La giornata che abbiamo vissuto due giorni fa è destinata a rimanere nella storia dell’umanità. Per la prima volta abbiamo visto con i nostri occhi un buco nero, seppur in fotografia. Anzi, se vogliamo essere più precisi, abbiamo visto un orizzonte degli eventi, da una simulazione di dati da onde radio. Non staremo qui ad analizzare scientificamente la rilevanza del fatto e le scoperte che ne potrebbero derivare, ma c’è comunque qualcosa che potrebbe interessarci. La grandezza di quella foto sta in un preciso particolare: fotografare vuol dire “scrivere con la luce”, elemento completamente assente nel caso di un buco nero. L’impresa ha quindi reso concretamente visibile l’invisibile, possibile l’impossibile. E’ questa la storia: abbiamo realmente fatto un passo avanti. Lo spazio e tutto ciò che in esso è presente ha costretto l’umanità a camminare con o sguardo verso il cielo, a sognare l’infinito. Senza questa presenza i poeti non avrebbero avuto versi da scrivere, i cantanti non avrebbero avuto di che cantare tanta l’ispirazione che l’arte ha tratto dall’ammirazione dello spazio. Oggi tra l’altro è anche l’anniversario della prima volta dell’uomo nello spazio, celebriamo quindi questi due eventi attraverso una selezione di brani che portano il cielo in terra, parlandoci e trasmettendoci i suoi sogni.
Prima di iniziare: le canzoni riguardo lo Spazio NON sono elencate in ordine di importanza ma in ordine puramente casuale.
- Space Oddity, David Bowie
Lo spazio come metafora dell’alienazione e della solitudine, un brano in grado di far percepire il vuoto cosmico presente non solo fuori, ma anche dentro ognuno di noi. D’altronde, non c’è bisogno di ribadire l’importanza storica della canzone, né tantomeno che David Bowie abbia ribadito in più occasioni di provenire da un altro pianeta. Piccola curiosità: questa canzone viene riprodotta continuamente dalla Tesla lanciata da Elon Musk nello spazio, ed è stata suonata dall’astronauta comandante Chris Hadfield a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
- Planet Caravan, Black Sabbath
La contemplazione del blu e la realizzazione della piccolezza umana in un pezzo da brividi, sperimentazione dei Black Sabbath con una effetto abbastanza inusuale per l’epoca, applicato sulla voce di Ozzy Osbourne per fonderla con le percussioni sullo sfondo e dar vita ad un viaggio intergalattico a cavallo di note musicali come astronavi.
- Passaporto Per Le Stelle, Pooh
Una di quelle perle rare della musica italiana, la storia di un ragazzo ed una ragazza, entrambi abituati a vivere in maniera semplice, in campagna, che vengono selezionati dal presidente del loro stato per andare a popolare un mondo lontano, dato che il loro sta per essere distrutto dall’ennesima ed ultima guerra. D’altronde il testo è di Valerio Negrini, che ve lo dico a fare?
- Contact, Daft Punk
Capolavoro strumentale del Grammy per il Miglior Album 2013, un incontro tra musica analogica e digitale, il cui sviluppo parte da una registrazione reale concessa direttamente dalla NASA, in cui un astronauta, durante la missione Apollo 17, comunica alla base sulla Terra di star assistendo a qualcosa di insolito: “c’è qualcosa la fuori”.
- Suicide by a star, God Is An Astronaut
Altra strumentale, altro viaggione. Questa volta però ci spostiamo sul post-rock, che con le sue atmosfere riesce perfettamente a far da colonna sonora ad un universo in continuo movimento, musica e spazio in espansione e sincronia.
- L’astronauta, Jovanotti
Bellissimo brano di un cantante che di scrittura ne sa qualcosa. Una musica che richiama gli scenari di Interstellar, la storia di un astronauta bloccato nello spazio che, con la sua ultima riserva di ossigeno, chiama la Terra per salutare la sua amata, il suo ultimo pensiero. Il ritornello è una supernova d’emozioni, la vicenda di un amore che raggiunge le stelle per esplodere e far spazio al silenzio.
- Black Hole Sun, Soundgarden
Pezzo emblema di un decennio immortale, gli anni ’90, in cui la cripticità dei testi era una consuetudine. Qui il buco nero è una speranza, rappresenta la volontà di vedere sparire nel nulla ciò che porta sofferenza, e la malinconia di questo brano ne accompagna il significato. Probabilmente la prima canzone a cui il mondo ha pensato dopo l’immagine storica che ci ha portato a scrivere questo articolo.
- Starlight, Muse
Tormentone impossibile da non conoscere. La band nel 2005 si rese conto di essere isolata dalla scena musicale, rientrando in un genere unico. Questo senso d’isolamento portò a scrivere questa bellissima canzone, in cui i buchi neri risucchiano, come dice il ritornello, tutte le speranze e le aspettative. Successo immediato che dominò le classifiche allora e i nostri Spotify ancora oggi.
- Apollo 11, Negramaro
Niente da fare, possiamo ascoltare anche musica fatta su Marte, ma i migliori scrittori ce li abbiamo noi. Un testo da brividi, in cui la Luna, da sempre metafora dell’irraggiungibile , viene spogliata del suo significato dopo lo storico allunaggio del ’69. Ma nonostante tutto, alla fine, resta sempre la solita Luna, capace di dar vita ad un capolavoro del genere, irraggiungibile anche dopo essere stata raggiunta.
- Eclipse, Pink Floyd
Ultimo brano dell’album più amato della storia, metafora di come tutto ciò che esiste sia contaminato dalla natura umana, come se fossimo la Luna che nasconde il Sole in un’eclissi.
Non credo ci sia ancora qualcuno che non l’abbia ascoltata.
- Man on the Moon, R.E.M.
Colonna Sonora di uno dei più bei film di Jim Carrey, incentrato sulla vita del comico Andy Kaufman.
Qui l’irraggiungibilità della Luna diventa motivo di speranza: se ci si crede abbiamo raggiunto la Luna, per cui non c’è altro che non possiamo fare. La fede nell’impossibile che viene ripagata, come dimostra la fotografia dell’orizzonte degli eventi
- L’attrazione, Noemi
Scritta da Giuseppe Anastasi (uno dei migliori scrittori musicali italiani) ed eseguita da Noemi (una delle più belle voci), questo brano è un trionfo di delicatezza. Il sentimento che lega due persone è così forte da essere paragonato ad un’attrazione gravitazionale, così unico da andare in senso contrario all’intero universo. Altra perla rara della musica italiana, davvero una canzone bella come poche.
- Rocket Man, Elton John
Uno dei brani più famosi di Elton John, valsogli la fama mondiale. La descrizione della vita di un’astronauta e dei sacrifici che comporta. Nel 2017 il filmmaker Majin Adin ha reinterpretato il significato della canzone, girando un video musicale degno di nota, in cui l’astronauta non è che la metafora di un uomo costretto a migrare via dalla famiglia a causa della fame e della povertà.
- Cygnus X-1, Rush
Sempre nel loro stile prog impossibile da replicare, i Rush raccontano della scoperta del primo buco nero, il quale non è una stella morta, bensì una stella che si rifiuta di morire, diventando un probabile portale per altre dimensioni. Il racconto termina con un astronauta che percepisce la presenza del buco nero e non riesce più a scappare, venendo condannato a morte.
Bellissima la visione del buco nero come stella che rifiuta di morire e l’utilizzo del prog in upbeat per la creazione di sonorità astrali.
- No time no space, Franco Battiato
Nessun tempo, nessuno spazio. La comprensione che ne deriva è che dal più piccolo degli esseri esistente al più grande dei corpi celesti, tutto non è che vibrazione. Tutti siamo uno, ci differenziamo solo per il modo in cui gli atomi che ci compongono si aggregano, e la conoscenza dello spazio, emblema del mistero e del futuro, rafforza la speranza che il progresso sia tanto scientifico quanto filosofico-spirituale. Per disquisire su Battiato non basterebbe una vita intera.
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