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Marina Rei artista dalla bellezza semplice con una libertà senza pari. L’intervista

by Luca.Ferri
Marina Rei copertina
In balia dei venti e delle correnti senza direzioni, fragili tempi, fragili parole.

Sono fragili ideologie quelle che descrivono un paese desideroso semplicemente di politiche intelligenti. C’è il senso della malinconia e la speranza ma le parole, i  suoni, di Marina Rei non sono fragili, sono reali emozioni condivise.

Lei che già intorno ai 18 anni, è alla ricerca di una identità artistica autonoma dalle influenze familiari. La madre violinista, il padre batterista. Cresce e forma un  gruppo grazie al quale inizia a mettere a fuoco il suo percorso, artisticamente coerente e mai banale. Ha iniziato a suonare nei locali, si è arricchita di sensazioni durante i concerti live, prediligendo il contatto con un pubblico che ama sentire la sua batteria, perché sono vibrazioni positive.

“Ho bisogno di cambiare, di ricominciare da zero. Anche se qui va così così..Ti prendi quel che hai…”

Marina, è sotto gli occhi di tutti che sia una persona dalla bellezza semplice, oltre che un’eclettica poli-strumentista, dopo tanti anni di carriera ed esperienza,  la incontriamo per avere un pensiero dell’attuale panorama musicale e per capire se  c’è veramente Mo-monotonia.

In alcune interviste o articoli presenti in rete, sembri sempre più indipendente, come se volessi mostrare un certo distacco o forse una denuncia silenziosa che porti avanti con uno studio attento e determinato verso sonorità che siano più lo specchio del tuo gusto e della tua libertà creativa. Quale pezzo vorresti sentire in radio?

Non avevo mai pensato alla denuncia silenziosa, ma mi piace pensare sia così. Essere indipendenti vuol dire essere liberi, di scrivere se si ha l’urgenza di farlo, di non farlo se non ci si sente pronti. Vuol dire rinunciare a qualcosa che ti rende più visibile in un ampio raggio d’azione, ma allo stesso tempo essere visibili da chi ti sceglie e ti guarda a cuore aperto e ti ascolta per quello che sei davvero. Questo vuol dire essere indipendenti per me, con tutte le difficoltà del caso. Ma con una libertà senza pari. Mi ha fatto piacere ascoltare “E mi parli di te” in radio, e non è stato affatto scontato.

Nel 2012 esce il singolo “E mi parli di te”, frutto di una collaborazione artistica con Pierpaolo Capovilla. Inedito, che presenti al concerto del Primo Maggio, di qualche anno fa e poni in quella circostanza l’attenzione su una polemica del momento : il sovraffollamento delle carceri. Quale tema vorresti evidenziare in una simbolica manifestazione culturale? E trasformandoti in regista, cosa vorresti metteresti in evidenza sul palco?

Mi piacerebbe evidenziare il tema della violenza sulle donne. E’ giusto che ogni grido di battaglia parta innanzitutto da noi. Così come ho sostenuto la campagna di Emma Bonino contro l’infibulazione, o quella per Amnesty contro le spose bambine. Sto terminando una performance teatrale scritta con Anna Caragnano proprio su questo tema e spero davvero di poterlo attuare prima possibile.

Nel 2017, torni sul palco romano del Primo Maggio, annunciando il cantautore Paolo Benvegnù, a causa di un malore non sarà poi con te. Hai avuto in ogni caso possibilità di esibirti con i suoi musicisti. Come è andata? Quali emozioni vorresti condividere con noi di quella notte? Mi incuriosisce conoscere come è stata maturata la scelta della scaletta , in funzione di quale logica?

E’ stato un turbinio di emozioni. Le prove erano state un momento di incredibile bellezza. Una gioia che non so descriverle. Avrei accompagnato Paolo suonando sulla sua “Il mare è bellissimo”. Poi il “Mare verticale” che ormai sento essere anche un pò un pezzo mio. Ed infine “Un inverno da baciare” cantata insieme. Poi il malore di Paolo, la preoccupazione di tutti noi. In cuor mio non sapevo proprio cosa fare e non volevo salire su quel palco da sola. Lo avevo chiamato perché volevo esibirmi con lui. Era già successo ad Arezzo Wave e insieme avevamo ideato appunto l’intervento musicale. Poi la decisione con lui e i suoi musicisti di andare avanti in ogni caso e suonare in piazza. La sua telefonata quella mattina è stata la spinta coraggiosa per affrontare quel pubblico immenso. Ed io spero di aver onorato le sue canzoni.

“Tutto ciò che va approfondito, viene spesso messo da parte..”

La Pareidolia di Marina, ossia vedere o sentire qualcosa anche dove non c’è.

Pareidolia è anche il titolo scelto da Marina Rei per il suo decimo album, pubblicato con la sua etichetta discografica e prodotto da Giulio Ragno Favero, bassista de Il Teatro degli Orrori e mago dei suoni nel progetto One Dimensional Man.

Ami suonare e fare musica con molti artisti, con quale gruppo o artista emergente vorresti in futuro collaborare?

Vorrei collaborare con il cantautore calabrese Dario Brunori.

In un’ officina culturale devi organizzare un evento musicale, ti viene suggerito di coinvolgere anche altre forme d’arte, in una possibile contaminazione, inviteresti un poeta, un pittore o un fotografo?

Sicuramente inviterei tutti e tre!

Ti giri, dietro di te c’è studio, una carriera degna di rispetto, quale tra i tuoi pezzi del passato vorresti stravolgere completamente, quale arrangiamento (acustico, elettronico , ecc.. ) vorresti sperimentare?

Forse ‘Un inverno da baciare’ è la canzone che più si presta a qualsiasi tipo di stravolgimento musicale. Ultimamente mi è capitato di ricevere complimenti da un musicista di un gruppo metal, pare voglia provare a farne una versione. Sarei proprio curiosa di ascoltarla.

Hai cantato Luigi Tenco, hai emozionato con “Li vidi Tornare” , con “ Quando”, cosa ricordi di quello spettacolo trasmesso anche da Rai5 ?

In verità ricordo grande emozione nell’interpretare timidamente un autore così immenso.

“Ho dato tanto in amore, a volte ho la sensazione di aver perso dei pezzi, che ti hanno staccato, ho quest’immagine. Le donne che amano, che rischiano di sbagliare, e le persone sbagliate che ti staccano i pezzi.”

Sono alcune tue parole, come può sentirsi una donna realmente emancipata, dopo aver subito una violenza ?

Spero di riuscire a raccontarlo con Anna Caragnano nel nostro racconto.

…e guardo il mare

e vede un uomo piangere

ha una ferita da leccare

e aspetto il mare

e gli occhi si addormentano

e sulla faccia ho ancora il sale.

(Un inverno da baciare )

I prossimi appuntamenti live di Marina Rei :

24/05/2017  Potenza, al Teatro Due Tori

30/06/2017 Castel San Pietro ( Bo), I Suoni degli Angeli

21/07/2017 Cortona ( AR), Cortona Mix Festival

12/08/2017 Subiaco ( RM), Subiaco Rock Festival

Intervista di Matt Dragà

Foto di Giusy Chiumenti

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