Home Interviste Tour Music Fest cerca l’autenticità, come ci spiega Gianluca Musso

Tour Music Fest cerca l’autenticità, come ci spiega Gianluca Musso

by Alessia Andreon
performance singer via Tour Music Fest

Dopo il successo delle ultime edizioni, torna nella Repubblica di San Marino il Tour Music Fest – The European Music Contestdal 24 novembre al 1° dicembre 2024 con la sua 16a edizione. La rassegna musicale con contest interno, che dal 2007 ha chiamato a raccolta circa 180mila aspiranti cantanti e musicisti tra cui artisti come Ermal Meta, Mahmood, Loredana Errore, Renzo Rubino, Federica Carta, Ariete e molti altri,  vedrà la partecipazione di oltre 650 formazioni artistiche emergenti provenienti da tutta Europa, selezionate tra più di 29.000 partecipanti, per 8 giorni di eventi gratuiti, concerti, masterclass e talk, all’insegna della musica del futuro, alla ricerca delle tendenze del domani.

Tour Music Fest – The European Music Contest,

Il TMF vedrà protagonista la migliore musica emergente europea insieme a Beppe Vessicchio, Kara DioGuardi, il rapper Ensi, la vocal coach Paola FolliMazay DJAnnalù e molti altri esperti della musica italiana e internazionale. Il festival diffuso TMF ha toccato 12 nazioni in 4 mesi, coprendo una distanza complessiva di 16mila km, ascoltando circa 18mila tra band, cantautori, dj e dj producer, rapper, junior e baby singer e musicisti  provenienti dall’Italia e più di 10mila da Austria, Francia, Germania, Malta, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Svizzera e San Marino. I selezionati si sfideranno così nei principali teatri della Repubblica di San Marino per vincere il titolo di Artist Of The Year 2024. 

Intervista al direttore generale del Tour Music Fest 2024 su come si coltiva un talento musicale proteggendolo:

Gianluca Musso, dopo 16 edizioni e 18 anni di organizzazione del Tour Music Fest – le cui finali europee quest’anno si svolgono dal 24 novembre al 1° dicembre a San Marino, ha un’esperienza senza eguali sui nuovi talenti e sulla ricerca della ‘musica del domani’:

La ‘musica del domani’ è un panorama in continua evoluzione, un mosaico composto da generi che si mescolano e si contaminano reciprocamente. Quello che noto è che i giovani artisti non hanno paura di sperimentare. Vediamo artisti che utilizzano strumenti tradizionali accanto a produzioni elettroniche avanzate, che mescolano lingue, culture e influenze diverse. Riprendono generi musicali del passato dandogli vestiti musicali nuovi e originali. La musica del futuro sarà sempre più globale, inclusiva e personale: l’identità artistica non sarà definita da un genere ma da un messaggio e il nostro compito al TMF sarà quello di aiutare gli artisti a trovare e coltivare quel messaggio attraverso la loro musica”.

Il TMF è senza dubbio una grande occasione per studiare e crescere, acquisire conoscenze, strumenti e spessore nel definire l’identità di un artista e gran parte del delicatissimo lavoro preparatorio è svolto da tutor e coach:

I coach del Tour Music Fest hanno un approccio che definirei umano, prima ancora che tecnico. La priorità è conoscere l’artista, comprendere il suo percorso e le sue aspirazioni. Non cerchiamo un talento perfetto, cerchiamo autenticità e voglia di migliorarsi. Ogni feedback è personalizzato, costruttivo e mai demolitorio. L’obiettivo non è cambiare l’artista ma dargli strumenti per evolversi. Questo approccio è particolarmente importante perché un artista, soprattutto all’inizio, ha bisogno di sentirsi ascoltato e incoraggiato, non giudicato”.

Un approccio controcorrente quello del Tour Music Fest che fornisce masterclass di altissimo livello e occasioni di confronto tra grandi esperti della musica e i numerosi partecipanti che sperano, un giorno, di sfondare in questo settore. Oggi i format legati alla musica sono per lo più talent con meccanismi che sfruttano gli artisti e la loro creatività:

I talent show hanno sicuramente il merito di portare la musica nelle case di milioni di persone, ma generalmente hanno una mission che si concentra più sull’intrattenimento che sul percorso di crescita degli artisti. Gare serrate, eliminazioni, eccessiva pressione.  Il TMF vuole essere un’alternativa: un ambiente protetto dove la competizione c’è, ma è un mezzo per crescere, non per distruggersi. Non si tratta solo di vincere, ma di imparare, di costruire relazioni e di trovare un equilibrio tra arte e industria”.

La musica – continua Musso – è uno strumento potentissimo per esplorare e raccontare il proprio mondo interiore. Aiuta gli artisti, soprattutto i più giovani, a dare voce a emozioni, sogni e paure. Un contesto protetto e guidato come quello del TMF offre loro lo spazio per sperimentare senza timore di sbagliare. Al TMF un errore non è mai un fallimento ma unopportunità per imparare. Quando un giovane artista si sente accolto e sostenuto, riesce da una parte a performare meglio mostrando ai coach le sue vere qualità artistiche senza il filtro dellansia da prestazione, dallaltra a guardarsi dentro e a scoprire il proprio valore. Questo non solo lo aiuta come musicista, ma lo forma come persona. Alla fine, la nostra missione è proprio questa: aiutare gli artisti a crescere, non solo artisticamente ma anche umanamente, perché è la persona che fa lartista, e non il contrario”.

Potrebbe piacerti anche