Con più di quarant’anni di carriera, Loredana Bertè non ha più niente da dimostrare. Ma quando la platea dell’Ariston, dopo averla vista esibire, si alza in piedi per applaudirla per un minuto intero, vuol dire che la donna del rock all’italiana ha stupito ancora.
Ieri sera, Loredana Bertè, durante la seconda puntata del Festival di Sanremo, ha raccolto un tributo sincero da parte del pubblico presente al Teatro Ariston al termine dell’esibizione del brano Cosa ti aspetti da me, con il quale è in gara. “Grazie vi amo!”, è stata la sua risposta mentre si prendeva la meritata ovazione. E’ la prima standing ovation per un concorrente del Festival. Esplosiva, esageratamente dirompente e più rockeggiante che mai, Loredana si è presa ogni angolo del palco, capace di far passare in secondo piano anche qualche piccola imprecisione tecnica. Un brano scritto e musicato da Gaetano Curreri, interpretato in maniera sublime, riportando alla mente i tempi di quando l’Italia godeva della sua voce ruvida, struggente e grintosa.
Loredana Bertè è sicuramente l’artista più rivoluzionaria e progressista che l’Italia della musica abbia portato in scena. Sempre fedele a sé stessa e con quel suo timbro inconfondibile ha dato voce, senza remore e senza risparmiarsi, alle sue innumerevoli battaglie e a quel dolore che l’ha resa tanto forte quanto vulnerabile. Per l’interprete italiana si tratta dell’undicesima partecipazione alla kermesse canora. La prima è datata al 1986 quando, sulle note intrise di rock e pop del brano Re scritto da Mango, diede scandalo presentandosi sul palco con una tutina in latex e un pancione finto. Una scelta tanto discussa quanto amata dal pubblico che l’ha seguita in tutti questi anni. Una mises considerata oltraggiosa per una competizione classica, tradizionale e spesso ingessata. Se all’epoca questa trovata risultò immorale, col tempo anche artiste del calibro di Lady Gaga e Madonna optarono per quell’outfit stravagante. E pensare che oggi la donna in gravidanza posa nuda sui calendari, sulle varie copertine dei rotocalchi più o meno gettonati, ostentando con nonchalance e con quel pizzico di orgoglio la sua giusta emancipazione. Voi direte: è stata una precorritrice dei tempi! Ma quando mai Loredana non lo è stata? Voglio vedere quante donne all’età di 68 anni hanno quella sfrontatezza e quel coraggio insindacabile di salire sul palco dell’Ariston a cosce al vento, sprigionando sicurezza e stravaganza.
Loredana Bertè, una donna sempre fuori dagli schemi, unica ed inimitabile, senza inibizione e libera da qualsiasi censura, nel corso di una carriera coronata da numerose vittorie, ma anche da una sofferenza causate da scheletri nell’armadio irrisolti, ha dato sfogo alla sua rabbia, portando al successo canzoni che altro non sono che un testamento immortale della sua qualità artistica, facendola diventare una vera icona del rock di casa nostra. Gli ultimi 25 anni della sua vita sono stati profondamente segnati dalla perdita improvvisa dell’amata sorella, Mia Martini, scomparsa in circostanze mai del tutto chiarite nel maggio del 1995. Proprio stasera, nella terza puntata del Festival di Sanremo 2019, l’attrice Serena Rossi, che interpreta la sorella Mia Martini nella fiction Io sono Mia, che Ra Uno manderà in onda nella settimana successiva alla kermesse, porterà all’Ariston la canzone con cui Mia Martini vinse il Premio della Critica 30 anni fa. Premio che poi dal 1996 le è stato intitolato. E noi speriamo che quel Premio, dedicato alla sorella tanto amata, se lo porti a casa!
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