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Blue Banisters di Lana del Rey: la recensione

by Marianna Grechi
Lana del Rey_Blue Banister album

BLUE BANISTERS è l’ultimo capolavoro di songwriting di Lana del Rey, a pochissimi mesi di distanza dal precedente album “Chemtrails Over The Country Club“. Di fatto, già due giorni dopo l’uscita del suo settimo album a Marzo 2021, Elizabeth Woolridge Grant aveva annunciato sui social l’arrivo di una nuova raccolta di inediti entro l’anno, più specificatamente Giugno. Dopo una serie di rimandi, cambi di idea sul titolo e varie tergiversazioni che hanno creato non poco scompiglio tra i fan, il 22 Ottobre 2021 la pubblicazione di Blue Banisters si è concretizzata. Il flusso produttivo continua a mantenersi liricamente all’altezza; la costanza nella produzione non perde colpi ed ogni lavoro della cantautrice si fa contenitore di un ottimo prodotto artistico.

Blue Banisters

In copertina campeggia la figura di Lana seduta in veranda affiancata dai suoi due pastori tedeschi Tex e Mex, sguardo fiero e allo stesso tempo languido; l’album contiene 15 tracce:

  1. Textbook
  2. Blue Banisters
  3. Arcadia
  4. Interlude – The Trio
  5. Black Bathing Suit
  6. If You Lie Down With Me
  7. Beautiful
  8. Violets for Roses
  9. Dealer
  10. Thunder
  11. Wildflower Wildfire
  12. Nectar of the Gods
  13. Living Legend
  14. Cherry Blossom
  15. Sweet Carolina

Una tracklist dalle note malinconiche e a tratti nostalgiche che confermano Lana del Rey regina del sadcore. Tuttavia ci sono novità: il marchio languido tipico dell’artista in questo album si scopre più reattivo e libero nella sua espressività. Vocalizzi come quelli presenti in Arcadia ne sono la prova.

Dal punto di vista del contenuto, invece, anche questa raccolta si rivela molto intima ed espressione della sensibilità di Elizabeth, ma con una sfumatura di decisa maturità. Un concept intriso di languore del quale il colore blue non può che essernel’apice della rappresentazione.

Aprono l’album 2 dei 3 singoli promozionali  usciti a Maggio 2021 Text Book Blue Banisters, mentre Wildflower Wildfire farà capolino più avanti. Il primo affronta il rapporto complesso con la figura del padre, un topic spesso trattato nella sua produzione artistica e  raccontato in poco più che un sussurro.

Segue la traccia omonima dell’album dove la fine di una relazione fa da cornice al vero tema ovvero il ruolo del supporto delle amiche in questa situazione di dolore.

‘Cause I met a man who
Said he’d come back every May
Just to help me if I’d paint
My banisters blue
Blue banisters, ooh
Said he’d fix my weathervane
Give me children, take away my pain
And paint my banisters blue
My banisters blue

[Blue Banisters ]

Non mancano i classici riferimenti patriottici tipici di Lana del Rey,Arcadia ne è un eloquente esempio: la cantautrice parla del proprio corpo in chiave metaforica come se fosse una mappa di Los Angeles.

Il clima soffice e carezzevole dei primi tre singoli viene interrotto bruscamente da un interludio strumentale the Trio, composizione di Ennio Morricone per The Good, The Bad and the Ugly, reinterpretato in stile trap.

Da questo punto dell’album in poi emerge la maturità artistica e concettuale della cantautrice: il trittico Black Bathing Suit, If You Lie Down With Me e Beautiful sfumano l’una nell’altra come se appartenessero allo stesso racconto; la fine della relazione viene raccontata con ferma volontà di voler ricominciare a vivere con un’altra persona quanto prima.

Jingle che si mantiene costante nelle tracce, fino all’arrivo dell’ancora più intimo WIldflower Wildfire, dove anche il tormentato rapporto con la madre viene affrontata in una ballata  acustica.
Solo con il finale Sweet Carolina possiamo intravedere uno squarcio di serenità familiare: una ninna nanna scritta con il padre e dedicata alla sorella in dolce attesa per rassicurarla.

In conclusione Blue Banisters si conferma un lavoro sorprendentemente congruente con lo stile ormai iconico di Lana del Rey dove emergono delle novità accattivanti. Elizabeth in questo album non guarda solo al passato ma ha la mente lucida per concentrarsi sul presente e affrontarlo con fierezza. Un principio di maturità artistica in cui Lana del Rey non perde l’unicità della propria identità.

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