“Senza Eredità” di Moltheni – Recensione

di Leslie Fadlon

Moltheni è tornato. E lo ha fatto undici anni dopo la raccolta finale “Ingrediente novus”, con cui Umberto Maria Giardini scelse di chiudere un capitolo, per – come è noto – aprirne tanti altri.

In questo 2020 ha scelto di donare al panorama musicale nostrano un disco dal titolo aperto a molte interpretazioni: “Senza Eredità” fa di primo impatto pensare al vuoto che potrebbero lasciare cantautori come Moltheni stesso, quando nel mercato dovessero rimanere solo quei prodotti pop e trap diventati mainstream negli ultimi anni.

Ma in realtà, questo disco si fregia di un titolo del genere per rappresentare la chiusura di un cerchio: è l’ultimo capitolo di uno dei progetti più importanti del panorama indipendente italiano.

Tra i padri fondatori del movimento alternative rock nostrano, Moltheni ha saputo anche in questa occasione comporre brani dotati di una grande impronta identitaria. Liriche, armonie, sonorità si riconoscono all’istante, e generano la magia che solo la musica migliore riesce a creare. In uscita per La Tempesta Dischi, “Senza Eredità” è frutto di una ricerca durata quasi un anno.

Più di dodici mesi durante cui Giardini ha deciso di recuperare canzoni che fino ad ora non avevano mai visto la luce, non rientrando in alcun disco o demo, a partire dal 1998. Operando rivisitazioni, correzioni, riadattamenti contestuali e completamenti, Umberto Maria Giardini ha scritto un ultimo capitolo della saga Moltheni.

Nel processo di registrazione sono stati preferiti criteri classici, adottati senza compromessi, e questo ha reso il sound del disco squisitamente anni novanta. È un album autentico dalla prima all’ultima nota, che contiene le ultime perle di Moltheni, destinate a lasciare quella che l’autore considera un’eredità senza eredi.

“Senza Eredità”

La prima traccia è la magica ‘La Mia Libertà’, ricca di echi e di quell’inquietudine dal sapore Moltheni; la libertà di cui si canta viaggia lungo le note come una forbice sulla seta, mentre si parla di sentimenti, ingenuità, sofferenza e delusione.

A seguire c’è ‘Ieri’, che quasi trotta, mentre il cantato di Moltheni ci incanta raccontandoci di speranze e realtà; l’’Estate 1983’ giunge come attraversando le corde di una chitarra, e viaggia sui ricordi più belli, quelli di un’adolescenza ormai lontana. Nella quarta traccia incontriamo il Moltheni che sappiamo avere una gran capacità di raccontare la passione: ‘Se Puoi, Ardi Per Me’ sa come toccarci; ‘Il Quinto Malumore’ è profonda e demanda chiarimenti, come se fosse la discussione tra due amanti, mentre ‘Ester’ ci viene incontro con una chitarra gioiosa e un testo ricco di una luce che porta verso il futuro, mentre a fare da protagonista è la madre, amata e indimenticata, dell’artista.

A volare sono ‘’un milione di gabbiani’’. In Moltheni l’oscurità però è una ricorrente, e fa da sfondo nel momento in cui nella tracklist è il momento per le ‘Nere Geometrie Paterne’, dedicata ad un sentimento puro, troppo delicato.

‘’La felicità va in campeggio in tenda/dentro ai centri commerciali/la mia identità puoi tradurla ma il vocabolario non ce l’hai’’ sono strofe, contenute in ‘Spavaldo’, molto rappresentative, coerenti con la storia dei progetti di Umberto Maria Giardini, che sa parlarci in modo distaccato della società, giudicata piatta e molte volte disprezzata e che nel mentre si distingue per il suo essere un personaggio unico, diverso da tutti gli altri, a tratti indecifrabile.

‘Sai Mantenere Un Segreto?’ è morbida nel sound e amara nel testo, tra saluti e una voglia di scappare che diventa incontenibile, quando si è troppo stanchi del presente; ‘Il mio tempo’ è la decima traccia e si compone della malinconia per un amore giunto al capolinea. ‘’Senza eredità’’ si chiude con la notturna ‘Tutte Quelle Cose Che Non Ho Fatto In Tempo A Dirti’, una canzone di estrema intensità, di inconsueta bellezza, di ampia sensibilità.

Ascoltando questo suo ultimo disco, in effetti Moltheni sembra essere davvero ‘’Senza eredità’’. Probabilmente infatti, bisognerà attendere un altro secolo per incontrare artisti capaci di scrivere canzoni pure come quelle contenute in questo disco. Canzoni la cui purezza sembra voglia ambire al cielo, mentre si preparano ad uno slancio verso l’eternità.

Tracklist Moltheni – Senza Eredità

  1. LA MIA LIBERTÀ
  2. IERI
  3. ESTATE 1983
  4. SE PUOI, ARDI PER ME
  5. IL QUINTO MALUMORE
  6. ESTER
  7. NERE GEOMETRIE PATERNE
  8. SPAVALDO
  9. SAI MANTENERE UN SEGRETO?
  10. IL MIO TEMPO
  11. TUTTE QUELLE COSE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRTI
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