Il peggio ormai è passato: ce lo dice Mediterraneo nel suo Marenero

di Paola Pagni

La sensazione di libertà che si prova quando il peggio è oramai passato: Marenero è il nuovo singolo di Mediterraneo MEDITERRANEO , al secolo Alessandro Casali, cantautore dalla penna raffinata e dal suono elegante, in grado di unire cantautorato e ricercatezza stilistica.

Noi abbiamo scambiato qualche battuta con Mediterraneo in questa intervista:

“Marenero” parla di una ritrovata libertà dopo un periodo difficile. Qual è stata la tua ispirazione principale per questo brano e come pensi che il pubblico possa relazionarsi a questo messaggio?

Nella vita succedono molte cose, io in quel momento, mi ero da poco licenziato dal mio lavoro da elettricista per fare musica, ed il pezzo è nato proprio in quel periodo li. Non è stata una scelta facile, però nella mia vita mancava qualcosa e l’ho fatto anche se sono andato incontro ad un periodo complicato. Il messaggio che volevo far passare è quello che anche nel momento di mare in tempesta, di Marenero appunto, bisognerebbe riuscire a tenere una certa leggerezza. Se ci si riesce, alla fine da nero il mare diventa chiaro.

Hai prodotto “Marenero” insieme a Michelangelo. Come è nata questa collaborazione e in che modo ha influenzato il sound finale del brano?

Io e lui in verità suoniamo insieme da una vita, perché siamo entrambi di Cremona ed avevamo una band da ragazzini. Io ero il cantante e lui il batterista. Per cui ci siamo conosciuti grazie alla musica e da lì è nata un’amicizia che è sempre rimasta. Collaborare è quindi diventata una cosa naturale.

Siete sulla stessa lunghezza d’onda quindi?

In realtà io ho una visione un po’ più vintage della musica, mentre lui è molto più moderno. Mettere insieme queste due cose alla fine ci fa arrivare ad un buon risultato.

Le tue live session girate in riva al mare a Lerici sono molto suggestive. Cosa ti ha spinto a scegliere questa location?

Il live in riva al mare è una cosa che avevo in mente da un po’ di anni. E adesso ho sentito che il progetto Mediterraneo doveva partire così. Tutta la musica che faccio è fatta dai musicisti e da me; c’è veramente poco di digitale. Volevo far vedere questo,  che per me è fondamentale. ” Si suona”: questo è il concetto che volevo far passare. Ho scelto il mare, perché come si capisce anche dal mio nome, per me è un elemento centrale nella ma vita artistica e non solo. Io al mare mi sento a casa. Poi ho scelto Lerici perché partendo da Cremona, il mare della Liguria è il primo mare che incontri. Tutte le mie prime vacanze sono state lì, quindi era importante tornarci. Fare live al mare, di Mediterraneo, in Liguria, per me è come chiudere un cerchio.

Il tuo stile combina cantautorato, r&b e indie rock. Quali artisti o generi musicali ti hanno influenzato maggiormente e come riesci a integrare queste diverse sonorità nel tuo lavoro?

Quelli che mi hanno influenzato di più sicuramente sono Battisti, i Beatles e Antonio Carlos Jobim, io vado matto per la bossanova. Poi anche gli Artic Monkeys. Io gestisco queste influenze dandomi tanta tanta libertà. Si può prendere in prestito un po’ da tutti, però poi alla fine sei tu che ti devi gestire la cosa, restando libero anche dalle influenze stesse. Io personalmente cerco sempre di rielaborare tutto: ad esempio io quando scrivo smetto di ascoltare altra musica, perché altrimenti mi confondo.

Dal tuo primo EP “Sicilian Tape” fino ad oggi, come descriveresti la tua crescita come artista? Quali sono stati i momenti chiave che ti hanno portato fino a qui?

Tutto è partito ovviamente da quando mi sono licenziato. E poi c’è stato un susseguirsi di incontri che mi hanno confermato che stavo percorrendo il giusto pecoroso. Un giorno mi ha chiamato Axel Pani e mi ha detto che aveva sentito i miei lavori su Spotify e che avrebbe voluto lavorare insieme a me sul mio progetto. Da lì è nato Zefiro. Ed è stato forse il vero punto di svolta. Poi è arrivato l’accordo con Island. Quindi ci sono tante persone che hanno ritrovato nel mio progetto quello che cercavano.

Finora ti sei mai pentito della scelta che hai fatto?

Assolutamente no. Sicuramente fare l’elettricista era un lavoro più tranquillo ma penso che quella scelta sia stata proprio azzeccata. Quando fai la scelta giusta poi le cose si incastrano da sé. Inizia a girare la ruota ed è quasi una magia

Prossimi progetti?

Il 28 Giugno sarò a Pescara all’Arena del Mare e poi entro un anno uscirà quasi certamente un album, e nel frattempo anche altri singoli. Ma una cosa che posso dire per certo è che i miei pezzi saranno comunque sempre frutto di questa libertà di creare, quindi anche molto diversi l’uno da l’altro. Perché se scrivo ad esempio un pezzo funky come Marenero, poi voglio che quello dopo sia un’altra cosa, per avere uno stimolo diverso. Sempre musica suonata però: questo è fondamentale. Perché per me uno dei momenti più belli è andare in studio con i miei amici, musicisti, e suonare. Questa per me è l’unica maniera in cui il pezzo prende davvero vita.

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