Intervista a Side Baby , ex Dark Polo Gang: l’avventura solista di Arturo

di Antonio Sartori
Giovedì 18 Aprile siamo stati alla Side House, in Alzaia Naviglio Grande 38 (Milano) per la tavola rotonda di presentazione del primo EP da solista di Arturo Bruni, intitolato semplicemente Arturo, in arte Side Baby, ex fondatore e membro della Dark Polo Gang come Dark Side.

Nella splendida location del vero e proprio salotto di casa sua, Arturo ha risposto alle domande dei giornalisti assieme a Night Skinny (il produttore di 9 delle 11 tracce dell’album), Jacopo Pesce (storico discografico di Island Records e Universal) e Filippo, l’attuale manager di Arturo.

 

Dark Polo Gang

Ciao Arturo, la prima impressione che si ha ascoltando il tuo nuovo album è quella di star compiendo una discesa, un avvicinamento graduale a te, partendo da pezzi più simili alla tua recente esperienza musicale per poi arrivare alla tua parte più intima. Quanto l’esperienza con la DPG ha influenzato questo progetto e da dove invece la voglia di cambiamento?

Side Baby: “Dentro di me ci sarà sempre qualcosa fortemente legato alla Dark Polo, semplicemente perché è stata creata anche da me, per cui è normale che quello stile sia necessariamente parte di me. Il disco è stato affrontato in maniera molto diversa da “Sick Side“: quello era un progetto più leggero, un mixtape; questo è un disco per il quale ho compiuto un lavoro di selezione più accurata. Diciamo che è un lavoro più pensato, nonostante rimanga il mio stile di rap, molto di getto, quasi improvvisato: ascolto la base, scrivo i testi e poi registro, subito.”

 

La qualità dei featuring è incontestabile, ma non credi che il loro stile cozzi un po’ con l’andamento dell’album e con l’idea di “nuova scuola” di cui ti fai portatore?

Side Baby: “Il featuring non sono stati assolutamente pianificati. Quello con Luché è nato da una cena assieme a Skinny, mentre mangiavamo arrosticini: parlando del progetto ha cominciato a interessarsi, poi quando ha sentito la traccia si è definitivamente deciso.

Idem per Guè (Pequenho, ndr): eravamo in studio da Skinny, lui ha cominciato ad ascoltare alcune tracce a cui stavamo lavorando, e quando ha sentito Frecciarossa ha capito che sarebbe nato qualcosa di bello assieme.”

 

Da dove nasce la scelta di collaborare con Night Skinny? Come vi siete trovati a lavorare assieme?

Side Baby: “Innanzitutto è giusto ricordare che io continuo ancora a lavorare con Sick Luke (storico producer della Dark Polo Gang, ndr), tanto che nell’album sono presenti due produzioni sue e abbiamo registrato molte altre tracce, non ancora pubblicate ma che un giorno potrebbero uscire.

Per quel riguarda la collaborazione con Skinny, è nata da un’idea di Filippo che ci ha fatto conoscere: ci siam trovati subito, c’è tanta alchimia. Abbiamo molte passioni in comune, dei gusti simili roguardo lo stile e la musica, è un fratello prima che un producer.”

Skinny: “Abbiamo lavorato tantissimo, prodotto una marea so tracce e fatto un enorme lavoro di selezione. Quando ci siamo conosciuti l’anno  scorso è stato amore a prima vista: mi son trovato a quello che per me è il primo artista in Italia che scrive di getto, un po’ alla Jay Z: è stato divertentissimo, sono molto contento.”

side baby arturo bruni intervista

Com’è stato lavorare con l’approccio diverso di cui parlate, così velocemente e spontaneamente? Come si può combinare questo processo creativo con l’intenzione di portare avanti un progetto che resti nel tempo?

Side: “Io sono un fan puro del rap, lo ascolto da quando ho sei anni, quando mia madre mi regalò “The Slim Shady EP”: ero molto interessato e mi informavo continuamente, per citare un aneddoto io ho ancora la foto del mio primo giorno alle elementari, avevo la maglia di Eminem e tinto i capelli di biondo. Il rap è mia passione, e sento di poter rappare su tutto, tanto che io non arrivo mai con un’idea in studio, ascolto un suono, mi piace e cominciamo a lavorare: Skinny è il king assoluto in questo, perché sa fare benissimo tutto.”

Skinny: “Side è istinto puro, scrive di getto e non riapre mai i pezzi: non nego che in alcune tracce magari avremmo potuto aggiungere una strofa o un qualcosa in più, ma lui ha sempre preferito piuttosto registrare una nuova canzone. Per quel che riguarda il sound ti giuro che non abbiamo pianificato nulla, questo è un esperimento nuovo, ascoltiamo di tutto, non c’è mai una richiesta particolare.”

 

Invece piuttosto come è nato e come si è evoluto il rapporto fra te e Filippo?

Filippo: “Abbiamo cominciato per lavoro, in particolare per una consulenza spot su “Medicine“, non ci conoscevamo personalmente. Poi quel vortice che è Arturo ci ha risucchiati tutti -per fortuna direi- e come dico sempre, io sono il suo operaio, devo sapergli dare i giusti strumenti per lavorare al meglio. Ma adesso c’è di più, non è solamente un rapporto di lavoro.

Side Baby: “Esatto, ora non è più solo lavoro, prima di tutto è un amico, per dirti, abbiamo fatto le vacanze assieme, oppure per un periodo è venuto a stare a casa mia, ha pure conosocuuto mia nonna! (Ride)

 

Una domanda invece diretta più all’aspetto manageriale: è ormai luogo comune che gli instore stiano morendo, e la presentazione di questo album segue un po’ questa tendenza. Island records continuerà a lavorare più su questo tipo di situazioni pop-up piuttosto che sugli instore?

Jacopo: “Non siamo abituati a lavorare con lo stampino, questo tipo di presentazione è già stata adottata in modo simile con Guè Pequeno nel 2015. In realtà oggi è ancora diverso, la Side House è una casa vera e propria, ci si può trovare di tutto: se se vai di sopra trovi il suo letto, i videogiochi… è cosa completamente diversa dal resto, non è mai stato fatto nulla di simile. Ogni progetto è a sé stante e viene affrontato in maniera diversa. In questo caso c’erano tante cose da fare, musicalmente e strategicamente, ma nonostante ciò è stato prodotto in totale armonia. Lo spirito che ha mosso questo disco è stato quello di fare musica senza seguire per forza le aspettative di vendita, poi è chiaro che noi tutti ci auguriamo vada forte.”Arturo” è stato solo l’inizio, non devono esserci aspettative: strategicamente è il disco con cui entrare nel mercato, vedremo cosa succederà.Gli instore continueranno ad esistere, ma dipende molto dal progetto; non stanno morendo, semplicemente il mercato cambia: la copia fisica sta perdendo attrattiva rispetto al digitale, inoltre -soprattutto in questo genere- ogni anno esce un disco, quindi chiaramente non si possono ottenere sempre gli stessi risultati.”

Side Baby: “Io in primis ho espresso la volontà di non fare instore, ho voluto che fosse così, sia personalmente sia nell’ottica della nostra strategia, che reputo coerente. Poi, all’interno della Side House, di fronte, c’è anche Mondadori, per cui è come fare un instore 24 ore su 24. Da domani chi vorrà potrà comprare il disco e incontrarmi, ma con uno spirito diverso: non si faranno la solita firma e la solita foto, ma si potrà conoscere l’artista, giocare un po’ ai videogame, fare due chiacchiere…”

 

La copertina è molto iconica in sé, ma qual è il messaggio che si cela dietro?

Side: “L’immagine della copertina è molto significativa. Ad esempio, non ci sono scritte né disegni eccezion fatta per “Arturo”, il titolo, ricamato sopra l’orsetto. Quel peluche è stato regalato a mia madre il giorno del parto, quindi ce l’ho dalla nascita, è il mio orsetto da sempre. E poi anche l’acqua è un simbolo molto forte, esprime l’idea di un secondo battesimo, di riemersione dal passato: in generale il concetto pregnante dietro all’album e alla copertina è proprio quello della rinascita.”

arturo side baby intervista

 

Sempre a proposito della copertina, nell’ultimo anno i tatuaggi sono come fioriti sul tuo corpo: rappresentano una sorta di passaggio iconografico dalla fase del gruppo a quella del solista?

Side Baby: “Molti di questi tatuaggi son stati una scemenza, soprattutto quelli in faccia. Ne ho molti belli addosso, ma quelli in faccia sono frutto di poca riflessione dovuta ad un periodo in cui ero un po’ fuori fase. Ormai sono parte di me, ma a mente lucida non li avrei fatti, anche perché molti di quelli sul volto hanno un significato triste: la scritta “solo” esprime il mio precedente stato d’animo di profonda solitudine, il cuore spezzato invece è il simbolo della delusione nata dal fatto di essermi lasciato con la ragazza assieme alla quale son stato 7 anni. Son stati fatti per esorcizzare dei momenti dolorosi, ma al di là di queste esperienze io mi considero un fan tatuaggi, quelli belli mi piacciono, nell’ultimo periodo soprattutto in bianco e nero.”

 

In questo album qual è il sentimento prevalente? È più la voglia di riscatto, di affermazione e rinascita oppure la volontà di raccontarsi, aprirsi e farsi capire?

Side Baby: “I miei pezzi variano molto, questo perché son stati scritti in momenti molto diversi durante l’ultimo anno: di norma entro in studio e, a seconda di come mi sento quel giorno, il mood del pezzo cambia. Per fare un esempio, “Medicine” non è stata scritta sicuramenre in un giorno felice, ogni pezzo parte da come mi sento in un preciso istante.”

 

A proposito di “Medicine”, da dove è nata la scelta di metterla su Soundcloud? Quanto questa piattaforma è stata importante all’estero e quanto può esserlo in Italia?

Side Baby: “Ho scelto di caricare “Medicine” su Soundcloud perché ho voluto regalarlo, volevo che tutti potessero sentire cosa volevo esprimere in quel momento. Non so se in Italia possa nascere una scena soundcloud come la Soundcloud Wave americana, che ha fatto nascere tanti di quelli che sono considerati i più grandi artisti rap del momento, ma lo spero, sarebbe molto figo.”

 

In “Lei dice” invece, presenti una visione riguardo l’immaginario dei soldi molto differente rispetto a quella di quando militavi nella DPG: dal mio punto di vista credo che l’aspetto più interessante sia capire se questo sia un approccio in cui intimamente tu già credevi e che oscuravi a causa di esigenze artistiche differenti, oppure se è effettivamente avvenuta una maturazione anche sul piano personale.

Side Baby: “Sicuramente c’è una visione differente, ma in me rimane sempre una parte attaccata al valore materiale. Ho un rapporto di odi et amo, i soldi li spendo e mi piace spenderli, ma purtroppo mi rendo conto che siano anche il male: c’è chi ha tanti soldi e chi purtroppo muore di fame, ma questo è un discorso davvero molto lungo. Nel mondo in cui viviamo i soldi servono, per cui io in prima persona vivo un conflitto interno: certo, da un lato voglio “comprarmi la macchina”, ma vorrei anche che ci fosse meno disuguaglianza.”

 

Ascoltando “Arturo” e riascoltando “Sick Side” si ha la netta impressione che questi due album quasi non possano esistere da soli, come se il lamento del primo trovasse la sua redenzione nel secondo: tanto diversi quanto complementari. Tu come interpreti questo percorso?

Ci sono alcuni aspetti fissi della mia carriera, uno su tutti la mia sincerità, a volte un po’ bipolare ma appunto genuina, che può trasmettere a volte una sorta di distonia fra disperazione e spensieratezza. Non mi sento di dire che “Arturo” sia la versione più matura di “Sick Side”, perché mi rendo conto di essere il primo a far delle cazzate, riconosco di non essere ancora maturo; ciò non toglie che comunque questo album sia un progetto più pensato. “Sick side” era diverso già a partire dalla copertina e dal titolo: da una parte la camicia di forza fatta di cinture di marca, dall’altra una rinascita; da una parte il gioco di parole che sì è l’unione di Side e Sick Luke, ma soprattutto l’idea del “lato malato”, dall’altra un Side che si è liberato della parte più Sick.”

 

Hai qualche appuntamento live in vista?

Side Baby: “Saremo in tutti i migliori festival di Italia, per il resto ci sono già altre date organizzate ma le annunceremo più avanti.

Quel che è certo è che vi aspetta un’estate di fuoco, spaccherò tutto!”

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