Il 22 Febbraio 2019 i Dream Theater ritorneranno sulle scene con Distance Over Time, follow up della discussa opera rock The Astonishing.
È previsto un cambio di rotta totale rispetto all’ultimo lavoro, Petrucci & co. fin dall’annuncio del rilascio del nuovo album hanno posto l’accento su un chiaro indurimento delle sonorità, ritornando su un panorama metal dal sound più oscuro e, forse, nelle corde degli amanti del genere meno duttili e più “incastrati” in un mondo musicale fatto di riffoni di chitarra, tecnica e non molto altro (la tocco piano).
Per stemperare l’attesa, intanto, il quintetto americano ha rilasciato poche ore fa Untethered Angel, primo singolo estratto dall’album e opener track della scaletta.
Molto da dire su questo nuovo singolo, molto di assolutamente non positivo, specifichiamo.
Di fatto con Untethered Angel i Dream Theater non fanno altro che proporre materiale totalmente privo di fantasia e innovazione frutto di un riciclo totale dei loro ultimi 20 anni di carriera.
Di fatto, in più di un momento durante l’ascolto, sembra di sentire in maniera limpida citazioni ai loro vecchi album, un totale copia e incolla di pattern riutilizzati senza nemmeno lo sforzo di porre troppi cambiamenti.
Il riff di apertura e le strofe corrispondono perfettamente ai più banali dettami del riffing metal che la band offre da Metropolis Pt 2.
Cosa ancora più fastidiosa sono, però, le sezioni per così dire “tecniche”, quei break down rigonfi di tecnicismi fini a se stessi atti a voler far apparire un pezzo in se scontato un poco più progressive della media. Spesso, di fatto, ci ritroviamo di fronte ad elementi riciclati da precedenti album, su tutti A Dramatic Turn of Events, richiamato fortemente in una strumentale che appare copiata e incollata da Outcry o Lost not Forgotten.
Come non citare, poi, la solita accozzaglia di solismi del tutto casuali e ingiustificati posti a mostrare i muscoli, secolare elemento ormai distintivo della band americana che, oggi più che mai, suona tremendamente fuori luogo, noioso, stantio e fine a se stesso.
In tutto ciò, ovviamente, lo storicamente sopravvalutato Jordan Rudess dopo vent’anni sembra non essersi ancora stancato di usufruire sempre dei medesimi banchi di suono, abbandonando qualunque potenziale sperimentazione tastieristica in favore del solito sound ormai copia di se stesso da ormai un ventennio. Con questo singolo, di fatto, il pizzetto più folto del mondo progressive ci ricorda quanto sia tastieristicamente monotono e poco fantasioso.
Che dire, se il buon giorno si vede dal mattino con questa Untethered Angel i Dream Theater ci donano davvero un pessimo risveglio. Si spera, ovviamente, in un album nettamente migliore rispetto al livello mostrato da questo singolo anticipatore.
In caso contrario provvederò personalmente a stampare qualche modulo per la pensione da consegnar loro manualmente. Di ottime band nell’ambito ne abbiamo fin troppe (Haken, Between the Buried and Me, Caligula’s Horse, The Dear Hunter ecc), largo quindi alle nuove leve per favore. Chi non ha più nulla da dire dovrebbe avere l’umiltà di tirarsi indietro una volta per tutte.
Lorenzo Natali
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