Da venerdì 15 novembre è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “MERCURIO”, il singolo di debutto dei SELVA OSCURA. Il brano è estratto dall’EP omonimo, che uscirà il 6 dicembre 2024.
La band è guidata da Umberto Maria Giardini, cantautore e musicista italiano originario delle Marche, ma che dal 1996 vive a Bologna, dove ha sviluppato tutta la sua carriera artistica. Dopo aver utilizzato il nome d’arte Moltheni dal 1999 al 2010, l’artista ha scelto di proseguire sotto il proprio nome dal 2012, dando vita a un nuovo capitolo musicale.
L’EP Selva Oscura esplora una fusione innovativa tra hard rock e psichedelia, con immagini evocative che richiamano la natura, la psiche e le derive della mente. Il progetto si distingue per un amore profondo verso il rock duro, creando un immaginario autentico, a tratti ipnotico e inaspettato, che lo rende unico nel panorama discografico nazionale. Selva Oscura segna il superamento dei vecchi limiti, spingendosi verso nuove direzioni con naturalezza e forza.
Abbiamo chiesto ad Umberto, voce dei SELVA OSCURA di parlarci meglio del sound della band che abbiamo conosciuto con Mercurio.
Ciao Umberto! Non posso evitare di chiedervi come mai questo nome per la band così evocativo, SELVA OSCURA, cosa volete comunicare?
Non vogliamo evocare ne comunicare niente. Lo abbiamo scelto senza pensarci troppo su, è stato tutto molto più superficiale e spontaneo di quello che sembra.
Nello specifico invece MERCURIO cosa vuole trasmettere a chi ascolta?
Non ci poniamo di trasmettere qualcosa di particolare verso coloro che ascoltano la nostra musica. Il nostro è un approccio diretto, e così va interpretato e tradotto.
Ognuno di noi ha una sensibilità e preparazione verso la musica molto diversa, molto personale, in tal senso è giusto che ognuno legga tra le righe quel che preferisce.
Amore, ossessione, viaggio mistico, visione di un futuro poco rassicurante, speranza in qualcosa che in realtà non ci sarà mai.
Qual è il processo creativo dietro ad un vostro “prodotto”, chi scrive e chi si occupa delle sonorità?
Scriviamo tutti assieme, portando in sala prove idee e appunti che ci girano in testa. Io mi occupo poi dei testi e dei successivi cantati, cucendo nel mio personale “modus operandi” il tutto. Ogni brano nasce in un modo poi si trasforma, occasionalmente cambiando anche totalmente, ma il metodo è molto old style.
A proposito di sonorità quali sono le vostre influenze?
Ascoltiamo tutti moltissima musica, tuttavia non abbiamo grosse influenze poichè in sala prove non parliamo mai di musica.
È evidente l’interesse per il rock psichedelico, è un timbro che volete vi identifichi anche in futuro?
Il progetto strizza l’occhio in modo evidente a certe riminiscenze dei primi 70a ma anche 90a, però confesso che, in sala prove suoniamo a ruota libera. La mia interpretazione della voce dà di fatto un vestito molto preciso e collocabile agli 90a, ma oltre all’hard rock e alla psichedelia c’è altro. Il metal ci piace moltissimo quello probabilmente è l’approccio (o il suono) che fa da amalgama a tutta la nostra produzione; Credo parta tutto da lì.
Che progetti avete per l’anno nuovo come band?
Ci interessa suonare dal vivo e far comprendere al pubblico l’alto livello che si può raggiungere anche con un neo-progetto. Tutto scaturisce dal lungo e costante lavoro fatto in un anno a porte chiuse, modalità decisamente passata di moda, ma pur sempre appagante. Selva Oscura è questo_
Un saluto agli amici di InsideMusic
Finally dandy with the me inside