Intervista a Sarah Stride de I Fiumi, voce della Superband con Iriondo, Lombardini e Galeri

di Leslie Fadlon

È uscito pochi giorni fa per Soviet Dischi Studio / ed. FreecomI FIUMI, il primo album dell’omonima band costituita da Sarah Stride (voce e testi), Xabier Iriondo (chitarra elettrica), Andrea Lombardini (basso elettrico) e Diego Galeri (batteria). Il disco, che esce esattamente un anno dopo l’offensiva militare iniziata dalla Federazione Russa sul territorio ucraino, contiene “QUELLO CHE SERVE”, un brano che racconta in prima persona l’esperienza di un conflitto e della sua controparte di resistenza a esso.

Un sound alternative pop-rock e una voce intensa costituiscono la spina dorsale di un progetto frutto dell’unione dei quattro musicisti, tutti provenienti da importanti esperienze precedenti (Timoria e Afterhours, per citarne solo due). Una collezione di dieci brani in cui la voce di Sarah Stride segue con fluidità l’insieme delle sonorità consolidate di Xabier Iriondo, Andrea Lombardini e Diego Galeri. Le produzioni dosano il pop-rock con elementi new wave e post-punk. Generi e timbri di impatto sono accompagnati da una narrazione sempre melodica e poetica. I Fiumi sono attualmente in tour. Dopo le date di Firenze e Verona, i prossimi appuntamenti sono: San Zenone Degli Ezzelini l’11 marzo (Treviso, Villa Albrizzi Marini), Brescia il 17 marzo (Gasoline) e Milano il 30 marzo (Apollo).

Abbiamo parlato del progetto I Fiumi con Sarah Stride in quest’intervista, buona lettura!

Ciao Sarah e benvenuta su queste pagine! Si intitola “Quanto più rumore” ed è il nuovo singolo de “I FIUMI”, come nasce?

Ciao e grazie per l’ospitalità! Dunque, durante la lavorazione di “Prima che gli Assassini” scritto a quattro mani con Simona Angioni, abbiamo scritto molte cose che sono rimaste incompiute. Uno di questi testi era la strofa di quella che attualmente si chiama “Quanto più rumore”. L’incipit e l’idea complessiva del testo mi era rimasta molto addosso e quando Andrea, Xabier e Diego mi hanno sottoposto il brano strumentale ho immaginato immediatamente che quel testo fosse stato scritto proprio per farsi vestire da quella song. Il ritornello è arrivato con grande immediatezza come fosse lì pronto ad aspettare la sua giusta dimora.

Il brano anticipa “I Fiumi”, in uscita il 24 febbraio, il vostro primo album; cosa possiamo aspettarci?

Penso davvero che questo sia un disco coraggioso e imponente che con un suond maturo e consapevole non rincorre nessuna moda del momento. E’ un lavoro che non ammicca, non intrattiene, non si risparmia nel raccontare la miseria a cui siamo ridotti offrendo però sempre delle vie di salvezza, di ritorno a noi stessi alla nostra verità più intima e profonda. L’arte ha da sempre un compito politico e sociale importantissimo: fare da sveglia, togliere gli orpelli che ingombrano di cazzate e impediscono di onorare e riconoscere la bellezza da cui siamo costantemente attraversati.

È online il video del primo singolo, “Il Dono”; com’è stato girarlo?

Girare i video è sempre molto divertente! Abbiamo una squadra di lavoro entusiasta ed efficiente e quando si è abituati ad assumersi tutta la responsabilità di un lavoro poterla invece condividere è motivo di grande rilassatezza. Volevamo un video molto semplice, che mettesse al centro la canzone senza troppi sensazionalismi e Geremia Vinattieri è riuscito perfettamente nell’intento con una regia sobria, efficace e di grande eleganza.

Come nasce questa super band?

Andrea, Xabier e Diego avevano avviato tempo prima questo progetto, l’idea semplice di mettere in piedi una rock band, di tornare al vecchio modo di comporre in modo corale e di scrivere canzoni incisive che avessero un forte contenuto poetico. Mi hanno contattato tramite amici comuni quando una parte di brani era già stata avviata e da quel momento, nonostante 2 anni di pandemia, una gravidanza (mia!) siamo riusciti a non perderci e a saper aspettare il momento giusto per presentare finalmente questo lavoro.

02 creditsLauraMajolino
02 creditsLauraMajolino

Siete in tour, come sta andando?

Le prime due date sono state davvero una sorpresa, sia in termini di affluenza di pubblico che di partecipazione. Non ci aspettavamo una risposta così positiva soprattutto perché abbiamo portato brani, eccetto i primi due singoli, assolutamente inediti. Dopo questi anni zoppicanti, la voglia di portare queste canzoni dal vivo, di connettersi finalmente non solo in modo virtuale alle persone e la forte coesione della band credo siano un motore molto robusto che il pubblico ha immediatamente recepito.

Cosa hai messo della tua esperienza da cantautrice in questo progetto?

Devo confessarti che inizialmente ho avuto qualche perplessità nel mettermi a lavorare su un progetto che in parte era già ben avviato. Sono abituata a scrivere da sola sia musica che testi quindi adattare la scrittura a delle sonorità non partorite da me mi ha sollevato diversi dubbi. Poi, appena ho ascoltato il materiale di Diego, Andrea e Xabier e li ho conosciti personalmente ho capito che esisteva un terreno comune sia di intenti musicali (sound asciutto e tendenzialmente scuro) sia di intenzioni poetiche. In fondo, nonostante gli ultimi miei lavori abbiano preso una direzione più elettronica e rarefatta arrivo anche io dal rock’n roll e mi ha molto divertita procedere alla scrittura mantenendo inalterata la cifra stilistica che ho maturato negli anni muovendomi melodicamente e ritmicamente in maniera obliqua, a volte straniante, rispetto alla quadratura del rock.

Quali sono i prossimi progetti de I Fiumi?

Attualmente siamo in tour e tutte le nostre risorse in questo momento sono concentrate a promuovere questo disco dal vivo. A beve arriverà il video del singolo “Quanto più Rumore” per la regia di Michele Piazza e siamo già in fermento con altre idee per l’autunno

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