MANTIS e lo stato mutevole della crescita con MANTISTECH VOL.3

di Marianna Grechi

MANTISTECH VOL.3 è il nuovo album di MANTIS, disponibile da venerdì 3 maggio per NUOVA EUROPA. Anticipato dai singoli CRISTALLIDETOSSICOSWEET MANA e SPLEEN!, ultimo di una trilogia, l’album rappresenta appieno l’evoluzione artistica di MANTIS.

Pensato e scritto come un concept album, il disco si addentra in un ambiente kafkiano, oscillando tra l’immobilismo e l’illusione della metamorfosi: i propri errori e difetti non spariscono, ma si può crescere e migliorare costantemente, senza raggiungere mai una forma definitiva. Un percorso di crescita, MANTIS è protagonista di un viaggio di sperimentazione musicale eclettico e variegato, con la sua distintiva impronta techno che fa spazio anche a ballad e linee melodiche più addolcite, espressione di un lato più intimo e personale dell’artista. 

Abbiamo chiacchierato con MANTIS ed ecco cosa ci ha raccontato.

Ciao Mirko! Come stai? Il disco MANTISTECH VOL.3 sta avendo la risposta che ti aspettavi?

Dai sto bene! Un bene di circostanza come al solito. Scherzo, dai. L’album in realtà sta avendo una risposta migliore di quella che mi aspettavo!

Benissimo! Dato che il disco rappresenta la chiusura di una trilogia e tocca questo complesso concetto di metamorfosi, volevo approfondire con te l’idea di crescita. Credi che la crescita porti ad uno stadio definitivo o che sia una continua ricerca?

Il disco affronta questa idea proprio nella seconda prospettiva che hai descritto. Io stesso con questo lavoro è come se, nonostante la metamorfosi avvenga, tornassi da dove sono partito. Nel periodo in cui l’ho scritto cercavo una forma definitiva, però poi continuavo ad andare avanti, come da una gabbia all’altra e si è creato il concept.

Però la trilogia è chiusa?

In verità è una cosa del tutto personale. Nel senso che MANTISTECH VOL. 1 è una sorta di tesi: io, le feste, i rave…le feste di nuovo. Mentre VOL.2 è la sua antitesi che rappresenta le conseguenze, la rabbia e il dolore che ho provato e che mi hanno portato a commettere degli errori. Poi finalmente arrivo alla sintesi con questo VOL. 3 dove c’è sì la vena techno ma mi apro a nuove direzioni.

Ascoltare MANTISTECH VOL.3 infatti è un po’ stare sulle montagne russe perchè ci sono diversi mood che vengono attraversati, quali sono le tue influenze principali?

In realtà sono impossibili da definire, sono talmente tante. Non sono in grado di dare una risposta perchè è come cercare un ago in un pagliaio. Vengo da un passato di punk principalmente e poi mi sono aperto a nuovi orizzonti, adoro i Verdena, gli Strokes…però non ce li metto consapevolmente, me ne accorgo dopo riascoltando.

In SPLEEN dici “amo il mio dolore”, che rapporto hai con il dolore? Ne sei dipendente o hai accettato la convivenza?

Mi sono reso conto che vivo un po’ il fascino del dolore, sono letteralmente in una relazione tossica con lui. Sai quando dicono che “è più facile stare male dello stare bene”, ecco io ho realizzato di non saper resistere al dolore. Io purtroppo sento più vive le cose che sento quando sto male rispetto a quando sto bene. Spleen ha un testo abbastanza peso in realtà e spero che sia arrivato a chi ascoltato.

Una costante nel tuo lavoro come artista è la collaborazione con xx.buio, come nasce?

Io e Alessandro suoniamo insieme da quando abbiamo 14 anni. Lui è un amico, una persona a cui voglio bene e che tengo nella mia cerchia stretta di persone importanti. Tutta la trilogia vede la sua presenza ed è stato assolutamente naturale che fosse così. Anzi devo dire che per me è una sicurezza che ci sia lui che io riesca a trasmettere quello che voglio trasmettere.

Quali sono i progetti futuri di MANTIS? L’idea di performance dal vivo ti piace o preferisci la parte di lavoro in studio?

Cominciamo con il dire che non c’è una cosa che preferisco. Produrre e suonare dal vivo sono le mie cose preferite, entrambe. Ci saranno assolutamente sì dei live tutta estate, alcune date le abbiamo già annunciate sui canali social e altre verranno annunciate. La cosa veramente bella è che ogni live sarà adattato alla location scelta. Proprio perchè adesso ho abbracciato più generi mi posso permettere di fare questa cosa e non mi limito più a concerti d’assalto.

Come e quando consiglieresti di ascoltare MANTISTECH VOL.3?

Bella domanda. Io vorrei che le persone lo ascoltassero quando stanno pensando che tutto stia andando male e non possano fare nulla per cambiare. Proprio in quel momento lì, davanti allo specchio, quando pensano a tutte le cose brutte fatte e trovino però la forza di dire che possono cambiare.

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