This is rap: a Roma in scena l’underground italiano

di Arianna Orlando

Ieri sera Roma si è colorata di hip hop nella bellissima cornice di Villa Ada. “This is Rap”: un evento unico che ha celebrato la cultura underground della Capitale, dal film-documentario sulla storia del rap americano, al sorprendente beatbox fino al cuore della serata con il live show di alcuni dei principali esponenti del rap italiano.

Digging New York

Ad aprire la serata è il film-documentario “Digging New York”, un viaggio negli States alla scoperta delle radici dell’hip hop. Il protagonista è Danno, rapper dei Colle Der Fomento, che racconta attraverso i suoi viaggi ed i suoi incontri come questa cultura sia nata a New York. Nel suo peregrinare molte le collaborazioni con artisti di spicco della “golden age” rap, ma molti anche i confronti con la gente del posto che rappresenta l’anima di questa cultura urbana sempre in movimento.

Aliendee The Humanoid Beatbox Musician

Dopo la proiezione si cambia ambientazione e si passa sul palco che ospiterà il concerto. A scaldare gli animi in apertura ci ha pensato Aliendee The Humanoid Beatbox Musician, uno dei primi e più influenti musicisti del beatbox italiano. Con la sua arte di sostituire la musica con il solo utilizzo dell’apparato respiratorio/vocale, è stato il primo beatboxer a rappresentare l’Italia alla convention mondiale di beatbox di Londra, nel 2003. Durante lo show si è esibito riproducendo suoni quali basso, batteria, sassofono combinandoli insieme fino a formare delle perfette basi musicali.

Questa intro musicale denota lo spirito della serata che, non vuole essere semplicemente un concerto, ma un vero e proprio evento per celebrare il vero underground.

Si passa così al momento più atteso, una maratona di esibizioni da perdere il fiato fino all’1 di notte, momento in cui il concerto deve terminare per restrizioni esterne; altrimenti siamo certi sarebbe continuato chissà fino a che ora.

I protagonisti sono il simbolo della scena musicale: Egreen e DJ P-Kut, Lucci e Dj Ceffo dei BrokenSpeakers, i Good Old Boys – ossia Danno Colle Der Fomento, Kaos One, Masito, Dj Craim, Dj Baro.

La serata è stata fortemente voluta come una festa tra “amici, fratelli che spesso hanno percorso la stessa strada, sono saliti e scesi dagli stessi palchi, hanno scaldato e mandato in distorsione gli stessi impianti, bruciando gli stessi microfoni, mettendo a dura prova le stesse puntine e gli stessi mixer. Dopo tutti questi anni, costruire qualcosa di nuovo insieme era inevitabile. Così è nata l’idea di mettere in piedi uno show comune” dichiara Danno prima del live.

Il primo a salire sul palco è Egreen, rapper colombiano di nascita, ma italiano di attitudine e di acquisizione. Da subito sprigiona la sua grinta hardcore e stupisce per il suo flow velocissimo. Il ritmo è talmente alto che sembra impossibile possa sostenere un intero live a quelle pulsazioni, e invece Egreen è inarrestabile e si mostra un maestro di rime e di incastri.

Brokenspeakers_Villaggio_Globale - Laura_Sbarbori

Dopo di lui arriva Lucci, leader del collettivo romano Brokenspeakers che pochi mesi fa ha celebrato il decimo anniversario dalla sua fondazione (leggi il report). Lucci ci mostra un altro aspetto del rap italiano, quello più “intimo” e testimone delle avventure quotidiane. Non si è mai messo nessuna maschera che non gli appartenesse e ha ironizzato sull’essere “brutto e stonato”, rendendo questo un suo punto di forza. Si conferma, infatti, uno dei rapper italiani più talentuosi e purtroppo sottovalutati.

This is Rap - Villa Ada

Dopo i due assoli, arriva la crew Good Old Boys, il gruppo formato dai Colle Der Fomento (Danno, Masito e DJ Baro), Kaos e DJ Craim.

Kaos e i Colle Der Fomento hanno iniziato a collaborare quasi 20 anni fa, ma solo nel 2012 c’è stata l’unione ufficiale. Questi artisti sono stati sicuramente i precursori del rap italiano con una carriera più che ventennale alle spalle.

Kaos One

Kaos One è un rapper campano con una caratteristica inconfondibile: la voce graffiata e graffiante che è impossibile dimenticare. Il live, nonostante qualche problemino proprio a lei, il suo tratto distintivo, la voce, non ne ha risentito. Kaos ha infatti travolto il pubblico con un’esibizione coinvolgente. Accanto a lui i Colle Der Fomento, crew simbolo del rap romano di cui fanno parte Danno, Masito e Dj Baro. Tra i due rapper romani sicuramente spicca Danno, protagonista indiscusso dell’intera serata. Masito risulta infatti leggermente e inspiegabilmente sottotono.

Danno, invece, dà prova del suo talento con un ritmo e uno stile inconfondibile; tra tutti, infatti, è forse quello più “statunitense”, seppur ben radicato alla sua città, Roma. Non stupisce perciò che sia stato scelto proprio lui per il viaggio alla base del documentario “Digging New York”.

Ha sempre rappresentato infatti una serie di combinazioni nostrane, ma allo stesso tempo all’avanguardia per il nostro paese: dal modo di fare rap, all’approccio a questo mondo come un qualcosa di più grande che semplice musica, fino al modo di stare sul palco. Insomma Danno probabilmente è sempre stato tra i più avanguardisti del genere. Degni di nota anche i DJs che hanno animato la serata con basi di pregio e i freestyle che hanno intervallato le canzoni.

I Good Old Boys sul palco mostrano un’ottima sintonia e naturalezza. Tutto risulta fluido e ben intrecciato, nulla è forzato o eccessivamente caricato.

Il filo comune della serata è stato, infatti, il suo essere semplice, underground appunto. Seppur in una location più “raffinata” lo spirito è sempre lo stesso. Tutti i rapper mostrano di non essersi montati la testa, nonostante le lunghe carriere ed i riconoscimenti ricevuti. Girano tra la folla e ringraziano più volte quelli che li seguono da anni. “Nonostante tutta la strada fatta non ci dimentichiamo di tutte le persone incontrate”. I riferimenti sono ai fan, ma non solo. Lungo il cammino molti colleghi e amici se ne sono andati, ma sono sempre presenti nella memoria e ricordati ad ogni live. Tra questi spicca sicuramente il nome di Primo Brown, il rapper scomparso prematuramente lo scorso anno e membro dell’altro storico gruppo rap romano, i Cor Veleno.

Insomma, tutto è genuino e rappresentativo della vita e delle carriere di questi artisti, fatti da soli senza l’aiuto delle principali case discografiche e major di musica. Frecciatine che sembrano andare dritto alla nuova ondata rap-commerciale che si distanzia molto dal modo di fare musica e di vivere il genere hip-hop. Caso – o no – vuole tra l’altro che la serata coincida con la data romana di J-Ax e Fedez al Postepay Sound Rock in Roma (leggi il report). Le frecciatine al mainstream del duo sembra quindi piuttosto esplicito, dato lo stile veramente poco underground degli ultimi album e degli atteggiamenti pubblici.

Più volte durante la serata Danno ha ripetuto “Guardando indietro diciamo quanta strada, ma la cosa più bella è guardare avanti e dire quanta strada”. Siamo sicuri perciò che ci sarà molta strada ancora per questi esponenti della scena rap italiana.

Di seguito le principali canzoni del concerto:

Scaletta del Concerto

Egreen e DJ P-Kut

  1. Milano-Roma pt 2
  2. Tranne me
  3. Bene così
  4. Rap italiano
  5. Sulle spalle dei giganti
  6. Goddamn
  7. Come? Scusa?
  8. Chi? Cosa? Dove?
  9. Meglio di scopare
  10. Testa o croce
  11. Intro (È Davvero Meglio Che Scendi)

Lucci e DJ Ceffo

  1. Shibumi
  2. La mia natura
  3. Ancora giorni freddi
  4. Brutto e stonato
  5. Testamento
  6. Spaccaossa
  7. Poco di buono
  8. Basta con me
  9. Boombap
  10. Cingolati
  11. Non te riesce

Good Old Boys

  1. Prova microfono
  2. Coltelli
  3. Firewire
  4. Solo amore
  5. Distanze
  6. Pandora
  7. Capo di me stesso
  8. Prison Break
  9. Sergio Leone
  10. Ghetto Chic
  11. Piombo e Fango
  12. Uno
  13. Sul tempo
  14. Carcere a vota
  15. Cose preziose
  16. Più forte delle bombe
  17. Cor Veleno
  18. Coup de Grace
  19. Il cielo su Roma
  20. Drakaris
  21. Ciao, Ciao
  22. La fenice
  23. Carne da campagna elettorale

Report di Arianna Orlando

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