Bradley Cooper lo abbiamo visto recentemente sul grande schermo nei panni di Jackson Maine, un musicista alle prese con la dipendenza da alcool, accanto alla bravissima Lady Gaga, il cui primo ruolo da protagonista sul grande schermo è stato salutato come una sorta di forza della natura capace di cambiare la prospettiva di una pellicola.
Nato a Filadelfia il 5 gennaio 1975, Bradley Charles Cooper, che ha origini italiane da parte di madre – i suoi nonni materni sono Angelo Campano, poliziotto napoletano, e Assunta De Francesco, abruzzese, originaria di Ripa Teatina da cui ha ereditato la passione per la cucina – ha sempre voluto essere un regista. Ha visto il film di “The Elephant Man” quando aveva all’incirca 12 anni, ma invece di concentrarsi sugli attori o sui loro personaggi, ha affinato la visione del regista David Lynch. E anche se Cooper ha avuto una carriera di recitazione di grande successo – protagonista di film come “Il lato positivo” e “American Sniper” – il suo interesse per la regia non è mai diminuito. Anzi, nel corso degli anni ha avuto la capacità e l’intelligenza di perfezionare il suo bagaglio conoscitivo del mestiere stando a contatto con i grandi registi che lo hanno scelto nei loro lavori.
Bradley Cooper sapeva che voleva fare un’opera cinematografica unica, incentrata sulle relazioni tra adulti. E poi è arrivato l’evergreen “A Star Is Born” – il film che è stato originariamente pubblicato nel 1937, poi rifatto nel 1954 e nel 1976. Una pellicola che racconta le vicende di una storia d’amore tra un protagonista alle prese tra alcool e musica, la cui carriera artistica è in decadenza, e la talentuosa interprete femminile, la cui carriera invece sta per prendere il volo grazie al sostegno di lui. Cooper è stato fin da subito attratto dai personaggi, ma voleva regalare emozioni nuove rispetto a quelle che regalava la semplice storia originaria. Ha diretto una nuova versione di “A Star Is Born”, creando un nuovo ritratto sui personaggi, più arrotondato e umano, narrando le fragilità che una vita sotto i riflettori può generare. Il tutto è anche grazie a dei dialoghi impeccabili ed essenziali, scritti da lui stesso.
Il remake è stata l’occasione per lanciare sia Bradley Cooper che Lady Gaga – nei panni di Ally – in campi diversi. Musica e cinema sono montati perfettamente, si incontrano in una maniera fluida, generando scintille. Lui, bravissimo attore, si scopre cantante eccelso, con un tono profondo, da baritono, si è calato perfettamente nei panni di un bluesman consumato. Lei, performer sensazionale, si rivela attrice incredibile e convincente, capace di emozionarsi ed emozionare anche (e soprattutto) svestita dai panni di reginetta del pop. Brillano di luce propria, l’uno lo specchio dell’altra, l’uno lontano dall’altra. Una pellicola che coinvolge dal primo minuto e segna il debutto di Bradley Cooper dietro la macchina da presa, sancendo la definitiva maturità dell’ex rom-com star. Con disinvoltura Cooper ha diretto la sua brillante co-protagonista con una mano sicura e generosa, non limitandosi ad interpretare una particella all’ombra di Gaga – ricordiamo che ha collezionato tre nomination all’Oscar, ognuna ben meritata.
E’ certamente vero che agli occhi dei comuni mortali – e anche miei, sia chiaro – Lady Gaga potrebbe essere, anzi molto probabilmente lo è, la rivelazione assoluta ed indiscussa della pellicola cinematografica, ma il lavoro di Bradley Cooper in “A Star is Born” sembra una complessa e riuscita sintesi a 360 gradi dei progressi fatti della sua carriera fino ad oggi: uno studio meditabondo nella mascolinità tradizionale, costretto dagli eventi a un autoesame critico, uno studio nell’intimità personale dei personaggi scritti e quello sulle tecniche fotografiche proprie di un’opera prima.
Bradley Cooper e Lady Gaga infine potrebbero scrivere una pagina di storia. Ci sono state solamente sette occasioni nella storia degli Oscar dove i premi per il miglior attore e la migliore attrice sono andati ad un duo dello stesso film. È un fenomeno dell’Accademismo piuttosto raro, nonostante il fatto che ci siano spesso candidati come miglior attore e attrice nella stessa immagine. Solamente due anni fa Emma Stone e Ryan Gosling sono stati entrambi nominati per “La La Land”, solo che la statuetta a casa l’ha portata solo lei. Mr. Cooper e Miss Germanotta dunque potrebbero essere l’ottava coppia di co-protagonisti a vincere un Oscar – Rami Malek permettendo, vista l’eccezionale performance in “Bohemian Rhapsody”, e Ryan Gosling per l’intensa interpretazione in “First Man”. Infatti, attualmente siedono in cima alle classifiche delle loro rispettive categorie per il loro straordinario lavoro.
Ma voi direte: è una storia d’amore già stata raccontata prima, per ben tre volte, perché mai dovrebbero vincere un premio Oscar? La risposta è semplice: le loro prestazioni naturali, riconoscibili e persuasive rendono questa la versione migliore fino ad oggi portata in scena sul grande schermo e non si faticherebbe a credere che entrambi possano trionfare. Quel che è certo è che Bradley Cooper e Lady Gaga si esibiranno insieme durante la novantunesima cerimonia degli Academy Awards per cantare Shallow, singolo estratto dalla colonna sonora di “A Star is Born”, papabile – senza rivali – del premio come miglior canzone originale.
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