Usciva ben 21 anni fa, nel maggio del 1999, ‘’Non è per sempre’’ degli Afterhours. Pubblicato per la Mescal, il disco conteneva tredici tracce e la grande responsabilità di seguire, due anni dopo, il capolavoro “Hai paura del buio?”. Ma non fu impresa difficile per questo sesto album, che portava con sé alcuni dei brani diventati storici per la band. Prima tra tutti la title track, “Non è per sempre”, che oggi ancora risuona col suo splendido fischiettio, spesso con performance che Agnelli & Co. scelgono di realizzare direttamente in mezzo al proprio pubblico.
‘’Non è per sempre” – il disco
“Non è per sempre” è un disco compatto, che sceglie di essere, rispetto al disco precedente, meno ruvido e più accattivante. Si tratta del disco che vede l’ingresso in formazione del violinista Dario Ciffo e la collaborazione di Roberta Castoldi al violoncello. Una formazione nel 1999 composta da Manuel Agnelli a voce, chitarra e tastiere, Giorgio Prette alla batteria, Xabier Iriondo alla chitarra, Andrea Viti al basso e come dicevamo, Dario Ciffo al violino.
Sulla copertina, una foto di Barbara Forni, già autrice delle foto di ‘’Germi’’.
Il disco prende avvio con la psichedelica e onirica “Milano circonvallazione esterna”, un esplicito tributo ai Suicide. A seguire c’è la title track, che come detto in precedenza, si è fatta manifesto, per la band. “Non è per sempre” è un brano ricco di speranza, dedicato alla rinascita e a chi si sente, in qualche modo, sbagliato. Manuel Agnelli ci consola dicendo una cosa molto importante, ovvero ‘’Il tuo diploma in fallimento è una laurea per reagire’’. E ci riempie, decisamente, il cuore. Arriva poi ‘La verità che ricordavo’, poco più di tre minuti di un rock esplosivo. Il brano più atteso dalle fan donne, grazie alle esibizioni accompagnate da microfono roteante e t-shirt o camicie strappate dal frontman degli Afterhours.
“Oppio” è un brano che solo in pochi hanno avuto l’onore di ascoltare dal vivo. Un brano dalle sintonie ascetiche, che ci regalano orizzonti in cui si perdono, con gioia, i sensi. E una fiamma brucia. Un rock crescente che si fa distorto ci accompagna sulle note di ‘‘Non si esce vivi dagli anni ’80’’. Agnelli ci canta del fallimento culturale di una certa scena, assopita dalla televisione e piegata ai canoni del nazional-popolare.
A riguardo, l’autore dichiarò:
“Si sta sottovalutando il fatto che il ritorno agli anni Ottanta vuol dire anche ritorno a un modo di vedere le cose in modo molto superficiale e molto piatto: menefreghismo, qualunquismo, e soprattutto arroganza, che erano un po’ gli stilemi degli anni Ottanta. C’è un grossissimo pericolo, secondo me, di tornare indietro.”
Con “Baby fiducia” gli Afterhours ci accompagnano – e non è un caso isolato in ‘’Non è per sempre’’ – sulle note della tenerezza. Si tratta infatti di un brano sulla purezza e sulla solitudine. Che ci ricorda che ‘’il fuoco è bello, sì, ma brucia’’.
Scuote, come il ritmo che la contraddistingue, ‘’Tutto fa un po’ male’’, dedicata alle aspettative che non diventano realtà. Il tradimento che la vita spesso ci riserva e che fa un po’ male. L’odio diventa carburante nobile e si accetta di tradire persino sé stessi.
Arriva poi un pezzo molto punk, nel suo spirito: “Superenalotto”, che, come un ossimoro rispetto al premio indicato nel titolo, racconta di una vita ‘’senza semplicità’’. Ma che non ha bisogno di doversi nascondere dietro una fervente immaginazione. Perché si basta e come canta Agnelli: ‘’non mi devo inventare una vita, ne ho già una!’’. Sensuale, nella sua disperazione,”L’inutilità della puntualità“, ci trascina di fronte ad una storia difficile e a delle domande come “In fondo ero un tuo organo vitale o mi ricordo male?”.

Ma è “L’estate” il pezzo più sexy di “Non è per sempre”. Un’estate che ci cola tra le gambe. Tra umori e bagliori, questa canzone descrive perfettamente una fragorosa e splendente infatuazione. Un amore in potenza. Amore, un sentimento invece arrivato alla sublimazione sulle note di ‘’Bianca’’, altro brano iconico nella carriera di questa eccezionale band.
La rock band milanese ha inserito poi nella tracklist “Oceano di gomma”, sei minuti di pura bellezza. Un amore difficilissimo da raccontare, in un brano che rimane aperto a centinaia di interpretazioni. E che, anni dopo, è stato reinterpretato anche da Vasco Brondi de Le Luci della Centrale Elettrica, emozionando anche un pubblico che magari non ne conosceva la versione originale del 1999.
“Non è per sempre” si conclude parlando di come riconciliarci con noi stessi e con il tempo sprecato: “Cose semplici e banali” nasce da un riff di chitarra che si adagia su suoni distorti. E cresce come la voglia di rinascere del protagonista, che sceglie di addentrarsi in una nuova Era. E quale brano poteva essere migliore per accedere agli anni 2000 cui la band si stava accingendo ad entrare? Oggi, in un 2020 molto oscuro, vogliamo credere che i pensieri positivi contenuti in questo album straordinario possano ancora valere.
E quindi, cantiamo tutti insieme:
‘’..è una nuova era anche per me!’’

Rock’n’roll lover. Afterhours Lover. Good lyrics lover.