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Pepp-Oh – Nuvole Nuove e non solo: Intervista

by InsideMusic
Pepp-Oh

Abbiamo incontrato il rapper napoletano Pepp-Oh in occasione dell’uscita del suo nuovo album, Nuvole Nuove, molto atteso dai suoi fan e dagli addetti ai lavori. Qui un resoconto della nostra chiacchierata.

Pepp-Oh

  • Che importanza e che funzione ha la scrittura nella tua vita?

La scrittura nella mia vita ha una sua funzione ben precisa. Scrivo praticamente da sempre, da quando annotavo pensieri su fogli sparsi a trascrizioni di sogni o incubi, da piccolissime poesie o aforismi scritti di getto sui vari diari scolastici a piccoli racconti. Poi dalla prosa mi spostai al verso e dal verso sul beat, cominciando a frequentare le varie serate Hip Hop. Veniva naturale scrivere in rima e/o quanto meno su un quattro quarti e da li, poi, la scoperta e la magia di scrivere su una melodia. Si, la scrittura conta molto e non sempre è costante, ultimamente aspetto che mi chiami, che sia lei a venire da me e non io a cercarla.

  • Che significa per te “area nord”?

“AreaNord” è un’appartenenza, un’identità. Non vuol dire autoghettizzarsi, tutt’altro. Vuol dire che anche da determinate zone in cui alcune cose sembrano già scritte, può uscirci del buono, qualcosa di valido e che brilli di luce propria. “AreaNordAmmò”, in particolare, è un concetto che unisce diversi stili di vita, diversi modi di vederla o viverla, sotto un’unica bandiera, quella della realtà, dell’umanità, della consapevolezza delle proprie capacità e del contesto che ci circonda. C’è scritto a Scampia, lo ha citato il maestro Enzo Avitabile: “Quann’a felicità nunn’a vide, circhela a’int”. Questa è l’Area Nord.

  • La famiglia è un concetto importante che spesso travalica i semplici rapporti di sangue. Nella tua vita e nella tua musica quanto hanno contato la famiglia vera e quella acquisita? Chi ne fa parte?

La famiglia è alla base di ogni cosa, buona o cattiva, purtroppo o per fortuna. Io posso ritenermi fortunato nell’avere alle spalle una famiglia molto presente che nonostante tutto, nonostante non si è mai navigati nell’oro non mi ha mai fatto mancare nulla e mi ha insegnato il valore delle piccole cose, delle cose vere. Vengo da una famiglia alla quale la musica e l’arte in generale non hanno mai creato dispiaceri, anzi. Non sono “figlio di”, non ho santi in Paradiso ma sin da piccolo sono stato a contatto con la musica folk/popolare di mio Zio e mia Mamma, con le famosi “canzoni della Chiesa” del Coro, piccoli siparietti in famiglia di richiami ai vari De Filippo o commedie varie. A casa talvolta parliamo per citazioni di Totò o Troisi, per dire. Diciamo che la mia famiglia mi ha insegnato a vivere le passioni e a vivere di passioni, che secondo me è la cosa più bella ed un atto di fiducia immenso. La famiglia artistica ogni giorno si riempie di nuovi parenti e questa cosa è bellissima. Il mio “padre” è senza dubbio Cenzou, ma ho fratelli strettissimi, quasi di sangue: da Dj Cioppi alla Babeband, passando per Oyoshe a Marco Jap del 4Raw City Sound, Simona Boo, Ivan DopeOne, Valerio Jovine con cui ho collaborato, Ivanò, la compagnia di Mal’Essere con a capo Davide Iodice, Gianni o’Iank, Ciccio Merolla e Oluwong con i quali collaboro sia in studio che sui palchi, tutta la big family dei Terroni Uniti, gli ospiti di “Nuvole Nuove”. Insomma, siamo una bella famiglia che cresce, si evolve e spera di fare cose sempre più grandi, sia singolarmente che uniti.

  • Come giudichi l’ambiente musicale a Napoli e in Campania, perché secondo te spesso fatica a girare tutto lo stivale?

Napoli purtroppo ha il suo circuito, circoscritto dalla lingua. Non gode di grandi produzioni o di grossi capitali per fare dei grandi movimenti a livello nazionale, Spesso si appoggia o viene inglobata da altri circuiti. Non so fino a che punto Napoli giochi a questo gioco, se ne sia vittima o consapevole preda. So solo che si ha un potenziale infinito che dovrà prima o poi venire a dama, dovrà esprimersi per forza di cose. La fatica sta nel farlo capire ai big, a chi muove le carte e fa le regole, sociali o di mercato che siano. Io non ho l’esperienza e le capacità per dire come risolvere la situazione o stravolgerla, posso solo dire che credo nel potere della bella musica, fatta bene. E a Napoli ne siamo pieni.

  • Ci sono artisti che ti hanno ispirato particolarmente?

Molti artisti sono costanti fonti d’ispirazione, sia che siano loro in vita che siano già trapassati. Chi lascia qualcosa che resta non muore mai, per questo considero fonte costante d’ispirazione un Pino Daniele o Mario Musella al pari di un Enzo Avitabile piuttosto che di un Speaker Cenzou o Luca Zulù dei 99 Posse, dai capisaldi della black music come Ray Charles o James Brown passando per Stevie Wonder, Cee Lo Green, Erykah Badu ai nuovi talenti attualmente al loro meglio come Kendrick Lamar su tutti, poi J. Cole, Joey Badass, Andreson .Paak, isaiah Rashad, alcune cose di Stromae. In Italia Salmo mi da molti stimoli, insieme a lui Fibra, Clementino, Willie Peyote e Franco126.

  • Che significato si nasconde dietro le nuvole del nuovo album?

Il significato delle Nuvole ha molteplici aspetti. Le nuvole spesso vengono viste come oscuri presagi all’orizzonte, come un qualcosa di brutto. Al tempo stesso, però, spesso si sogna guardando le nuvole, si fanno pensieri fantastici sulle loro forme e quando magari si è in viaggio in aereo addirittura si va oltre le nuvole squarciandole, e quell’andare oltre fa emozionare e spesso mette paura ma dà la carica giusta, la giusta adrenalina per continuare a sognare e a vivere. Le nuvole non sono altro che un cambiamento, talvolta repentino e tante altre volte frutto di esperienze passate. Dietro le mie nuvole non ci sono messaggi filtrati, ci sono appunto loro che insegnano ad essere liberi nel vento, a superare ogni limite, a non abbattersi mai. Forse il vero messaggio di Nuvole Nuove è proprio questo, quello cioè di non arrendersi, di credere fortemente in qualcosa di superiore che tanto prima o poi arriverà. Come una Nuvola.

  • Come e con chi nascono le tue canzoni?

Le mie canzoni nascono sotto diverse stelle, buone o cattive che siano. Scrivo per me, scrivo per altri, scrivo per ricordare, scrivo per dimenticare. Fare una canzone ultimamente è forse l’unica cosa che mi tiene in vita, che mi emoziona a tal punto da avere una sorta di protezione paterna verso ciò che scrivo e ciò che metto in melodia. Quando nasce una canzone lo senti nell’aria, sai già quando è il momento di partorirla e ti senti spesso elettrico, senti quel bisogno di comunicare a te stesso in primis e poi a chi la ascolterà. Il foglio è spesso uno specchio in cui ogni autore si riflette, e non sempre quello specchio è lindo e pinto. Io considero la mia musica, la mia scrittura, come un qualcosa di vero, quindi va da sé che per scrivere canzoni tocca vivere il bello e il brutto, tocca quindi sporcare e ripulire quello specchio, per poter poi avere il coraggio e la capacità di trasmettere qualcosa. Le mie canzoni spesso nascono di notte, quando mi riesco a concentrare per bene, quando sono solo con la mia mente ed il mio cuore. Altre volte, però, anche in fasi di “studio session” nascono molte canzoni o comunque moltissime idee e/o pensieri che talvolta annoto sul mio smartphone. Con Cenzou, per esempio, ho scritto poco al Sodo Studio, giusto un paio di strofe, perché quando sono con lui preferisco immagazzinare esperienze per poi trascriverle mentre con Dj Cioppi, con il quale sto lavorando a diverse tracce future, il processo di scrittura talvolta è condiviso, siamo due personalità frenetiche e piene di emozioni quindi ci si confronta con carta e penna alla mano e un paio di birre.

  • C’è un artista con cui vorresti realizzare un featuring?

Dipende dal mood che vivo. Attualmente non ho grandi pretese, dico la verità. Penso al mio, a fare bene la mia parte e a continuare a crescere per potermi poi confrontare con qualcuno di veramente forte. Intanto però tra le mie idee, qualcosa si sta muovendo. Dopo alcuni “sfizi” che mi sono riuscito a togliere con “Nuvole Nuove” come Jovine, Di Bella, Colella, Sepe e Ntò per ora voglio concentrarmi su di me. Magari in un futuro prossimo mi piacerebbe confrontarmi con Clementino in modo però del tutto maturo, non a fare la solita traccia da rappers per i rappers, mi piacerebbe fare un fatto potente. Come voce femminile ci vedrei benissimo Mama Marjas, la trovo veramente eccezionale come artista e come persona. E poi boh, ce ne sarebbero davvero tanti ma ripeto, voglio concentrarmi su di me. Pensa che il mio pensiero riguardante i miei prossimi album non prevede nessuna featuring, e già questo la dice lunga. Però collaborare è bello, ed è ancora più bello farlo con chi ti stimola e tende a farti crescere interiormente. Vedremo cosa ci porterà il futuro. “Sky is the limit” (cit.)

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