Conosco musicalmente Davide Petrella da un po’ di tempo ormai ed ho avuto modo di apprezzare il grande lavoro che questo ragazzo napoletano, classe ’85, ha compiuto su sé stesso e sul modo di scrivere nel corso della sua carriera.
Ne è passato di tempo da quando io e Luca ce ne andavamo a zonzo ai concerti del suo gruppo storico, Le Strisce.
Da “Alle dieci sotto da te” a “La sindrome di Stoccolma”, da “La ballata del 6° piano” a “Lasciare tutto andare”, sono passati 3 dischi, tante canzoni e tanti concerti.
L’ultimo disco firmato Le Strisce, “Hanno paura di guardarci dentro” del 2014, a mio avviso, è già una piccola anteprima dell’evoluzione che sta vivendo Davide, nei testi, nel mood con cui racconta le sue storie. Ci sono già i sentori del passaggio dal pop ad un’atmosfera più black e più elettronica.
Ma prima arrivano le collaborazioni: Cesare Cremonini, un vero spartiacque per la sua co-carriera da autore, con cui lavora alla stesura di #Logico, e dei successivi album del cantautore bolognese, che vuole, tra l’altro, Petrella e Le Strisce come spalla ai suoi concerti, poi J-Ax & Fedez (“Vorrei ma non posso”), Francesco Renga (“Nuova luce”), Fabri Fibra (“Pamplona”), Elisa (“Ogni istante”, “Tua per sempre“, “L’estate è già fuori “, “Con te mi sento cosi“), passando per Gianna Nannini (“Fenomenale“), Jovanotti («Ragazzini per strada» e «Fame»), Emma Marrone (“Le ragazze come me” e “Effetto domino“).
Ed è un vero e proprio effetto domino quello che ha portato Davide a lavorare, come autore, oggi, tra i più richiesti in Italia, per l’Universal.
Poi il bisogno di riprendere un microfono e cantare lo ha portato alla stesura di quello che è il suo primo album da solista, Litigare, anticipato dai singoli “Einstein”, “Skyline” e del singolo che da titolo alla raccolta, uscita lo scorso giugno. In mezzo una sfortunata selezione per Sanremo Giovani con “Non può far male”.
Da pochi giorni è uscito il video di “Lunapark“.
Da ottobre è in giro per l’Italia con questo nuovo progetto. “Un’esigenza” la chiama, quella di continuare a divertirsi facendo una musica, però, diversa da quella con la quale si era fatto conoscere ai più.
“Litigare” è un album che ti fa ballare, ti fa cantare, ti fa ragionare. Ti fa battere le mani e ti entra in testa con i suoi suoni e le sue parole. Undici brani da ascoltare tutti di un fiato, fino ad “Amen”, la chiosa finale dell’album.
Ieri all’Off Topic di Torino, una città nella quale non si era mai esibito, dice, il pubblico ha riposto alla grande, cantando e dimenandosi per tutto il concerto, una bella soddisfazione considerando la prima volta. Si è creata una bella atmosfera, davvero.
E allora, Davide continua a “Litigare” e Amen sia.
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