Siamo partiti dalle atmosfere del 1978, poi abbiamo compiuto un salto indietro di 20 anni per parlare di Domenico Modugno ma ora con un balzo in avanti approdiamo al ’68, per raccontare un’altra canzone davvero iconica che, proprio insieme a “Volare”, è ancora uno dei brani italiani più popolari nel mondo.
“Cerco l’estate tutto l’anno
e all’improvviso eccola qua.
Lei è partita per le spiagge
e sono solo quassù in città.
Sento fischiare sopra i tetti
un aeroplano che se ne va”
Mentre per le strade delle principali città europee imperversano le proteste di studenti, operai, intellettuali e gruppi etnici minoritari, dando vita a quella ondata di contestazione giovanile che poi sarà denominata “movimento del Sessantotto”, gli artisti italiani trovano nuova linfa per una sperimentazione musicale che intende lasciarsi alle spalle le influenze anglo-sassoni e creare un genere tipicamente “made in Italy”: è il caso di “Azzurro”, un brano solo apparentemente banale che, invece, come “Nel blu dipinto di blu” 10 anni prima, segna un altro crocevia nella nostra musica leggera, spianando la strada a quella che nel decennio successivo sarà la generazione dei “cantautori”.
“Il molleggiato”, già nel cuore degli italiani con canzoni come “Il tuo bacio è come un rock”, “24mila baci” e “Il ragazzo della via Gluck”, nella primavera del 1968 comincia le riprese del film “Serafino”, con la regia di Pietro Germi, ed intende sparire per un po’ dalle scene musicali.
Ma il 25 Maggio, con una modesta campagna promozionale, viene pubblicato il 33 giri “Azzurro / Una carezza in un pugno” ed il riscontro commerciale è inaspettato e senza precedenti: nel giro di pochi mesi supera ampiamente il milione di copie acquistate, diventando così il disco italiano più venduto nel nostro paese.
Il testo di “Azzurro” è di Vito Pallavicini e si sagoma alla perfezione con le tematiche già trattate da Celentano: amore, ecologia e religione sono al centro di questo ed altri brani interpretati dall’artista milanese.
Dal punto di vista musicale, invece, il brano è stato composto da un giovane avvocato astigiano con la passione per la musica che 2 anni prima era entrato nel “Clan Celentano”: si tratta di Paolo Conte, tra i nostri cantautori più amati e talentuosi, che a qualche anno di distanza ha raccontato “Quando uscì ‘Azzurro’ ci fu una levata di scudi perché andava controcorrente rispetto ai ritmi dell’epoca. Sogghignarono in molti per quel ritmo da “marcetta”… La straordinaria capacità interpretativa di Adriano sta nell’aver cantato in modo internazionale quel testo mantenendo però inalterata la sua comprensione ed arrivando a chiunque. Tutte le mie canzoni, in ogni caso, nascono con questo spirito: scrivere una musica fuori moda, un po’ segreta, che vada a cercare in fondo a noi le risonanze della nostra identità”
di Luca Nebbiai
