Apriamo le danze con un piatto “Zen”, in questa nuova rubrica di Inside Music che abbina dischi, concerti e “gusti” musicali a prelibate esperienze delle nostre papille gustative. Dunque, quale miglior modo per iniziare, se non quello di accendere i fornelli e dedicarci alla preparazione di un buon piatto?
Sul giradischi la puntina lascia partire l’intro di chitarra di Catene, primo singolo estratto dall’ultimo album della rock band toscana The Zen Circus. Essenziale ed efficace (come il fuoco in cucina) nella musica e nel testo a tratti malinconico, in pieno stile Zen, che da Andate tutti affanculo all’ultimo, La terza guerra mondiale, stanno diventando sempre di più una garanzia.
Un nuovo disco che non si nasconde dietro troppi fronzoli ma che in più di un’occasione arriva dritto al sodo, lasciando spazio anche a testi molto freschi e lunghe strofe vulcaniche, (cantate alla Vasco Brondi, Lo Stato Sociale, per capirsi), che comunque non dispiacciono. Il disco non sembra fermarsi mai, in un’escalation di brani “tirati” che mantengono alta la soglia di attenzione dell’ascoltatore.
Forse è giunto il momento di aprire un bel vino rosso per rilassare la muscolatura ed entrare più a fondo nell’album; la scelta va sicura verso la regione dei nostri Zen, ovvero la Toscana, una delle mie preferite in termini enologici (roba da fegati allenati) ed alla fine scelgo un Morellino di Scansano. Nel frattempo è passato anche il secondo singolo che ha accompagnato l’uscita del disco, la title track, Il fuoco in una stanza, pezzo con dinamiche più affusolate dove l’ascolto si concentra sulle parole, aspre e malinconiche, lasciando intravedere una storia d’amore sfocata. Emblematica la frase “Stiamo diventando i nostri genitori“; trattenendomi il dubbio sul significato positivo o meno del verso mi accorgo che il lato A è giunto agli ultimi giri. I dischi belli finiscono ogni volta troppo presto.
Tra le mie preferite, oltre i singoli, Sono umano e Low cost. Il lato B parte con due brani belli arrabbiati, nel frattempo ho fame e mi decido a scegliere cosa mangiare prima di finire il vino ed il disco soprattutto. Per la parte culinaria mi avvalgo di una collaboratrice che chiameremo per questioni di privacy Signorina V o più semplicemente Chef; va bene l’assaggio e la rubrica culinario-musicale ma io ed i fornelli ci incontriamo molto raramente, meglio forchetta e coltello. Diretta la scelta verso un piatto di carne, costolette di maiale in particolare, rese meno banali da una mantecatura di senape e miele. L’essenzialità di questo taglio di carne diventa sorprendente quando incontra il retrogusto dolce del miele e la venatura pungente della senape. “Essenzialità sorprendente”, “retrogusto dolce” e “venatura pungente”, non ci prolunghiamo oltre per spiegarvi la nostra decisione, abbinata perfettamente secondo i nostri gusti al rosso sopracitato.
Nel frattempo Panico attira la mia attenzione, un testo crudo e vero come la morte, compaiono synth e distorsioni ancor più arroganti negli ultimi brani ascoltati. Seconda parte sicuramente più scura e rock della prima. Con la dolcezza di Questa non è una canzone si torna invece a parlare di nostalgia, di famiglia e di se stessi. Appino in grande forma sotto ogni punto di vista, vocalmente e di penna. Ottimo lavoro del frontman degli Zen anche per quanto riguarda la produzione, realizzata insieme ad Andrea Pachetti al 360 Factory Studio di Livorno. Il disco è stato poi masterizzato a Busto Arsizio (MI) all’Eleven Mastering da Andrea De Bernardi. Triplo Andrea insomma dietro il banco, mentre le musiche sono degli Zen ed i testi sono stati scritti dallo stesso Andrea Appino.
Sembrano dettagli ma certe informazioni ci insegnano tanto sui dischi. Per esempio avete mai cercato il tecnico del suono o il produttore artistico del vostro disco preferito? I vari George Martin, Quincy Jones, Alan Parson, Bruce Swedien, Goeff Emerick & Co. hanno veramente fatto la differenza in alcune pietre miliari della musica. Pippone da tecnico finito. Torniamo alla “panza” che brontola.
Il disco si chiude con Caro Luca, anticipato da un outro del pezzo precedente con atmosfere western blues che mi spiazza piacevolmente mentre mi accendo la mia sigaretta “after-pasto”. Un finale intimo dedicato ad un amico forse, che ci lascia con l’amaro in bocca, non tanto per la cena quanto per le riflessioni che ci ha regalato questo album, spunti universalmente condivisibili quanto intimi e sinceri. Tirando le somme un disco malinconico, nostalgico e crudo, che parla di famiglia, di se stessi e di relazioni, con l’originalità della penna di Appino ed il rock degli Zen Circus più in forma che mai.
Artista: The Zen Circus
Genere: Indie Rock
Data di uscita: 2 Marzo 2018
Label: Woodworm/La Tempesta Dischi
Tracklist:
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Catene – 3:45
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La stagione – 3:31
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Il mondo come lo vorrei – 3:37
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Sono Umano – 3:45
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Il fuoco in una stanza – 3:51
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Low Cost – 3:20
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Emily no – 3:13
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Rosso o nero – 3:16
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Quello che funziona – 2:56
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Panico – 4:08
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La teoria delle stringhe – 2:47
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Questa non è una canzone – 8:32
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Caro Luca – 3:47
Note per gli appassionati:
Gli Zen Circus presenteranno il nuovo album con una serie di date instore cui seguirà un tour, di seguito tutti gli appuntamenti finora confermati.
PRESENTAZIONI INSTORE
Genova 02/03 alle 18:30 @ Feltrinelli, Via Ceccardi
Torino 03/03 alle 17:00 @ Feltrinelli, Stazione Porta Nuova
Milano 04/03 alle 17:00 @ Feltrinelli, Piazza Piemonte
Padova 05/03 alle 18:00 @ Feltrinelli; Via San Francesco
Bologna 06/03 alle 18:00 @ Feltrinelli, Piazza Ravegnana
Firenze 07/03 alle 18:00 @ Feltrinelli RED, Piazza della Repubblica
Roma 08/03 orario 17:30 @ Discoteca Laziale
Napoli 09/03 alle 18:00 @ Feltrinelli, Piazza dei Martiri
Pescara 10/03 alle 17:00 @ Feltrinelli, Via Trento (angolo Milano)
Bari 11/03 alle 17:00 @ Feltrinelli, Via Melo
Pisa 12/03 alle 18:00 @ Feltrinelli, Corso Italia
Catania 13/03 alle 18:00 @ Feltrinelli, Via Etnea
Palermo 14/03 alle 18:00 @ Feltrinelli, Via Cavour
CONCERTI
13 aprile Bologna – Estragon
19 aprile Milano – Alcatraz
20 aprile Venaria Reale (TO) – Teatro della Concordia
21 aprile Genova – Supernova Festival
27 aprile Firenze – Obihall
28 aprile Mestre (VE) – Centro Sociale Rivolta
04 maggio Roma – Atlantico
Leonardo Angelucci