Home RubricheApprofondimenti e Curiosità La Canzone del Sole: mare, chitarra, falò, birra – la ricetta ideale per l’intramontabile estate italiana

La Canzone del Sole: mare, chitarra, falò, birra – la ricetta ideale per l’intramontabile estate italiana

by InsideMusic
La Canzone del Sole

Tra i riti intramontabili che l’estate si porta dietro da svariati decenni c’è quello del falò in spiaggia. Un gruppo di amici circondati dal suono delle onde e dal raggio freddo ma famigliare della luna, i teli che fanno da coperta per l’umidità serale, le birre e pochi ed essenziali accordi di chitarra che – al suon di La Canzone del Sole e altri classici Battistiani – uniscono in solo coro più generazioni

Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi le tue calzette rosse e l’innocenza sulle gote tue due arance ancor più rosse” sono  le prime parole che si sentono accennare quando, il più audace (o il più timido dipende dai punti di vista) della comitiva imbraccia la chitarra e riunisce la ciurma davanti al falò nelle calde sere d’estate. E non è un caso che questa canzone del novembre 1971, singolo più venduto dell’intero anno 1972, mai inserito in album successivi, sia nata proprio dal ricordo di una vacanza estiva del suo padre artistico, Giulio Rapetti in arte Mogol. Egli ha spiegato più volte come questo testo gli sia venuto in ispirazione pensando alle spiagge di Silvi Marina, in Abruzzo, dove andava a villeggiare quando era piccolo. E pensando a Titty, una bambina di cui era vicina di casa (a Milano) e con cui strinse un forte rapporto:

“Titty era una ragazza che aveva un anno più di me e tra le nostre porte non c’era mezzo metro, eravamo sempre insieme. Lei è anche la bambina de “Il salame” (altra canzone della coppia, ndr), era bionda molto carina, vivace, intelligente e quindi ho unito questo ricordo di lei e ho immaginato di rincontrata – anche se non l’ho rincontrata – e ho immaginato questa storia tenera e infantile che avesse un séguito e siccome lo aveva, aveva anche una forma di gelosia che si sente subito con quel “Cosa vuol dir sono una donna ormai? Ma quante braccia ti hanno stretto tu lo sai”. È tutto un insieme di ricordi di vita irradiati dal sole e dai colori. È una specie di dipinto”.


Oggi, ben quarant’otto anni dopo, questa canzone non perde il suo potenziale espressivo, assoggettandosi a simbolo di ben cinque generazioni (e chissà quante altre a venire) grazie ai soli tre accordi di chitarra che la compongono. Perché sì, è un brano che, per la sua semplicità di esecuzione (3 accordi ripetuti a rotazione), viene spesso fatto apprendere ai neofiti per imparare a suonare la chitarra. L’interpretazione è facilissima e non richiede particolari conoscenze teoriche né pratiche, bisogna solo capire e memorizzare come si fa il La maggiore, il Mi maggiore e il Re maggiore. Peraltro si tratta di 3 accordi che non prevedono il barrè e che si possono suonare premendo soltanto con l’indice, il medio e l’anulare della mano sinistra. Anche la ritmica non presenta difficoltà: si può improvvisare un accompagnamento più o meno articolato ottenendo comunque un buon risultato.

la canzone del sole

Luglio è già inoltrato, ferragosto si avvicina, le città si svuotano e la sessione estiva può attendere. Gli amici che abbiamo salutato lo scorso primo settembre ci aspettano, per ritrovarci insieme ancora una volta, sulla “stessa spiaggia, stesso mare”, come recitava Piero Focaccia, pronti a ritirarci intorno alla brace accesa. E tu chi pensi di essere quest’anno, l’addetto alle bibite, l’affumicatore di murshmellow o il chitarrista innamorato che fa gli occhi dolci alla sua “Titty” senza aver mai il coraggio di dichiararsi? Chiunque tu voglia essere nella tua comitiva, mi raccomando, la chitarra non deve mancare mai.
Buona estate!

di Fabiana Criscuolo

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