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Marco Guazzone: intervista ad uno degli autori di Andrea Bocelli

by InsideMusic
Guazzone

Marco Guazzone: “c’è ancora possibilità per noi giovani di emergere grazie a persone come Andrea Bocelli”

Abbiamo intervistato Marco Guazzone, autore di diversi brani di “Sì”, il nuovo album di Andrea Bocelli che ha conquistato il primo posto nella Billboard 200, uno dei giovani che ha contribuito a questo grande successo. Andrea Bocelli, un nome che dovrebbe essere evocativo di per sé senza aggiungere altro, eppure una postilla mastodontica oggi la dobbiamo associare: Bocelli ed il suo nuovo prodotto discografico, , sono primi in classifica in America e Regno Unito, nei due mercati musicali più grandi. Nessun italiano c’era riuscito finora, bisogna guardare indietro fino a scomodare Modugno con “Nel Blu Dipinto Di Blu” nel 1958, anno di nascita dello stesso Andrea, per ritrovare un fenomeno simile. Un album che suona pop, un artista che ha saputo svecchiare la classica lirica e attualizzarla fino a renderla fruibile al mainstream. Un uomo che alla musica ha regalato, e continua a regalare tanto, con competenza, dedizione e bontà. Sono molte le collaborazioni con giovani artisti presenti nel prodotto discografico, da Ed Sheeran a Tiziano Ferro, Dua Lipa, Raphael Gualazzi.
Tra questi spicca Marco Guazzone, leader e voce degli Stag, già autore per altri progetti, un talento made in Italy che ha firmato più tracce in questo progetto. Scambiamo quattro chiacchiere con lui.

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Ciao Marco, bentrovato. Noi di Inside Music siamo tra i tuoi più grandi sostenitori, lo diciamo a mani basse e quindi ogni tua nuova conquista è per noi motivo di orgoglio e sentiamo la necessità di dare voce a ciò. Ci siamo lasciati con l’inserimento nella cinquina dei finalisti ai David di Donatello per la colonna sonora di “The Place” che porta la tua firma. Prima di arrivare alla collaborazione con Bocelli, quali altre novità vuoi condividere con noi?
Ciao Fabiana, è verissimo e vi sono sempre infinitamente grato per tutta l’attenzione che mi dedicate. In effetti c’è una cosa che posso condividere con voi, una assoluta novità ed è un film che uscirà a gennaio di cui abbiamo curato la colonna sonora, che abbiamo anche interpretato per metà. Si tratta di un film ambientato in una balera, con un cast davvero eccezionale. Oltre alla metà colonna sonora originale – scritta da noi (ndr: Stag) – l’altra metà è una rielaborazione di grandi classici della canzone italiana, da Mina a Morandi, passando per Celentano, e siamo noi stessi ad interpretarli. Faremo anche una piccola parte attoriale, vestiremo i panni di una band nel film, cosa che avevamo già fatto anche in “Tutto può succedere”.

Nella precedente intervista tracciammo insieme una classifica di cose che ti hanno condotto “Verso la meraviglia”, per citarti. Parlammo delle grandi aperture ad Elisa in Arena, a Levante, alla collaborazione con Marianne Mirage, ed alle tante occasioni offerte dalla tua etichetta, la Sugar. Etichetta che è anche il tred union con il grandissimo Bocelli, che può vantare la tua collaborazione in uno dei brani più belli dell’album, “Un’Anima”,che lo stesso ha definito: “il brano di Marco Guazzone ha una melodia di valore indiscusso”, ed in “We Will Meet Once Again”. Ci racconti un po’ la genesi di questa collaborazione?
In realtà questa collaborazione ha genesi oltre un anno e mezzo fa, ma si sa che i tempi delle canzoni sono sempre molto più lenti di come uno se li aspetta. Come hai già detto tu, la Sugar è l’etichetta di entrambi, e l’editore spesso coinvolge noi artisti del suo roster in “gare creative”, ci fa mettere in gioco proponendoci delle sfide. In quella occasione particolare ci fu proposto di scrivere un testo su un brano di musica classica, dicendoci che sarebbe finito al vaglio di Bocelli. Io presentai la mia proposta che piacque. Il tema iniziale su cui mi focalizzai fu la storia di un uomo solo in mezzo al deserto alla ricerca di se stesso, venne fuori un testo molto evocativo. Giunto a Bocelli, grazie ai suoi consigli e alle sue dritte, il testo ha preso un aspetto molto più mirato, cucito addosso ad Andrea, diventando così il testo di “Un’anima”. Ma le sorprese non finiscono qua. Questa è stata soltanto la molla iniziale. Dopo questa esperienza, già gigante per me che avevo neppure ventinove anni, ho avuto l’occasione di conoscere e collaborare con Ed Sheeran. Lui aveva scritto questo testo in inglese, e per il featuring di Bocelli era necessario una traduzione in italiano che fosse si fedele al testo originale, ma che rispettasse anche le metriche e potesse suonare bene come testo su quel sound. Insomma serviva un musicista che parlasse bene l’inglese (ndr: Marco ha radici inglesi ed ha vissuto diversi anni in UK), quindi la Sugar mi ha coinvolto in questo ulteriore progetto. Così sono iniziati i molteplici collegamenti via Skype con Forte dei Marmi – dove risiede Andrea Bocelli – e il Regno Unito con Ed Sheeran.
Ma – come se così non fosse già meraviglioso – questa estate, cioè due anni dopo rispetto alla prima gara, l’editore ne ha indetta una seconda: c’era un brano scritto in inglese/americano da Josh Groban, e serviva un ponte che potesse scrivere in italiano delle strofe che si allacciassero al testo in inglese per temi e sonorità, e ritorno in ballo io con “We Will Meet Once Again”. In questo caso per la scrittura di quest’altro brano ho fatto una analisi dei due protagonisti, Bocelli e Groban, due uomini di cinquanta e quaranta anni, entrambi padri. Questo ha suscitato in me l’esigenza di regalare a loro la possibilità – seppur immaginaria – di dialogare per qualche ora con i rispettivi padri scomparsi, nella maniera in cui parlerebbero con i propri figli.

C’è una cosa fondamentale che voglio aggiungere in chiosa a questa carrellata di esperienze strabilianti ed è l’enorme bontà e professionalità di Andrea Bocelli. Lui ascolta tutto, e lo fa senza sapere i nomi degli autori. Sceglie i pezzi solo per la loro qualità non per il nome a cui sono legati. Questo significa che c’è ancora possibilità – grazie a persone come lui – di emergere anche per noi più giovani e con una carriera in divenire.

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Parlando del brano “We Will Meet Once Again”, un testo forte, una ammissione di alcune colpe come abbracci non capiti, e consapevolezze assunte solo con l’esperienza, in una vana speranza di ritrovarsi ancora. Una canzone d’amore a largo spettro oserei dire, da una compagna/o trascurato e poi perso, passando per i genitori ed il loro incondizionato amore troppo spesso bistrattato o dato per scontato da noi figli. Tu cosa descrivi invece?
Proprio quest’ultima cosa che hai narrato tu, l’amore verso un padre ed alla fortuna di chi ce l’ha ancora, di poterglielo dedicare, a parole e a gesti. Io ho l’immensa fortuna di avere ancora mio papà, che però a sua volta ha perso il suo molto presto. È stata proprio la sua storia ad ispirarmi, è come se avessi voluto dargli la possibilità di dar voce alle cose che non si sono più potuti dire.

L’album ha un nome molto semplice, una sillaba che suona come un imperativo: “Sì”. Bocelli dice Sì agli abbracci, alle emozioni, a tutto ciò che ormai sembra essere perduto. Marco Guazzone a cosa risponde “Sì”?
Dico “Sì” alla vita, alla musica che è una rappresentazione della vita. A ciò che mi fa stare bene e anche a ciò che non mi fa stare bene perché mi permette di imparare. Dico “Sì” agli errori, e lo dico da trentenne che è in una fase nuova della sua vita. A non prendersi sul serio, al ritornare bambini e sapersi divertire.

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Sei il frontman del gruppo “Stag”, ci piace ricordarlo sempre. Ormai sono tanti gli esempi di leader di band che iniziano percorsi alternativi rispetto alla band, vedi per ultimo Lodo Guenzi giudice di X-Factor, molto spalleggiato e sostenuto dai suoi colleghi de Lo Stato Sociale pubblicamente per questa carriera alternativa. I tuoi “cervi” come vivono questa tua ascesa individuale?
Direi bene. La cosa che io sto capendo – e quindi anche loro – è che il mestiere del musicista è cambiato molto negli anni. Con l’avvento della tecnologia il musicista è diventato anche immagine e tutto ciò che ruota intorno ad essa. Io ho la fortuna di fare questo mio percorso individuale come autore, questo riesce ad arricchire me di competenze che posso mettere nel nostro progetto comune. E devo dire che i ragazzi in questo mi supportano molto.

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Quando il nuovo album? Fremiamo di vedervi in tour.
Spero davvero presto. Siamo in una fase creativa molto intensa, stiamo scrivendo molto. Quindi presto belle novità.

Marco vuoi aggiungere qualcosa a questa nostra chiacchierata?
Sì ti voglio aggiornare su una notizia fresca di giornata, in America siamo primi in classifica, superando addirittura Lady Gaga. Ma la cosa davvero rivoluzionante, mi hanno informato poco fa, è che non si tratta di digitale ma di copie fisiche vendute. Questo significa che – da qualche giorno già in Inghilterra – da oggi milioni di americani hanno il CD di Andrea Bocelli nelle loro case. Il riscontro triste della medaglia è che però in Italia, patria di Bocelli, siamo solo sesti. Non so come leggere questo dato se non con dispiacere, vuol dire che c’è davvero un momento buio per la musica.

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