“Io non sono LIBERATO”, il nuovo libro del noto giornalista Gianni Valentino, è stato presentato martedì 4 dicembre, nella Biblioteca dell’UniSob di Napoli. Un lavoro incentrato sul grosso velo di mistero che gira intorno alla figura di Liberato, noto artista che da quasi due anni mantiene l’anonimato raggiungendo un enorme successo in Italia e anche oltre.
Cercando di analizzare i vari aspetti della nascita di questo “fenomeno” musicale e di marketing, provando anche a capire chi tra i tanti sospettati possa essere davvero Liberato, Gianni Valentino ci presenta la sua opera dai vari punti di vista di cui si occupa: dalla nascita del progetto, dai vari sospettati, ai live e allo sponsor “Converse” (uscito allo scoperto in seno al concerto sul Lungomare Liberato di Napoli, il 9 maggio che abbiamo raccontato qui), concentrandosi sui testi, sull’importanza rilevante di alcune figure come Francesco Lettieri, regista dei vari video di Liberato, che hanno contribuito ad accrescere l’hype intorno a questa enigmatica figura, producendo dei veri e propri cortometraggi, e cercando di rispondere alle tante domande che i fan e il mondo musicale si pongono su questo artista.
Presenti alla presentazione, Dario Sansone (frontman della nota Band partenopea “Foja”) e Alfredo D’Agnese, hanno accompagnato con diversi interventi tutta la presentazione esprimendo il loro pensiero in merito a Liberato.
Dalle parole dello scrittore, riusciamo subito a capire qual è la natura del libro e si evince come in maniera molto imparziale ci sia stato un lungo studio sul progetto, riuscendo con molta minuziosità a sottolineare la complessità delle operazioni ma allo stesso tempo anche la semplicità e l’immediatezza di alcuni passaggi della crescita di questo personaggio, che anche con molta “fortuna” è riuscito ad avere successo.
Si parla del messaggio, delle varie influenze, che passando dal rap, alla dance e al neomelodico sono riuscite a colpire il pubblico che sembra non poter fare a meno di “questo” Liberato, facendo notare come tanti volti noti della musica si siano prestati a questo progetto e come tanti altri, ad esempio Elisa o Clementino, non abbiano voluto entrare in questo “gioco”.
Valentino esplora a trecentosessanta gradi l’intero percorso del rapper napoletano, osservandone crescita e limiti, raccontando aneddoti e dichiarando come avrebbe voluto intervistare “Liberato”, che però sembra aver rifiutato ogni sua proposta.
Una presentazione che fa nascere, anche a chi non sembra essere interessato, voglia di concentrarsi un attimino in più su Liberato, non tanto per il lato artistico, ma soprattutto per l’importante regia che sembra esserci dietro questo progetto. Un libro necessario per capire fino in fondo “cos’è” Liberato.
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