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“THE PREDATOR” 2018 di Shane Black [Recensione]

by Riccardo Rossi
the predator, cinema, ultime uscite

È uscito nelle sale italiane l’11 ottobre 2018 The Predator, quarto titolo nella timeline ufficiale diretto da Shane Black , film in cui si sente davvero molto l’impronta degli anni 90 e qualcosa degli 80 nel goliardico giro di giostra dell’iconica figura degli Yautja.

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Pochi personaggi apparsi sullo schermo posso fregiarsi dell’appellativo di icona cinematografica più malamente sfruttata come gli Yautja, nell’immaginario collettivo ricordati con il più altisonante appellativo di “The Predator“. Apparsi per la prima volta nel 1987 nel primo film diretto da John McTiernan ed ormai divenuto un cult dell’immaginario horror/fantascientifico, portavano al pubblico di appassionati un nuova tipologia di alieno, un essere che aveva dalla sua una ferocia senza pari unita però all’astuzia del perfetto predatore, che grazie anche alle avveniristiche tecnologie di cui disponeva riusciva ad eludere e far strage degli sciagurati soldati mandati ad investigare, e solo il maggiore Dutch Schaefer, interpretato da un granitico Arnold Schwarzenegger, seppe infine tenergli testa. Il primo seguito si ebbe di lì a pochi anni nel 1990 con la regia di Stephen Hopkins, spostando l’ambientazione dalla giungla del primo capitolo alla Los Angeles del 1997. Il film ebbe il merito di esplorare meglio la gerarchia degli Yautja e seppe gettare le basi per uno dei più grandiosi cross-over con un altra creatura aliena, lo Xenomorfo, anche se per approdare al grande schermo bisognerà aspettare il 2004 con il discutibile primo atto di una dilogìa tutto sommato accettabile, ma di certo lontana dal rendersi memoria per posteri. Si arriva così, in un balzo non dissimile dall’osso di 2001 Odissea nello Spazio di Kubrickiana memoria, al terzo capitolo della saga, quel Predators di Nimròd Antal che nel 2010 ebbe il compito, in parte riuscito, di riportare in auge una creatura che negli anni aveva visto il maggior risalto datogli più che altro dall’universo espanso, fatto di fumetti e videogiochi, e che in questa pellicola introdusse diverse nuove variazioni e si aprì ad intriganti sviluppi futuri.

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E qui si arriva al presente, con l’uscita nelle sale italiane l’11 ottobre 2018 di The Predator, quarto titolo nella timeline ufficiale diretto da Shane Black, che aveva tra l’altro preso parte da attore al primo ed indimenticabile film. Inizialmente un po’ confuso nel suo essere un reboot/remake/sequel, la pellicola rimarca il suo porsi come successore ai primi due film in un veloce scambio di battute tra alcuni dei protagonisti, dove si accenna agli eventi del 1987 e del 1997. La storia vede un giovane cecchino ritrovarsi faccia a faccia con un Predator in Messico mentre è impegnato in una missione sotto copertura, e dopo un veloce scontro, sottrargli parte dell’attrezzatura per poi spedirla alla sua abitazione negli Stati Uniti come prova dell’accaduto. Senza voler svelare troppo della trama, da lì in poi la vicenda si sviluppa come un classico action movie americano, con i protagonisti tonti quanto basta da essere contemporaneamente duri e puri nell’animo ma stronzi e decerebrati dall’altro. Ok il voler portare come salvatori un gruppo di reietti dell’esercito, ma in alcuni punti la bassezza di certi scambi verbali protratti più del dovuto, dona un tono da Scary Movie che non è forse il massimo per un franchise di questo tipo. E’ infatti un peccato vedere come lo Yautja venga fin troppo relegato ai margini di un’azione davvero frenetica in diversi frangenti, ma anche spezzettata nei suoi ritmi infrequenti d’esecuzione, sovente ritrovandoci a passare da una battuta di stampo sessuale a profonde riflessioni a distanza di poche scene. di Shane Black Si sente davvero molto l’impronta degli anni 90 e qualcosa degli 80 nel goliardico giro di giostra, la storia non decolla mai e non ci sono colpi di scena nei 107 minuti del film, con diverse piccole citazioni al franchise che non bastano al film per poter essere neanche lontanamente definito memorabile, complice anche un finale tra i più tamarri mai concepiti. Ci si diverte (a volte) e non ci si annoia(a volte), ma lo spirito dark del cacciatore alieno è qui profondamente cambiato e ci voleva forse una scrittura migliore e più focalizzata in fase di sceneggiatura sul creare una vicenda che quantomeno fosse coesa nel suo svolgimento, allargando lo spettro dei risultati ad una pletora infinita di soluzioni narrative e scenografiche. Chissà se nel prossimo (se ci sarà) capitolo, si riuscirà finalmente a dare alla luce una pellicola che sappia sfruttare al meglio il carisma di questi adorabili predatori intergalattici, o se, al massimo, li vedremo più come abito da cosplayer nostalgici in qualche fiera sparsa nel mondo.

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