Martino Adriani, “E’ in arrivo la tempesta”: recensione

di Dafne D'Angelo

Dall’Ep d’esordio intitolato “Non date retta a me ” (2012) ad oggi, per il cantautore cilentino Martino Adriani ne è passata di acqua sotto i ponti. La carriera solista dell’artista subisce una virata improvvisa grazie al ruolo di Headliner in apertura a concerti di artisti quali Carmen Consoli, Vinicio Capossela, Diaframma, Marlene Kuntz, Bugo e altri. Queste esperienze live gli consentono di giungere alla maturita’ necessaria per completare il suo ultimo album   “E’ in arrivo la Tempesta”.

E’ in arrivo la Tempesta, più calma che ci sia…

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Nove brani, scanzonati, ma solo apparentemente leggeri. Ad un primo ascolto, l’album di Martino Adriani potrebbe sembrare il solito indie che segue la scia di cantautori quali Calcutta o Coez. Se si insiste invece in un ascolto più prolungato, si palesa la vera natura di un artista tutto da scoprire. Il brano numero 3 dal titolo “Sorrisi” è una ballad di qualità che, sotto diversi aspetti, ricorda il Daniele Silvestri di “Prima di essere un uomo”. Sembra di sentire la forza del Cilento con tutta la sua magia troppo spesso dimenticata. Ancora una volta l’etichetta Fleisch riesce a fare breccia sull’ascoltatore, pur presentando un artista che -in un certo senso- risulta più mainstream del solito.                           Il singolo estratto, intitolato Ariel è corredato da un video ben realizzato e fresco. Il testo segue la medesima via, citando “succo di lampone” e “musica d’Irlanda” insieme a un’altra lista di attività primaverili che raccontano l’inizio di una relazione.                               Il nome della protagonista (Ariel, ndr) rimanda inevitabilmente alla sirenetta del celeberrimo cartone animato, facendo ricordare ancora una volta la Puglia e i suoi fondali, il Cilento e la sua natura selvaggia pregna di odori.

il tuo odore di balsamo di fine estate,

di libro nuovo, di chewingum

Leonessa di….., di utopia, miele su tela, angoli di periferia

Il ritornello è accattivante, ma si confonde in mezzo a molti brani già sentiti.

Il brano più originale risulta essere “Paolo Conte nello Stereo“.

L’intro è profondo ed entra subito dentro. Interessante la timbrica e l’effetto sonoro utilizzato per ricreare un effetto megafono, probabilmente tramite pedale di distorsione voce.

Ora che sei per me più inebriante dell’Aglianico,

più indispensabile del fonico,

e mi dici sempre che son bello,

quando ti canto piccole canzoni,

metti Paolo Conte nello stereo

ed io mi innamoro ancora un po’

Forse non siamo più abituati a tanta dolcezza, alla delicatezza d’ali di parole che si sposano a musiche melodiche producendo un effetto melancholia, simile a un carillon che canta fiabe.

La tempesta preannunciata nel titolo è metafora di qualcosa che non trova spazio nelle scelte musicali, estremamente delicate e soft.                     Il tema del mare torna spesso.                      Va riconosciuto al cantatuore Adriani un largo uso del vocabolario, assai forbito e ricercato.

“Il mio mondo” chiude l’album in maniera coerente, ricalcando i medesimi suoni.

Viviamo questa quiete come fosse l’ultima

Recita nel testo Adriani, descrivendo bene con questa frase lo stile di una musica che è infatti incredibilmente quieta. Le canzoni proposte da Martino ti cullano trasmettendo relax.

“E’ in arrivo la tempesta” è un lavoro introspettivo che parla di sentimenti, seguendo un preciso fil-rouge senza mai uscire da sè.

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