile se non come unita.

Ecco, quindi, a nostro modesto parere, un’azzardata selezione dei dieci brani più significativi del musicista e cantautore romano, in ordine cronologico:

-Cara Valentina

-Una musica può fare

-Il timido ubriaco

-Il debole tra i due

-Il solito sesso

-L’ultimo cielo (Alchemaya version)

-Mentre dormi

-Sotto casa

-I tuoi maledettissimi impegni

-Alchemaya (CD1, L’origine del mondo)

di Nicolò Farfante

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