Se Nascevo Femmina, l’album di protesta di Ilaria Viola – [Recensione]

di InsideMusic

S’intitola Se nascevo femmina, il nuovo disco di inediti di Ilaria Viola uscito lo scorso 24 maggio per Goodfellas/Lapidarie Incisioni. L’album, interamente scritto dalla cantautrice, è una denuncia socio-politica contro qualsiasi discriminazione

Qualche giorno fa ho avuto il piacere di intervistare Ilaria Viola e parlare del suo nuovo progetto discografico Se nascevo femmina. Ascoltare un album, confrontarsi poco dopo con l’artista che lo ha realizzato e poi ascoltarlo di nuovo, cambia (quasi) totalmente la percezione e la visione di ciò che ti sta davanti. Perché se all’inizio avevo intuito che Se nascevo femmina fosse un ottimo album, ricercato e riconoscibile – già dal titolo volutamente sgrammaticato – adesso ho la consapevolezza che questo disco sia il vestito perfetto per una personalità come Ilaria. Un abito cucito su misura dalla stessa artista su di lei, capace di indossarlo con maestria e temperamento, senza alterarne l’essenza.

Se nascevo femmina è un album apertamente “incazzato”, di protesta e femminista nel senso bello del termine, quello romantico. Un lavoro prodotto da Lucio Leoni e arrangiato da Giacomo Ancillotto che non lascia spazio a inutili retoriche. Il disco si apre con Bamboombeto – canzone nata dopo il viaggio di Ilaria in Giappone – che apparentemente sembra un richiamo antinipponico, ma altro non è che una denuncia alla globalizzazione e di come questa abbia spinto tutti i Paesi ad essere uguali, allontanando i richiami spirituali e i valori intrisi in ogni cultura. Mentre Lelia ha un sound più frenetico e veloce, dove la voce di Ilaria tende a coprirsi, in Per mezz’ora la voce è dolcemente presente nel raccontarci la bellezza e l’importanza di essere innamorati di ciò che si fa e di ciò che si è. In Mulini a vento invece Ilaria ci racconta la fine di una storia e tutto ciò che ne comporta.

La titletrack Se nascevo femmina è veramente una delle canzoni più interessanti, non solo dell’album, ma proprio nel panorama musicale nostrano. E’ un manifesto femminista contro stereotipi, luoghi comuni e qualsiasi idea prodotta dalla società maschilista. Perché se è vero che dagli anni ’70 ad oggi la condizione della donna è cambiata, è altrettanto vero che “la parità di genere” tanto decantata e sostenuta è uno “specchietto per le allodole”, e Ilaria non fa altro che farci presente che questa è solo una condizione formale che ci lasciano credere con la speranza che le cose restino a loro posto, o tornino addirittura indietro.

Stesso argomento femminista viene ripreso in La via di mezzo e in Martini dove affronta il tema degli incontri occasionali che, secondo la mentalità maschilista, per le donne è un tabù. Per la gola è l’unica traccia non firmata da Ilaria Viola, ma da Leila Bohlour, ed è musicata da Daniele Borsato. Nonostante la canzone tratti di un tema crudo quale il sopraffare di lui su di lei, è un brano ironico, grazie all’emergere della romanità di Ilaria.

In definitiva, Se nascevo femmina ci mette davanti una grande realtà: per trovare un buon progetto discografico, che sia allo stesso tempo stimolante e musicalmente qualitativo, non serve andare a cercare “ai piani alti” della musica italiana, basta fermarsi ad ascoltare la produzione emergente per scovare la freschezza di cui abbiamo bisogno.

Se nascevo femmina – tracklist

se nascevo femmina

  1. Bamboombeto
  2. Leila
  3. Per mezz’ora
  4. Se nascevo femmina
  5. Martini
  6. Per la gola
  7. La via di mezzo
  8. Mulini a vento
0

Potrebbe interessarti