Secret Diaries, lo strepitoso ritorno all’inglese di Elisa – [Recensione]

di InsideMusic

E’ uscito oggi il nuovo EP di Elisa, Secret Diaries, per la Island Records ed è disponibile esclusivamente in versione digitale. La nuova fatica dell’artista friulana è composto da cinque perle inedite realizzate interamente in lingua inglese

Sono le 6:52 di mattina: qualcuno dirà “sono i primi caldi”, altri invece “l’età avanza per tutti, anche per te”. Forse, anzi sicuramente sono entrambi i motivi, ma che ci vogliamo fare, d’altronde sono sempre stata una mattiniera, poi il caldo e, ahimè, il tempo che passa non aiutano di certo. La casa è vuota e silenziosa, una macchina in lontananza suona il clacson, il cane della vicina abbaia senza sosta ed il sole inizia ad alzarsi e a risplendere nel cielo azzurro. Prendo la mia barretta ai frutti rossi Fitness e, tra uno sbadiglio e l’altro, decido di immergermi in un ascolto atipico per una mattina soleggiata di fine primavera.

Lo ammetto subito così mettiamo le cose in chiaro: non sono una fan dell’EP, li considero una sorta di “assaggino”, uno “stuzzichino”, come quando vai ad un matrimonio e nell’attesa (infinita) del ricevimento, per tamponare la fame, ti portano un voulevant. Ecco, quei cosi striminziti quando ho fame non servono a niente. Io sono una fan del gran buffet, se c’è quello mari e monti è anche meglio, quando ho fame voglio saziarmi. E per me la musica funziona esattamente in questo modo qui, anche se bisogna stare sempre attenti a non fare indigestione. Ma – si c’è un “ma”, d’altronde tutte le regole hanno delle eccezioni, anche le mie – l’ascolto di Secret Diaries va oltre ogni tipo di voulevant. L’EP di Elisa ha la consistenza di un bigné ma il sapore di un tiramisù, somiglia a un’oliva ascolana ma ti sazia come un pezzo di parmigiana alle melanzane. “Devo recensirlo subito”, mi sono detta, mi prudevano le mani. Già questo dovrebbe bastare per farvi capire che cosa abbiamo davanti. Ma andiamo con ordine.

Il talento richiede la prova del tempo, e su questo non ci piove. Dopo oltre vent’anni di carriera sempre all’apice, possiamo considerare questa prova superata con lode da Elisa, un’artista sempre pronta e attenta, capace di arrivare al momento giusto – e anche quando non è il momento giusto è giusto lo stesso – con una spiccata attitudine al bello. Grazie a mia sorella ho ancora dentro al cuore il mini live di presentazione di Diari Aperti – d’altronde servono anche a questo le gemelle, no? – una magia senza precedenti, in prima fila con Elisa che ti canta addosso è uno dei momenti artistici più intensi e spirituali che io abbia mai vissuto: l’arte è l’arte, e chi la sa fare meriterebbe l’immortalità. C’è chi la preferisce nelle canzoni in inglese e chi in quelle in italiano, per quanto mi riguarda la voce celestiale dell’artista friulana riuscirebbe a far trovare interessante anche Il Pulcino Pio.

secret diaries elisa

1. Felling this way
2. You don’t love me like I do
3. I don’t do neverminds
4. My America
5. A parallel world

Il nuovo progetto discografico della cantautrice di Monfalcone rappresenta un ritorno all’inglese in grande stile. Un disco dove spiccano cinque brani cassici-moderni con un’identità forte e riconoscibile. Un EP pennellato da sonorità pianistiche ed acustiche. Il valore aggiunto è senza dubbio la voce di Elisa: duttile, dolce e risoluta al contempo, una personalità apparentemente fragile ma determinata, un’artista con una versatilità fuori dal comune, capace negli anni di passare dalla potenza del rock/pop americano più classico, al pop più tradizionale, passando per prove più sperimentali ed argute fino all’inevitabile confronto con la pop-song italiana.

Ad aprire le porte di Secret Diaries è Feeling This Way – versione inglese di Con te mi sento così – dove assistiamo ad un trionfo della vocalità sottile di Elisa. You Don’t Love Me Like I Do è una delle ballad più toccanti, l’apertura affidata al suono del pianoforte ci regala un tocco magico di rara bellezza. Ed ecco che arriva il timbro energetico “elisante” con I Don’t Do Neverminds, brano ballabile marchiato dal sound del basso che ti entra dentro. E poi c’è spazio per My America che, lo dico, tra le cinque è la mia preferita, già al primo ascolto ho esclamato: “c*** che canzone”, impattante, cantabile, magnetica, da brividi. A chiudere il cerchio di un album ampiamente riuscito è A Parallel World, egualmente rigoroso, dalla musicalità penetrante.

In definitiva, Secret Diaries è straordinariamente intimo e personale, un EP credibile all’istante, dal primo laitmotiv musicale. Un lavoro che va in crescendo, parte in punta di piedi ed esplode sul finale, d’altronde stiamo parlando di Elisa mica della zia Peppa che canta alla sagra della pizza fritta – con tutto il rispetto per la zia Peppa. L’unico difetto è che finisce troppo presto, si consuma tutto in circa venti minuti. Ma se dopo il primo ascolto vi sentite spaesati e nostalgici, fate come me: ripartite dall’inizio, riprendete in mano le vostre cuffiette e riascoltatelo tutto da capo, tutto d’un fiato, da Feeling This Way a A Parallel World. Perché sono sicura, questo è un progetto che rimarrà nel tempo, “nei secoli dei secoli amen”, perché si sa: i gioielli regali col passare del tempo non si consumano, ma acquisiscono valore.

Bentornata all’inglese Elisa!

Ph. Andrea Melaranci

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