E’ uscito il 19 ottobre “Natural Rebel”, nuovo album di Richard Ashcroft – ex frontman dei Verve – per la label BMG.
Le rockstar inglesi sono le peggiori. In assoluto le peggiori.
Innanzitutto perché hanno la pelle durissima, resistono alle rughe, alla droga, agli stravizi, al perbenismo. Le rockstar inglesi resistono a tutto. Quando pensi di amarle ti ritrovi ad odiarle e nel giro di pochissimo tempo ad amarle di nuovo. A volte ti ritrovi ad ascoltare una canzone del tuo songwriter preferito alla radio e pensi “ma come ha fatto a scrivere questa schifezza” per poi rimangiarti tutto col singolo successivo. Richard Ashcroft è questo, in tutto e per tutto una rockstar inglese. Una di quelle stelle così brillanti da accecare coi suoi Verve, capace di buttare tutto alle ortiche per inseguire una carriera solista che lo ha visto raggiungere picchi altissimi e sprofondare senza ritegno con dischi come “These people” del 2016. A soli due anni da quel passo falso eccolo ritornare di nuovo dando alle stampe Natural Rebel, un album di dieci tracce che nel suo perfetto stile, sin dal titolo cerca di spiazzare tutti e di richiamare il suo popolo agli antichi fasti.
Perché le rockstar inglesi, come Richard Ashcroft, oltre ad avere la pelle durissima hanno anche un’altra cosa che le rende rockstar, sono degli artigiani della canzone. Ed anche Richard come ogni artigiano che si rispetti una volta imparata l’arte non la dimentica facilmente. Dalla sua musica di sicuro è andato via via scomparendo quell’aura oscura che si portava dietro dai tempi dei Verve. Ancora nei primi lavori solisti la si poteva percepire, e di sicuro è stata quella a fargli scrivere capolavori firmati soltanto a suo nome. Adesso invece l’artigiano ribelle è tornato per farsi sorprendere dalla gioia. È come se avesse avuto una rivelazione sulla via di damasco del britrock. Per forza di cose le sue canzoni sono orecchiabili e godibili, ma se tanto mi da tanto riflettono una condizione umana che di ribelle ha solo l’atteggiamento. La sperimentazione musicale occupa uno spazio minore, per cedere il posto alla naturale predisposizione per la melodia che a Richard non è mai mancata. In questo album, di sicuro superiore al precedente ma di certo non collocabile tra i suoi lavori migliori, troviamo una serie di canzoni che si fanno ascoltare e restano impresse fino dal primo approccio. È questo il caso di All my dreams e Birds Fly. Il singolo che ha anticipato l’album Surprised by the joy non è da meno. Quando parte That’s how strong si ha la sensazione che da qualche parte Sonnet sia pronta a tornare da un passato lontano, e ballate del genere sono di certo la casa di Richard, che nella sua bottega da artigiano del britrock sarà sempre capace di scrivere ballate del genere capaci di colpire dritte come spade.
Perché una volta imparata l’arte, come andare in bicicletta del resto, non la dimentichi facilmente. A questo va aggiunto il talento che a Richard Ashcroft non è mai mancato e questo basta a tenere in piedi un disco come Natural Rebel. Quello che però chiede ad un disco del genere chi ha sempre amato un artista come Ashcroft è quel passo in più, che un po’ manca nelle canzoni dagli angoli un po’ troppo smussati.
Allo stesso tempo chi ama le rockstar inglesi sa che questo amore è fatto di un prendere o lasciare, di un tutto o niente, di accettarle così o lasciarle stare per sempre. Prendere le canzoni come That’s when i feel it e A Man in Motion, che sono il pane quotidiano di un artista come quello di Wigan e prendere anche i suoi passi falsi.
Natural Rebel è un buon disco, che testimonia quanto Richard sia un songwriter prolifico, che non perde il vizio ma che qualche pelo nel suo cammino lo ha perso. Ha perso quella violenza che lo aveva ferito e portato a scavare profondamente dentro se stesso e dentro di noi ed in qualche modo ha trovato la sua quadra che si rispecchia in canzoni pacificate, nella struttura nella produzione e nei testi, e con questo anche noi che amiamo le rockstar inglesi dobbiamo fare i conti. Perché le rock sta inglesi sono questo, prendere o lasciare, e Natural Rebel in fondo non mi sento di lasciarlo.
