Gennaro De Rosa, il Presidente di Musica contro le Mafie, ci parla della prima Music Farm a sfondo civile: Sound Bocs

di Leslie Fadlon

Anche in questi giorni difficili, ci sono tanti Professionisti che continuano a rimboccarsi le maniche. Uno di questi è il Presidente di Musica contro le mafie, Gennaro De Rosa, che in questa intervista ci parla del progetto “Sound Bocs”. Ovvero un progetto che è anche residenza artistica, supportato da “Perchicrea” di MIBACT E SIAE. In questo momento infatti, la direzione artistica ha già ricevuto più di 70 candidature, ma considerate le difficoltà, ha deciso di prorogare la scadenza per le iscrizioni al 10 giugno e rinviare le Fasi Live a settembre. Questo, per tutti coloro che aspirano ad essere tra i 10 artisti residenti impegnati nella creazione di brani inediti e originali ispirati alla diffusione di buone idee e buone pratiche. Se per il mese di settembre non sarà ancora possibile riappropriarci degli spazi di condivisione e di socialità le attività della residenza artistica potranno essere svolte per via telematica.  Gli ospiti annunciati, esperti del settore musicale, e non solo, saranno affiancati da altre importanti presenze che renderanno la residenza sempre più esclusiva e soprattutto utile alla crescita degli artisti residenti. Immancabile anche il supporto dei quattro coach. L’esperienza fisica o virtuale porterà alla realizzazione del Sound Bocs diary in un libro di lettura aumentata che conterrà i brani insieme ai pensieri, alle sensazioni ed emozioni degli artisti residenti.  Una giuria di Millenials sceglierà il brano che poi sarà premiato con una borsa di studio/produzione. L’artista vincitore avrà la possibilità di esibirsi in un importante contesto nazionale della musica italiana. Questo, come altri progetti in cantiere di Musica contro le mafie, è destinato a cambiare volto e forma perché quello che stiamo vivendo possa essere Cambiamento e non adattamento momentaneo a circostanze avverse. Ma ecco cosa ci ha detto il Presidente Gennaro De Rosa.

L’intervista a Gennaro De Rosa

Ciao Gennaro e benvenuto. Per cominciare vorrei chiederti come nasce il tuo impegno per Musica contro le Mafie.

Intanto grazie a voi e a te per questo spazio e questa chiacchierata. Il mio impegno con Musica contro le mafie inizia nel 2010, quando iniziammo come un piccolo contest della provincia di Bologna, dove rimanemmo per un paio d’anni. Nel 2013 poi “Musica contro le mafie” diventa un’ associazione, entra nella rete di Libera contro le mafie e inizia una collaborazione costante con il settore formazione, un’ attenzione continua ai nuovi linguaggi e alla ricerca di modalità di diffusione di “buone idee e buone prassi”, come ci piace dire. Io vengo dal mondo della musica, ho suonato con un po’ di artisti negli anni passati, con i 99 Posse, il Parto delle Nuvole Pesanti, Ornella Vanoni, tante esperienze come musicista e sound designer per il teatro, il cinema ecc. Ho diretto uno studio di registrazione per tanti anni e ho prodotto numerosi artisti che oggi sono dei nomi del mondo indie italiano. Durante tutti questi anni non ho mai creduto che la musica potesse essere separata da un percorso di impegno civile. La musica diventa strumento per raggiungere obiettivi più alti, senza dover per forza educare ovviamente. Chi fa musica ha la responsabilità di ciò che diffonde e scrive, perché è un megafono potentissimo e ed è uno dei linguaggi più potenti e veloci che noi uomini siamo stati capaci di creare. Bob Marley, che è uno che ha usato la musica come strumento politico per costruire ponti in condizioni politiche difficilissime, diceva che “La musica è l’unica cosa che quando ti colpisce non ti fa male”.

In questo complesso periodo, c’è un progetto che non si ferma. Si tratta di Bocs, la prima Music Farm a sfondo civile di Musica contro le mafie. Cosa sta succedendo?

Sta succedendo qualcosa che nessuno di noi immaginava di poter vivere e che ci ha colti impreparati. Qualcosa che ci tiene sospesi in una bolla. Con la nostra associazione abbiamo deciso di rendere questo difficile momento un’occasione importantissima affinchè le decisioni e le misure che stiamo prendendo non siano solo un adattamento momentaneo ma un cambiamento reale. Tutti noi siamo chiamati ad essere i protagonisti di un cambiamento epocale, dobbiamo essere pronti, prepararci, studiare, avere il coraggio di rivedere quelle che erano le nostre certezze, i nostri punti fermi che ora sono diventati mobili. Crediamo che questo momento debba diventare l’innesco di una sorta di rivoluzione culturale e sociale. Sento parlare di “distanziamento sociale” ma a me piace più dire “distanziamento fisico” perché mai come oggi mi sento vicino a tutte le persone che ho incontrato e che fanno parte di questo gruppo grande e cangiante che è musica contro le mafie. L’impermanenza delle nostre esistenze oggi si è manifestata pienamente e dobbiamo imparare a costruire su queste fondamenta mobili ed essere dei bravi equilibristi. Sound Bocs cambia grazie ad un piano “B”, ma ci stiamo attrezzando ad un piano “C”, e se c’è bisogno metteremo in campo un piano “D”. Sound Bocs sarà la prima Music Farm a sfondo civile che sia mai stata fatta in Italia e la faremo in un luogo stupendo che sono i BOCS ART di Cosenza. Un luogo che vi invito a visitare non appena sarà possibile. Finora ci siamo occupati di diffondere le buone pratiche attraverso la musica, con Sound Bocs l’obiettivo è quello di coltivare note che possano diventare frutti di impegno ma soprattutto musica figa ed attuale.

GENNARO DE ROSA

A settembre ci saranno le fasi live. Avete già delle idee di sviluppo in merito?

Porteremo avanti la prima fase in modalità da remoto, nonostante tutto stiamo ricevendo tantissime richiesta, siamo già ad oltre 80 manifestazioni di interesse da tutt’Italia.
A Settembre sono previste le fasi live, speriamo che nella seconda e terza settimana di settembre possa essere possibile realizzare tutto questo dal vivo, con l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, di un protocollo che sia in linea con le direttive governative e dell’ISS. Sound Bocs non prevede assembramenti, ogni artista avrà una sua casetta (BOCS) nella quale comporre e vivere, ci saranno dei momenti di incontro con i coach e gli ospiti, ma che non possono essere assolutamente definiti assembramento. Alle brutte faremo tutto in virtuale, quindi una residenza che ci vedrà ognuno nella sua di residenza (ndr ride)…oppure ancora la possibilità di un ibrido tra le due soluzioni. Ma non ci fermiamo e stiamo lavorando già ad altri progetti futuri e ad altri sospesi con un approccio positivo e di costruzione mantenendo una distanza fisica relativa ma una vicinanza sociale maggiore di quanto sia mai stata.

Chi sono gli ospiti e i coach del Sound Bocs?

Gli artisti avranno a disposizione 4 coach che li sosterranno in tutte le fasi: da quella creativa della scrittura, al supporto nello studio di registrazione. La vocal coach, Cecilia Cesario, che dal 2019 ha questo ruolo anche nella scuola più famosa d’Italia, quella di “Amici di Maria De Filippi”, si prenderà cura degli artisti in tutti gli aspetti e fasi della loro performance canora. Il Technical Coach, Vladimir Costabile, produttore, fonico già con Brunori Sas, Loredana Bertè e Enrico Ruggeri darà il supporto tecnico in fase di registrazione e di costruzione. Il Producer Coach, Stefano Amato, polistrumentista e arrangiatore, musicista di Brunori Sas fin dagli esordi, sarà una guida, sia nelle fase di creazione che nella fase di registrazione. Poi ci sarò anche io nel ruolo di Content Coach e mi occuperò, insieme ad ogni artista, della scelta delle tematiche dei brani, supportarli nella costruzione di un modello da contrapporre a quello mafioso con la diffusione di buone pratiche e di impegno sociale e cittadinanza attiva.
Gli ospiti sono tutti esperti incredibili nel campo della musica e dell’impegno civile e sono anche dei grandi amici di Musica contro le mafie: Massimo Bonelli, direttore artistico del Primo Maggio Roma e fondatore di ICompany; Marcello Ravveduto, saggista, docente universitario di Digital Public History; Nicolò Zaganelli, esperto di web e social media marketing, fondatore di Exploding Bands; il rapper Kiave, uno degli Mc più tecnici della vecchia scuola tra i maggiori esponenti del freestyle; Maurizio Capone “Bungt Bangt”, trai pionieri della Eco Music mondiale; Vincenzo Russolillo, patron di Casa Sanremo e presidente di Gruppo Eventi; Daniela Serra, amministratrice di Exit Communication; Annalisa Insardà, attrice e autrice teatrale; Pino Gagliardi Media Director di Artmediamix e Direttore Editoriale di TIMMUSIC.

Cos’è il Sound Bocs diary?

Il Sound Bocs Diary sarà un vero e proprio diario scritto dagli artisti residenti, una racconto della loro esperienza, un libro di lettura aumentata. Grazie ad una tecnologia usatissima come quella dei codici a matrice, potranno aumentare la loro narrazione attraverso suoni, rumori, immagini che andranno ad arricchire la parola scritta. Una ricostruzione del percorso fra virtuale e reale che mai come in questo momento è attuale. Sarà inoltre lo strumento di diffusione del loro lavoro insieme a una borsa di studio e a un’esibizione che vincerà il premiato tra di loro. Riguardo all’evento, voglio approfittare per dire che ora per forza di cose siamo costretti a rinviare e ridefinire non appena sarà possibile…ma dando un’occhiata agli ospiti che abbiamo, direi che il vincitore può stare sereno, avrà la sua occasione e sarà di un certo livello.

Quanto è cruciale il concetto di adattamento per chi lavora nella musica, secondo te?

Come ti dicevo prima dobbiamo comprendere che tutto attorno a noi è destinato a cambiare volto e forma perché quello che stiamo vivendo possa essere cambiamento e non adattamento momentaneo a circostanze avverse.Come ci ricorda Don Luigi Ciotti: “Abbiamo il dovere di metterci in ascolto del futuro, leggere le linee di tendenza ed intuire quali saranno le iniziative culturali da realizzare per stimolare una vera e propria mutazione di cuori, coscienze e condotte.” Non credo che stavolta ci possa essere qualcuno al quale demandare la soluzione di questo problema, certo i nostri governanti dovranno trovare il modo di dare sostegno e supporto ai comparti come quello della cultura, dell’educazione che in questa prima fase sono stati tenuti ancora un po’ da parte. Dobbiamo uscire dalla nostra comfort zone magari riflettendo sul fatto che non fosse confortevole per tutti ma solo per pochi.

Avresti dei consigli per i giovani emergenti che vogliono candidarsi?

Se io potessi tornare indietro di qualche anno, non esiterei a candidarmi. Credo che vivere avvolti per un certo periodo di tempo nella musica, in un luogo incantato e magico per poter creare e comporre sia il sogno di ogni musicista. Alla luce delle candidature ricevute consiglio a tutti di soffermarsi un po’ di più su quella che nel modulo di iscrizione si chiama “relazione motivazionale”. Forse è un nome un po’ serioso ma è importantissimo per chi selezionerà il perché volete vivere una esperienza del genere unendo forma e contenuto, etica ed estetica, bene e bello, musica e impegno civile.

Quali sono le tue speranze in questo momento?

Sinceramente che questa emergenza rientri e smetta di fare vittime, poi riguardo a me spero di stare in salute il più a lungo possibile e di poter tornare a correre vicino al mare come faccio da anni. (ndr ride) Probabilmente stavolta più che vivere di speranze dovremmo provare tutti a diventarne costruttori con le scelte quotidiane, con la capacità di reinventarci. Sto vivendo con grande curiosità e interesse quello che il mondo della cultura sta riuscendo a costruire grazie ai nuovi mezzi di comunicazione. Dobbiamo tutti approfondirli meglio ma credo che la speranza poggi proprio su di loro per quella che sarà una convivenza futura e lunga tra reale e virtuale. Poi le novità mi entusiasmano da sempre…

Infine, ci diresti che musica ascolta il direttore artistico di Musica contro le mafie?

Questo è un domandone che non mi aspettavo se devo essere sincero. Ascolto tantissima musica per lavoro come puoi immaginare, vengo dal mondo della world music degli anni novanta/duemila, ho vissuto un lungo periodo della mia vita in giro tra Maghreb e Medioriente e paesi del nord Europa. Per farla breve adoro la musica arabo andalusa e nello stesso tempo il krautrock di Can, Neu, Faust, Amon Dull…e sono da sempre un fan, poi divenuto amico, di quella espressione di fusione di suoni del Sud e del Nord del mondo che facevano gli Embryo di Christian Burchard. Certo sono capace anche di emozionarmi con un concerto dei Police o con una ballad di Francesco Guccini, di gasarmi con un brano dei Deep Purple e sentire l’aria dei paesi che amo ascoltando Khaled, Mamì o Rachid Taha. La musica è la mia vita… ci amiamo e ci odiamo a vicenda a fasi alterne. (ndr ride)

Sound Bocs

C’è tempo fino al 10 giugno per inviare la propria candidatura qui: https://www.musicacontrolemafie.it/soundbocs/invia-candidatura 

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