Prima rappresentazione dedicata a Roberto Fascilla, indimenticabile etoille scomparso quest’anno
Musica, danza e magia infiammano il palco del Teatro di San Carlo a Napoli. Nella suggestiva cornice della maestosa struttura situata nel cuore della città partenopea, dal 30 marzo al 3 aprile rivive uno dei balletti più conosciuti ed amati da estimatori del genere e non: il Lago dei Cigni. Composto da Piotr I. Tchiakovsky tra il 1875 ed il 1876, l’opera si divide in 3 atti e 4 scene e riprende la trama di un’antica fiaba tedesca, il velo rubato. Un intreccio passionale e a tratti tragico lega i due protagonisti, il principe Sigfried e la bella Odette; regina delle fanciulle cigno, Odette è vittima di un sortilegio ordito dal perfido e menzognero mago Rothbart, che tenterà in tutti i modi di ostacolare l’amore tra i due protagonisti, arrivando perfino ad ingannare il principe Sigfried e a proporgli in sposa sua figlia Odile (che per magia assume le sembianze di Odette).
Il principe però si accorgerà giusto in tempo dell’inganno e combatterà contro lo stregone, riuscendo a sconfiggerlo e a riabbracciare la sua amata (la trama della rappresentazione segue un finale alternativo, ideato da Vladimir Bourmeister nel 1953, a sostituzione di quello originale in cui i due protagonisti finiscono per essere inghiottiti dal lago).
Un’interpretazione sublime quella inscenata dalla compagnia di balletto del Teatro di San Carlo, coronata dalla leggiadria dei protagonisti Maia Makhateli (Odette) e Alessandro Staiano (principe Siegfried). I due ballerini, immersi in uno spettacolare gioco di luci e colori garantito dalle magnifiche scenografie allestite e dai carnevaleschi ma raffinati costumi di scena, hanno saputo affascinare e rapire il pubblico in sala con la grazia e l’eleganza delle loro movenze, ideate da Riccardo Nunez e riprese da Patrizia Manieri e celebrate con uno scrosciare di applausi.
Il balletto è stato magistralmente accompagnato dall’orchestra del Teatro, guidata con passione e precisione dal Maestro Aleksej Baklan, che ha incantato gli spettatori in sala con un’esecuzione armoniosa e fedele durante tutte le quasi tre ore di rappresentazione.
Uno spettacolo emozionante, coinvolgente, in cui si alternano ardore e delicatezza, gravità e leggerezza, luci ed ombre; un viaggio nella musica e nella danza, un racconto senza parole che culla e risveglia l’animo dello spettatore, che per tre ore si ritrova, quasi per magia, a volare libero… proprio come un cigno.
A cura di Luigi Izzo
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