Ieri sera, 8 Giugno, lo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli ha ospitato la seconda tappa del tour – quasi tutto sold out – di Ultimo. Il cantautore romano ha affascinato i fan con una serata ricca di emozioni, eseguendo per la prima volta dal vivo i brani inediti del suo ultimo album “Altrove”, accompagnati da una selezione di pezzi storici che hanno fatto cantare l’intero stadio.
Davanti al pienone del Maradona, Ultimo ha dimostrato ancora una volta il suo straordinario carisma musicale e quella connessione speciale (quel filo che lo unisce) che lo lega al suo pubblico.
Live Report Concerto Ultimo 8 Giugno 2024
Prima di entrare nei dettagli della serata, vorrei esprimere un sincero ringraziamento all’ufficio stampa Goigest per avermi offerto l’opportunità di partecipare e raccontare questo evento. La loro preziosa collaborazione e supporto hanno reso possibile la mia partecipazione a un’esperienza autentica e appassionante.
Passando alla parte logistica, devo ammettere che fuori dallo stadio non tutto è stato perfetto. Nonostante la serata sia stata impeccabile dal punto di vista musicale, trovare i botteghini per il ritiro degli accrediti è stata una sorta di caccia al tesoro. Gli steward mi hanno mandato da un capo all’altro dello stadio come se fosse un gioco di orientamento, e nessuno sembrava sapere dove si trovassero realmente. Dopo diversi tentativi e un po’ di confusione, sono riuscita a individuare il botteghino giusto e ad accedere allo stadio, purtroppo con qualche minuto di ritardo.
Rivolgo un invito a considerare l’importanza di una segnaletica chiara e di un supporto più efficace agli spettatori, magari attraverso l’aggiunta di cartelli esplicativi, per garantire un’esperienza ancora più piacevole e senza intoppi per tutti i partecipanti.
Un plauso particolare va alle hostess e agli steward e a tutto il personale addetto alla sicurezza, che hanno lavorato con professionalità e cortesia per garantire una piacevole esperienza al pubblico. Grazie al loro impegno e alla loro disponibilità, gli spettatori hanno potuto godere dello spettacolo in tutta tranquillità.
Inoltre, un ringraziamento speciale va rivolto al Comune di Napoli per l’efficace organizzazione dei servizi di trasporto pubblico. Gli orari prolungati della metro e dei pullman, uniti a una buona gestione del traffico, hanno facilitato gli spostamenti dei partecipanti all’evento, contribuendo così al successo della serata. Queste iniziative dimostrano un’attenzione concreta alle esigenze del pubblico e un impegno nel rendere l’evento accessibile e confortevole per tutti i presenti.
Ma eccoci: sono le 21:20, un’atmosfera carica di aspettativa avvolge lo Stadio Maradona di Napoli mentre il buio scende e il rumore sordo di una folla impaziente si diffonde nell’ex San Paolo. All’improvviso, un boato di acclamazioni riempie l’arena, mentre il fondale nero si illumina, proiettando la scritta ‘Ultimo’ che si tinge di un giallo vibrante.
Con una partenza a pieno ritmo, il cantautore fa il suo ingresso sul palco indossando jeans neri, una maglietta coordinata con il suo nome inciso, e il caratteristico cappellino abbinato: Niccolò si presenta finalmente al pubblico napoletano.
Centinaia di fan si erano preparati all’attesa davanti ai cancelli, scrivendo con cura il numero sul palmo della mano per garantirsi un ordine d’accesso in ordine di arrivo. E molti altri erano già in fila per il concerto della seconda data napoletana di domani, 9 Giugno. Credete che sui loro volti ci fossero segni di stanchezza? Assolutamente no, soltanto la gratitudine di essere lì. E Ultimo lo sa, perché guardando quei volti non si può che confermarlo: esiste una connessione speciale, un’intesa tacita tra artista e pubblico. Forse uno dei pubblici più belli che abbia mai visto.
Il concerto ha preso il via con le prime note de ‘Il capolavoro’, introducendo il pubblico a una serata carica di urti emotivi variegati. Seguendo il ritmo coinvolgente, ‘Sono pazzo di te’ ha mantenuto alta l’energia nel pubblico, mentre ‘Il ballo delle incertezze’ ha aggiunto un tocco di suspense e riflessione, trasportandoci indietro nel tempo, fino a quel Sanremo 2018 in cui qualcuno ha incrociato per la prima volta lo sguardo di quel Peter Pan che ha fatto della musica la sua Isola che non c’è.
Infine, ‘Ti va di stare bene’ ha completato il quadro di un’inizio di serata in cui il ritmo incalzante ha mantenuto costante l’energia del pubblico, senza concessioni alcuna a cali di tensione.
La seconda parte del concerto si è aperta con ‘Tutto questo sei tu’, seguita da ‘Ipocondria’. È stata poi la volta di una versione speciale di ‘Rondini al guinzaglio’, che ha agito come un balsamo sulle emozioni del pubblico, sciogliendo le tensioni e regalando un momento di profondo e sollievo e autentica commozione.
Poi, con ‘Racconterò di te’, Ultimo ci apre le porte della sua dimensione più intima, prendendo ciò che lo emoziona e lo commuove e gridandolo al mondo senza timore di mostrare debolezza.
In netta contrapposizione, è il momento di ‘Quel filo che ci unisce’, brano che va oltre la melodia, tessendo un legame più profondo tra Ultimo e il suo pubblico, riflettendo forse anche il rapporto esistente tra artista e fan. Questa canzone, nonostante la sua delicatezza, riesce a sprigionare sepre un’energia particolamente intensa dal vivo.
E alla fine, ma certo non per ultima, spicca ‘Ti dedico il silenzio’, il brano a cui, personalmente, sono da sempre più affezionata. Panacea per le mie giornate turbolente e colonna sonora di molte notti insonni. Questo brano, in effetti, evoca le notti senza sonno e le emozioni profonde di un’intera generazione, regalando una poesia musicale rara e preziosa.
Chi di noi non è mai rimasto in silenzio, consapevole che le parole non sarebbero bastate a farci sentire compresi?
Giunge il momento, poi, di ‘Amati sempre’, ‘Occhi lucidi’, e ‘Quei due innamorati’. Durante quest’ultima canzone, sul palco del Maradona, è accaduto qualcosa di davvero speciale: due fidanzati sono stati invitati a salire per una proposta di matrimonio. Con spirito scherzoso, Niccolò ha voluto accertarsi che fossero davvero sicuri della loro decisione, prima di dedicare loro il brano mentre erano seduti dinanzi a lui. Lo sguardo autentico e commosso di Niccolò Moriconi ha reso tangibile la sua gratitudine e la sua emozione per quell’evento fuori programma.
Nel cuore dello stadio, in un momento di semplice bellezza, Ultimo scende dal palco per raggiungere una pedana al centro dell’arena. Lì, in un gesto umile ma potente, si siede al pianoforte e intreccia le note di alcuni dei suoi brani più intimi. Senza fronzoli né sfarzi, la sua musica riempie lo spazio, avvolgendo il pubblico in un’atmosfera di autenticità e condivisione.
Durante questo toccante intermezzo, il cantante regala al suo pubblico un medley di brani che includono ‘Altrove’, ‘I tuoi particolari’, ‘La stella più fragile dell’Universo’, ‘Giusy’, ‘Farfalla bianca’, ‘Pianeti’, ‘Piccola stella’ e ‘Vieni nel mio cuore’.
Sulla scia di “Vieni nel mio cuore”, Ultimo fa ritorno sulla pedana principale, accompagnato dalle note di “Alba”. Sullo sfondo dei maxi schermi, scorrono immagini della guerra a Gaza, un simbolo del conflitto e della sofferenza che affligge molte parti del mondo. È qui che l’artista, con il suo talento e la sua voce, si fa portavoce del suo dissenso.
Senza filtri né retorica, con semplicità e sincerità, condivide con il pubblico il suo pensiero, usando la musica come strumento di denuncia e di speranza per un mondo migliore. Sul finale, il video riavvolge il nastro sugli orrori e riporta la visione onirica di un mondo che torna alla normalità, alla pace, alla spensieratezza, esortando a immaginare uno scenario diverso da ciò che conosciamo.
Con gli ultimi brani in scaletta, “La stazione dei ricordi” e “22 settembre”, il cantautore avvolge il pubblico in un turbine di emozioni e riflessioni che culmina in “Sogni appesi”, brano che chiude il concerto, e che porta con sé una responsabilità enorme in questo periodo storico: quello di congedare le persone con un senso di speranza e di rinascita, ricordandoci che, nonostante le sfide e le difficoltà, i nostri sogni sono sempre lì, pronti ad essere coltivati e realizzati.
Di sera vado ai concerti. Di notte scrivo i live report.