La poesia di Francesco De Gregori incanta al Pistoia Storytellers

di Paola Pagni

Si è tenuto Lunedì 12 Luglio, in Piazza Duomo a Pistoia quello che già si preannunciava come un successo annunciato: era infatti sold out da giorni il concerto di Francesco De Gregori; un viaggio attraverso tutti i suoi anni di carriera, che ci ha accompagnati per due ore tra le righe di alcune delle poesie in musica più belle mai scritte.

Una platea gremita quindi, che ha avuto la fortuna di emozionarsi davanti ad una delle voci più longeve del panorama musicale italiano.

Le canzoni di De Gregori sono infatti un patrimonio impossibile da ignorare anche per chi non è avvezzo al cantautorato; un linguaggio il suo che oggi sembra raro, così ricco e perfettamente bilanciato da catturare completamente l’attenzione.

Non meno importante, l’eccellente accompagnamento musicale della sua band: ennesima dimostrazione di quanto l’esperienza faccia la differenza sul palco.

La partenza è di classe, solo voce e chitarra per i primi brani, che raccolgono l’attenzione del pubblico come un preludio classico: così dopo “L’uccisione di babbo natale” e “A Pa‘”, il cantante chiede un applauso al pubblico per accogliere la band.

Inizia quindi il viaggio: “Scacchi e Tarocchi” e “La testa nel secchio” incalzano il pubblico che risponde in maniera eccellente, nonostante le misure di sicurezza che anche stasera lo tengono composto.

C’è da dire che la natura stessa del concerto non ha fatto sentire particolarmente pesante l’obbligo di stare seduti.

Si entra nel vivo dello spettacolo: “La storia siamo noi”, “E quell’angelo eri tu”, “Atlantide”, arrivano una dietro l’altra fino a “Titanic“, attualizzata dal cantautore, in una versione meno melodica e più parlata.

“Il cuoco di Salò”, “Nero” si alternano nella linea temporale ideale che scorre insieme alla scaletta, fino a portarci ad una bellissima Alice che, come prevedibile, è accompagnata dalla voce di tutto il pubblico.

La Gallery della serata

Senza dubbio Francesco De Gregori ha deciso di portare l’emozione del pubblico ai massimi livelli: intona infatti i suoi più grandi successi uno dietro l’altro, in un crescendo di commozione impossibile da nascondere per tutti.

“Generale”, “Rimmel”, “La leva calcistica classe ’68”, “Buonanotte Fiorellino”, “La donna cannone”: esecuzioni perfette di una parte di vita di ognuno dei presenti.

Appena il tempo di risvegliarsi con “Cercando un altro Egitto” che si arriva ad i bis, preceduti dalla canonica pausa.

Sono soltanto 2 per la verità: “Il Vestito del Violinista” e “Viva l’Italia”.

De Gregori saluta il suo pubblico dopo aver presentato la sua strepitosa band: Guido Guglielminetti (basso e contrabasso), Carlo Gaudiello (tastiere), Paolo Giovenchi (chitarre), Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino) e Simone Talone (percussioni).

Chiude con un promettente “Grazie, rivediamoci presto” che non vediamo l’ora di onorare.

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