“BLU CELESTE” di BLANCO – Recensione

di Leslie Fadlon

Si intitola “BLU CELESTE” il primo attesissimo album di BLANCO, uno degli artisti rivelazione del 2021. Un disco che giunge dopo il travolgente successo di brani come ‘’Mi fai impazzire’’ e ‘’La canzone nostra’’ e che viene pubblicato su etichetta Island Records.

Al fianco delle dodici tracce che compongono l’album altrettanti videoclip. girati da Simone Peluso per completare visivamente l’immaginario di BLU CELESTE. Alla produzione, il fidato collaboratore MICHELANGELO, “un fratello per me, ha contribuito profondamente alla mia crescita musicale e personale, lo definisco il mio angelo custode”.

Grazie anche alle sue collaborazioni di livello – come quelle con Salmo, Sferaebbasta, Mace – BLANCO è il più giovane artista italiano ad essersi posizionato per 14 settimane al primo posto della classifica Fimi/GfK dei singoli più venduti. Nei suoi brani, un’evidente disinvoltura nel muoversi tra i generi, contaminando stili diversi senza preoccuparsi di etichette o limitarsi in sovrastrutture. C’è libertà ed un’attitudine esuberante e provocatoria che si alterna a linee melodiche senza tempo.

Nonostante il suo piglio iper moderno, sembra che ad aver ispirato Blanco nella sua carriera siano stati cantautori come Celentano, Modugno, Gino Paoli e Battiato. Solo così si riesce a comprendere la profondità e la disperazione intrinseca ai brani di Blu Celeste, che ha la forma di una sorta di diario pieno di storie a volte urlate, a volte sussurrate.

“BLU CELESTE”

“BLU CELESTE” è un disco che si lascia ascoltare con curiosità. Nelle dodici canzoni che lo formano, BLANCO riesce con naturalezza a plasmare ed esorcizzare l’urgenza delle proprie emozioni, positive e negative, attraverso la musica, uno spazio vitale in cui raccogliersi e sfogarsi, dove “stare a peso morto nel mare”, come canta nella traccia che apre il disco Mezz’ora di sole. Il fil rouge per la veste grafica ed estetica del disco è il tema del mare, luogo di pace e di sfogo in cui immergersi e restare a galla, sospesi al di sopra di tutto ciò che il fondale nasconde, gli stessi abissi emotivi che spesso affiorano nei brani di BLANCO ma che l’ascoltatore può leggere e fare propri a partire dalle esperienze personali di ciascuno.

“Mezz’Ora Di Sole” si apre con archi vorticosi e un senso di rinascita legato ai momenti cruciali dell’esistenza: è il pezzo in cui il giovanissimo Blanco ci prende e porta con sé lungo questo viaggio nel suo personale oceano in tempesta. Ululati lontani ci avvicinano alla seconda traccia, “Notti in bianco”, il cui intento è quello di prendere la direzione dell’ottimismo e di un po’ di romantico: ‘’godiamoci sto viaggio/metti che sia l’ultimo’’.

Flash di amori andati e di emozioni si alternano su un beat firmato MICHELANGELO, che ha prodotto con Blanco quasi tutti i brani, escluso “Figli Di Puttana” che vede l’ingresso nella tracklist di Greg Willen. Questo brano tratta il tema dell’amicizia giovane e spavalda. Passiamo a tutt’altro tema, quello della perdita di un fratello, sulle note di “Blu Celeste”, che dà il titolo a questo disco altrettanto intenso. La title track commuove e mostra un Blanco che canta piano e voce; ”Sai Cosa C’è” torna invece su ritmi e synth anni ’80 per parlare di infatuazioni e movimenti sensuali, prima che inceda “Paraocchi”, quasi un seguito rispetto alla storia raccontata nel brano precedente.

Le “Lucciole” brillano in cielo mentre ascoltiamo la settima traccia, tra rabbia, passione e cuori che battono forte. E allo stesso ritmo cantiamo in “Finchè Non Mi Seppelliscono”, dedicato a quel tipo di passione che non ci lascia finché siamo in vita. Sguardi e sensazioni scorrono veloci sulle note di “Pornografia” mentre si è soli in una piazza piena di gente sul brano successivo, “David” ispirato al David di Michelangelo. Colori e profumi sembrano delinearsi di fronte all’ascoltatore sulle note di “Ladro di fiori” che mette al centro una donna, come avviene anche nell’ultima traccia di “Blu Celeste’’, ovvero “Afrodite”, una dea e il suo riflesso su certi sentimenti, mentre ci si sente smarriti e si cerca una novità capace di riempire il proprio vuoto.

‘’Tu sei qualcosa che non c’è mai stato” canta Blanco, appassionato. Così, questo artista ci intriga e ci ammalia, toccando le corde nascoste del nostro animo e facendoci viaggiare su brani che inaspettatamente ci portano ad apprezzare la familiarità con qualcosa di nuovissimo come la Generazione Z della musica italiana.

LA TRACKLIST DI BLU CELESTE

  1. Mezz’Ora Di Sole
  2. Notti in bianco
  3. Figli Di Puttana
  4. Blu Celeste
  5. Sai Cosa C’è
  6. Paraocchi
  7. Lucciole
  8. Finchè Non Mi Seppelliscono
  9. Pornografia (Bianco Paradiso)
  10. David
  11. Ladro di fiori
  12. Afrodite
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