Alghero Music Spotlight e Cous Cous Festival raccontati da Massimo Bonelli

di Alessia Andreon

Dietro l’organizzazione dei concerti c’è sempre un grande lavoro preliminare, svolto, in gran parte, dal direttore artistico. Questo ruolo richiede un alto livello di esperienza e qualche requisito speciale.

A svelarci qualche segreto del mestiere è Massimo Bonelli, fondatore e direttore di iCompany, da otto anni organizzatore e direttore artistico del concertone del Primo Maggio a Roma che, in questa intervista, ci parla dei due festival dei quali si sta occupando: la prima edizione dell’ALGHERO MUSIC SPOTLIGHT e COUS COUS FEST, il festival internazionale dell’integrazione culturale in programma a San Vito Lo Capo (TP).

Nella line up dei due festival spiccano nomi di grande richiamo:

All’ALGHERO MUSIC SPOTLIGHT 2022:
9 settembre – FULMINACCI, GAIA e MR.RAIN
10 settembre – ARIETE, VENERUS e ANGELINA MANGO
11 settembre – LA RAPPRESENTANTE DI LISTA, DITONELLAPIAGA e CAFFELLATTE

Mentre, per il 25° anno del COUS COUS FEST – festival internazionale dell’integrazione culturale, dal 16
al 25 settembre, saliranno sul palco di San Vito Lo Capo (TP): Dargen D’Amico, Eugenio Bennato, Paola Turci, Med Free Orkestra, Ermal Meta, Piero Pelù, Lello Analfino, Orchestra Notte Della Taranta, Shantel, Agricantus, Brama, Eman e Cordio.

Ciao Massimo e ben venuto su Inside Music!

Dal palco del 1 ° Maggio a quelli delle due isole maggiori. Cosa, di quell’esperienza durata ben otto anni, porti con te su questi nuovi palchi?

Il Primo Maggio mi ha insegnato a restare concentrato e a gestire lo stress, la tensione… è una super palestra, per cui, una volta superato indenne quella esperienza, mi sento sicuro e pronto a qualsiasi sfida.

Vivo tutto con molta serenità e leggerezza, sapendo bene che, per fortuna, non mi occupo di salvare vite, ma organizzo eventi per arricchire l’anima e le emozioni delle persone; quindi affronto queste nuove esperienze con serenità, esperienza e un certo “mestiere”.

Cerco di applicare questo atteggiamento a tutto quello che faccio e alle persone che lavorano con me.

È un bel lavoro che ha, sicuramente, le sue criticità, ma nulla paragonato a quello che vivo nell’organizzazione del concerto del Primo Maggio, con 45 artisti e tutto quello che ruota attorno a quelle 8 ore di concerto in diretta televisiva.

Questi festival rappresentano anche una grande opportunità per il territorio. In Sardegna, più che in Sicilia, è difficile spostare le grandi produzioni a causa dei costi…. Da “continenatale” (come si dice per chi non è sardo), hai trovato molti “scogli” da superare?

È una conoscenza che nasce solamente da qualche mese per cui, per adesso, c’è qualcosa che è da definire, come è giusto che sia, ma va tutto bene. Nei prossimi giorni entreremo nel vivo degli eventi e vedremo se nascono difficoltà ulteriori, ma al momento è tutto super positivo. Speriamo sia una sensazione confermata dai fatti.

ALGHERO MUSIC SPOTLIGH porta ad ALGHERO tre giorni di grandi eventi. Come hai scelto gli ospiti del cartellone?

Le scelte erano, per diversi motivi, un po’ indirizzate, sia per la vocazione del festival, che è legato alle tendenze della musica attuale, sia perché alcuni artisti erano già impegnati in altri concerti ad Alghero, quindi, è stata un po’ una scelta fatta alla luce degli altri eventi già presenti in città.

Abbiamo lavorato cercando di proporre comunque il meglio: la mia politica è non lesinare sulla qualità, quindi, ho chiesto la cortesia ad alcuni artisti, anche se magari avevano già i calendari completi, di trovare una data per l’ALGHERO MUSIC SPOTLIGH.

Il risultato penso sia interessante, molto stimolante e, la cosa più importante, che sia un punto di partenza per presentare, il prossimo anno, l’evento, a una platea sia di artisti che di agenzie e per il pubblico, che già conosce festival e quindi saprà scegliere di venirci fin dal primo momento. Cominciamo e, come per tutti gli inizi, c’è sempre un po’ di difficoltà: ora cerchiamo di proseguire bene!

Alghero Music Spotlight b
Alghero Music Spotlight
ICOUS COUS FEST ha invece una sua storia, che lo proietta nei festival internazionali, con un programma volto all’integrazione e allo scambio tra popoli e culture. La scelta della line up qui è sicuramente dettata da altri criteri. Puoi parlarcene?

Quando faccio il direttore artistico, lo faccio con la consapevolezza e il rispetto delle linee editoriali di coloro che mi danno l’incarico, quindi, cerco di lavorare in base al progetto editoriale di partenza.

Il COUS COUS FEST è un evento di integrazione culturale, perciò parte da tutto un altro presupposto (rispetto all’ ALGHERO MUSIC SPOTLIGHT), che è quello delle diversità, dei territori e delle tipicità; come il cous cous è un piatto che si presta a contaminazioni e ad essere preparato in maniera diversa a seconda del luogo in cui lo si prepara, allo stesso modo, il cast del festival, giunto alla sua XXV edizione, la prima che io seguo da direttore artistico, è un cast che vuole dare una panoramica su diverse tipologie di musiche, di culture perciò è  più etnico.

cast CCF2022
Cous Cous Fest 2022
Essendo il direttore artistico di entrambi i festival hai avuto occasione di toccare con mano la vita in un’isola. C’è qualcosa che ti ha particolarmente colpito?

Sono due posti stupendi. Alghero mi ha colpito dal punto di vista architettonico e per il forte legame con la cultura catalana, unica in Sardegna. La città sembra quasi una appendice della Catalogna.

È un centro molto bello architettonicamente e ricco di cultura, di fermento, c’è la Fondazione Alghero, che è quella con cui stiamo realizzando questo evento.

È una città di mare con grandi prospettive di crescita e ritengo abbia un grande potenziale per attestarsi come piazza principale della cultura in Sardegna. Spero che questo festival possa dare un piccolo contributo anche in questo senso.

San Vito Lo Capo è una località incredibile, una spiaggia bellissima, il mare cristallino, la Riserva dello Zingaro incontaminata lì a fianco ed un festival storico, in una città in cui le case sono tutte bassissime e bianche.

Quasi non sembra di essere in un in Italia, lo dico in senso positivo: anche il clima, il cielo è diverso, c’è una sorta di luce diffusa…

 È un posto che ho visitato per la prima volta questo giugno, non c’ero mai stato prima e mi ha colpito tantissimo. Sono ansioso di trascorrere queste due settimane anche per poter vivere proprio l’aria di queste due città.

Quando al lavoro si mescola la possibilità di visitare/vivere dei posti belli e speciali come questi, penso di aver fatto una scelta fortunata nel lavoro che svolgo.

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