Le luci della centrale elettrica all’Ex Dogana di Roma, live report e fotogallery

di InsideMusic

È il giovane Diodato ad aprire il concerto di Vasco Brondi, meglio conosciuto come Le Luci della Centrale Elettrica, nella surreale cornice dell’Ex Dogana allo Scalo di San Lorenzo, sospesa a metà tra la tangenziale e la ferrovia.

Suonare lo stesso giorno degli U2 è una sfida notevole che, comunque sia, l’artista ferrarese supera alla grande conquistandosi la sua bella fetta di pubblico.

La serata comincia con Coprifuoco, uno dei brani dell’ultimo album Terra, per poi proseguire con Qui che fa scatenare tutto il pubblico e la terzina di apertura si chiude con Stelle marine, chiara citazione di una delle poesie più belle di Emily Dickinson (L’acqua è insegnata dalla sete. / La terra, dagli oceani traversati. / La gioia, dal dolore. / La pace, dai racconti di battaglia. / L’amore da un’impronta di memoria. / Gli uccelli, dalla neve. Trad. Giuseppe Ierolli)

Contentissimo di suonare in un posto nuovo di quella Roma che “è un cortocircuito tra epoche e tempi, tra bellezze e bruttezze varie”, da Emily Dickinson passiamo a Shakespeare, e quindi ecco un’intensa interpretazione di Macbeth nella nebbia.

La canzone successiva, Quando tornerai dall’estero, invece, è dedicata all’interminabile provincia italiana, che sembra senza frontiere.

Finisce l’intermezzo emotivo accompagnato dalla chitarra, e ricomincia con i ritmi più sostenuti di Ti vendi bene e Questo scontro tranquillo, sulle cui note scende dal palco e canta ietro la transenna facendo “felici da far schifo” quelli della prima fila.

Torna sul palco e cambia strumento, stavolta si siede al piano per una potente interpretazione de I Sonic Youth, ma è tornato il tempo di riprendere la chitarra per trasportarci tutti in un’altra dimensione con Una cosa spirituale.

La band, composta da Marco Ulcigrai alla chitarra, Giusto Correnti alla batteria e alle percussioni, Matteo Bennici al basso e al violoncello e Angelo Trabace al pianoforte, alle tastiere e al sintetizzatore, lo lascia solo per interpretare Piromani, per poi rientrare per accompagnarlo nell’esecuzione de Un bar sulla via Lattea.

I destini generali va a chiudere una scaletta praticamente perfetta, e dopo i saluti di rito e l’altrettanta uscita di scena di rito, ritornano tutti sul palco per gli ultimi due pezzi altrettanto perfetti, A forma di fulmine (che l’abbia scritta pensando a Harry Potter?) e Nel profondo Veneto, che chiudono definitivamente questo live che è stato decisamente una grande e piacevole sorpresa.

Terra è un album perfetto, ascoltabile in ogni momento della giornata, a volume alto o basso che sia, non stufa mai, e una volta finito non si vede l’ora di ricominciare ad ascoltarlo, quindi se ancora non l’avete fatto compratelo. O per lo meno ascoltatelo.

Qualche foto di Diodato che ha aperto il concerto:

 La scaletta di Le luci della centrale elettrica

  • Coprifuoco
  • Qui
  • Stelle marine
  • Macbeth nella nebbia
  • Quando tornerai dall’estero
  • La Terra, l’Emilia, la Luna
  • Ti vendi bene
  • Questo scontro tranquillo
  • I Sonic Youth
  • Una cosa spirituale
  • Waltz degli scafisti
  • Cara catastrofe
  • 40 km
  • Piromani
  • Un bar sulla via Lattea
  • Chakra
  • Le ragazze stanno bene
  • I destini generali

 Encore:

  •  A forma di fulmine
  • Nel profondo Veneto

Report di Camilla Sabatini

Fotogallery di Giusy Chiumenti

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