Peter White : la scrittura è il mio approccio alla musica preferito

di Paola Pagni

Nato a Roma nel febbraio del 1996, Pietro Bianchi, in arte Peter White ,ha sempre amato scrivere, soffermandosi su sensazioni e scene che vede, sente ma, soprattutto, vive.

“In questo mondo dove ormai tutto va categorizzato ed etichettato”, con la sua musica Peter “si sente fuori da tutto”.

La sua grande passione è il cantautorato.

Nelle sue esperienze musicali Peter White tenta di riecheggiare questo mondo mischiandolo con il pop e il rap.

I testi raccontano esperienze e vissuti dove tutti possono provare sensazioni personali: dalle descrizioni di un amore particolare ad episodi comuni della quotidianità.

È appena uscito Sabato Sera, il nuovo singolo di Peter White, Feat. Gemello: un brano sorprendente per la sua capacità evocativa, dove la sonorità fortemente cantautorale ed il rap di Gemello si armonizzano perfettamente, andando a creare una canzone che fa sognare ad occhi aperti.

Sì, perché in queste note, ognuno si può perdere nei ricordi di sabati sera vissuti, ritrovando le stesse luci, sensazioni e colori che Peter White descrive con tanta accuratezza.

Dopo aver ascoltato Sabato Sera per 3 volte di fila (ed erano solo le prime di molte n.d.r.), ho fatto questa chiacchierata con Pietro.

peter white

INTERVISTA

Ciao! Benvenuto su InsideMusic! Come devo chiamarti Peter o Pietro?

Scegli tu dai (ride)

Ok allora Pietro, è più umano (ridiamo). Intanto complimenti perché Sabato Sera è bellissima.

Un’attenzione alla melodia ed al testo che è un vero sospiro di sollievo rispetto a troppe cose che si sentono in giro adesso.

Sabato Sera è un brano cantautorale, con immagini anche molto evocative e delicate: vuoi raccontarcene un po’ la storia a livello di significato?

Sicuramente hai centrato la tematica principale della canzone: è un brano molto evocativo.

Secondo me è u ascesa fino ad arrivare ad un ritornello che va a trattare un po’ l’indecisione ed il mistero del Sabato Sera,

che può essere una serata passata sul divano davanti alla TV, oppure può essere una serata che non finisce mai, in giro dall’aperitivo a notte fonda.

E poi si racconta la metafora di un contrasto tra due caratteri: da una parte una persona che con la sua calma ricorda i paesini inglesi con le ville a schiera dove i Pub chiudono presto, dall’altra qualcuno che invece rappresenta più Roma, come qualsiasi altra metropoli, una città che non si spegne mai.

Invece musicalmente come hai costruito questo brano?

Secondo me è giusto innanzi tutto dire che la particolarità del brano sta proprio nel featuring con Gemello: questo contrasto agrodolce tra una chitarra, molto semplice, e la sua parte Rap.

Abbiamo aggiunto un giro di basso acustico che ha dato una sua impronta ancora più particolare.

Io poi collaboro con Niagara e Polare ed il nostro lavoro di produzione è diciamo e tre teste: quindi è partita così, da me che ho scritto una strofa molto spensierata.

Ho mandato la bozza a Gemello, gli è piaciuta tantissimo e poi causa lockdown abbiamo dovuto lavorare da due diverse abitazioni.

Però il dialogo c’è stato lo stesso, e quindi è uscita fuori Sabato Sera.

Ed è uscita fuori proprio bene, aggiungo io

(Ride) Grazie, anche perché non è facilissimo coordinarsi a distanza, soprattutto in fase finale di produzione, e quindi siamo ancora più soddisfatti del risultato, visto che ci siamo anche un po’ impazziti dietro.

Nel tuo percorso musicale, qual è il tuo punto di riferimento a livello di ascolto?

Sicuramente tutta la canzone d’autore.

Già dai viaggi che facevo in macchina con i miei genitori, dischi su dischi che mia sorella, più grande di me di tre anni non sopportava, invece io li adoravo.

Praticamente li conosco tutti perché all’epoca era uscita una collezione di CD che ripercorreva dagli anni 50 agli anni 90, quindi me li sono ascoltati in toto, direi che me li mangiavo proprio.

Poi chiaramente crescendo ho avuto anche una certa influenza RAP perché è un genere che per la mia generazione è stato sicuramente importante.

Però sicuramente prima viene il cantautorato… con De Gregori come baluardo.

Come hai iniziato a fare musica e quando hai capito che volevi farlo davvero?

Il mio approccio alla musica si sviluppa in due fasi : da una parte  ho le note scritte, dall’altra ho i memo vocali, con melodie ed accenni.

Scrivo da sempre, e la scrittura è il mio approccio alla musica preferito;

Cronologicamente ho prima iniziato a suonare la chitarra in prima media, e la già iniziavo a scrivere.

Al liceo ho cominciato a fare un po’ di freestyle con i miei compagni, ma sempre usando testi un po’ più profondi e introspettivi.

Poi sai non è facile dare un tempo preciso, non si sa realmente quando uno inizia: semplicemente ti guardi indietro e vedi un po’ del tuo percorso rendendoti conto che,

 quando nemmeno te ne accorgevi, i stavi cominciando a fare un passo verso la musica, più importante del giorno prima.

Tu hai spaziato un po’ su diversi generi, pop, rap, cantautorato; c’è un genere in cui invece non ti cimenteresti mai?

Innanzi tutto io non amo categorizzare la musica in generale , però è certamente giusto che ci sia un punto di riferimento per gli ascoltatori in generale.

Tuttavia, non penso si possa categorizzare l’arte ed è difficile porvi dei limiti; però se ti dovessi dire qual è il genere che proprio non fa per me è la trap.

Io non mi vedrei mai a farla, ma non perché non mi piaccia ascoltarla: semplicemente non è il mio genere.

Spesso comunque questo genere è un po’ banalizzato dall’opinione popolare , perché in realtà anche li c’è tanto lavoro, di scrittura e di produzione.

La trap deriva comunque da un fenomeno culturale americano, non è così superficiale.

In questo Brano collabori con Gemello: come è nata questa collaborazione?

Il modo in cui ci siamo conosciuti è piuttosto divertente.

Praticamente io avevo fatto uscire da poco io mio disco, era un sabato sera e stavo per suonare in un locale di Roma; quindi era la mia prima data ufficiale a Roma ed ero molto emozionato.

Il caso volle che Gemello quella sera stesse passeggiando nei dintorni di Ostiense, dov’era questo locale:  si interessò perché vide una gran fila fuori e quindi chiese “ chi suona stasera? “

Quando gli hanno detto Peter White, ha pensato fosse un cantautore di Atlanta (ride) e si è incuriosito.

Ha cercato una mia canzone al volo nel parcheggio, gli è piaciuta, ed ha deciso di entrare.

Io ho avuto giusto il tempo di presentarmi perché dovevo salire sul palco, e lui è rimasto quasi fino alla fine.

Successivamente ci siamo risentiti e parlando abbiamo deciso di scrivere una canzone insieme.

È stata una di queste coincidenze che secondo me fanno proprio parte della musica e di come nascono le canzoni.

Coincidenze molto affascinanti

Ma poi anche il titolo della canzone: noi prima abbiamo deciso per Sabato Sera appunto, poi successivamente ho fatto mente locale e sono andato a vedere quando ho conosciuto Gemello la prima volta.

Indovina? Era un sabato sera!

Sincronia assoluta quindi !

Una domanda per chiudere : quali sono i tuoi progetti per l’immediato futuro?

Sicuramente qualche attività la faremo, visto che adesso stiamo lavorando tanto alla parte di studio.

Tra qualche giorno partiremo per il nostro consueto ritiro spirituale in montagna, dove con un po’ di amici faremo tanta musica.

Per quanto riguarda i live, in questa situazione ha anche senso aspettare.

Sicuramente mi piacerebbe fare qualcosa, ma non vorrei che a causa delle restrizioni venisse penalizzato lo spettacolo.

Spero che riusciremo a trovare comunque il modo di realizzare qualcosa di carino.

Io personalmente me lo auguro, perché a tutti mancano certe emozioni.

Si, io sono il primo che vorrebbe andare ai concerti da spettatore, oltre che a farli, però la via di mezzo deve essere valida altrimenti meglio aspettare.

Che dire, aspetteremo anche noi il prossimo live, magari proprio di Sabato Sera.

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