Home Approfondimenti Piero Pelù: la video-intervista e la recensione del nuovo album “Pugili Fragili”

Piero Pelù: la video-intervista e la recensione del nuovo album “Pugili Fragili”

by Alessia Bisini

Quarant’anni di carriera sulle spalle, 19 album in studio e 7 album live, oltre 7 milioni di copie vendute. Scrive, compone, arrangia e produce musica che ha radici in molteplici generi quali il punk, gotico, new-wave, etno-wave, pop italiano, med-rock, latin-metal, blues, new metal ed elettronica. Piero Pelù è un vero e proprie camaleonte e nel suo ultimo progetto “Pugili Fragili” (Sony Legacy) lo dimostra appieno.

Guarda la video-intervista di Inside Music a Piero Pelù, in occasione dell’uscita del suo nuovo progetto discografico “Pugili Fragili”:

Piero Pelù parla di “Pugili Fragili” (Sony Legacy), il suo nuovo album di inediti.

Ventesimo album in studio fra quelli pubblicati con i suoi amati Litfiba e quelli da solista, è il frutto di una serie di eterogenee collaborazioni (con Greta Thunberg, Francesco Sarcina delle Vibrazioni, Andrea Appino degli Zen Circus, i produttori Luca Chiaravalli e Davide Simonetta) e vede Piero raccontarsi per l’ennesima volta in prima persona toccando numerosi argomenti di attualità (come l’ambiente, le infanzie negate, la violenza sulle donne, la paura del diverso e dell’estraneo). Il risultato finale è un progetto dicosgrafico rock 2.0, mescolato con un genere di punta del momento: l’ettronica.

Il disco si apre con “Picnic All’Inferno“, un opening “super green” e in pieno rispetto dell’ambiente poichè vede protagonista la voce dell’attivista Greta Thunberg. Musicalmente si tratta di una commistione tra il gospel, il blues, il metal e l’inconfondibile sound rock di Piero Pelù. Segue “Gigante“, primo singolo estratto dall’album presentato al Festival di Sanremo 2020, nonchè brano dalle sfumature elettro-rock dedicato a chi nasce (i nipotini rock di Piero) ma anche a chi ha voglia di rinascere e riscattarsi. Il brano racconta le infanzie negate dei ragazzi del carcere di Nisida a Napoli, figli delle mafie cresciuti tra droghe, armi ed amicizie pericolose.

Tra i pezzi più interessanti del disco spiccano, a mio avviso, la ballad rock intimista “Pugili Fragili” e “Stereo Stanto“. La prima traccia menzionata è stata scritta, composta ed arrangiata in occasione del matrimonio dell’artista. Si tratta di una confessione personale per chi vuole confrontarsi conoscendosi, sostendosi a vicenda e crescendo insieme. La seconda, invece, è un inno ai quarant’anni di rock’n’roll e musica che hanno contraddistinto la carriera di Pelù. Piero si scatena, raccontando il suo vissuto e la sua voglia inconfondibile di alzare sempre il volume.

Anche “Ferro Caldo” segue questa linea narattiva, ponendo in evidenza la sindrome “Peter-punk” di Piero e parlando alle generazioni più giovani, in particolare quelle delle tre figlie. “Nata Libera” è un altro dei brani più significativi del disco, poichè si auto-proclama manifesto contro la violenza sulle donne dal punto di vista degli uomini, che dovrebbero imparare a gestire le loro emozioni nel segno del pieno e totale rispetto verso le figure femminili che fanno parte della vita di ciascuno di noi.

Il tema della diversità viene espresso in tutta la sua potenza con il brano “Fossi Foco“, in duetto con Andrea Appino degli Zen Circus. Un inno alla diversità e all’accettazione di essa, un vero e proprio invito a “bruciare”, come diceva il letterato e conterraneo di Piero Pelù Cecco Angolieri, le paure immotivate che comportano un odio smisurato verso il diverso. Infine, la dimensione più delicata di brani come “Luna Nuda”, si fonde con il rock di “Canicola” (ennesima critica agli squilibri ambientali) e della splendida cover di “Cuore Matto” di Little Tony.

Pugili Fragili” è il perfetto disco degli equilibri, dove entrambi i lati di Piero Pelù si fondono, si mescolano e si rimescolano ad ogni ascolto. Un progetto ambizioso per le sue tematiche, sperimentale e alla ricerca di nuovi linguaggi per la sua musica, genuino per via del suo interprete, che nonostante quarant’anni di carriera è sempre lo stesso Piero di quell’8 marzo 1980.

Potrebbe piacerti anche