Il cantautore napoletano Giovanni Truppi sbarca alla 72^ edizione del Festival di Sanremo con la canzone dal titolo “Tuo padre, mia madre, Lucia”.
In conferenza stampa Giovanni Truppi ha presentato il brano in gara, che conferma la cifra stilistica del cantautore, riuscendo a fondere linguaggi musicali diversi e l’inventiva metrica e melodica, mettendole al centro di una nuova sfida musicale: la costruzione di una love song in grado di mescolare ruvidità e sentimento, Lucio Battisti e Vasco Rossi, canzone d’autore e spoken word, classicità e sperimentazione.
A dirigere l’orchestra sul palco dell’Ariston sarà Stefano Nanni.
IL BRANO:
“Tuo padre, mia madre, Lucia” è una dichiarazione d’amore, forse, la più compiuta che Giovanni Truppi abbia mai creato.
Scritto con la complicità dei suoi due più fidati collaboratori – Marco Buccelli e Giovanni Pallotti – insieme a due firme d’eccezione della canzone italiana – Gino De Crescenzo “Pacifico” e Niccolò Contessa (I Cani) – il brano è prodotto da Marco Buccelli e Taketo Gohara, coadiuvati da Stefano Nanni a cui è stata affidata la scrittura degli archi.
Primo brano del cantautore a vedere la luce dopo due anni complicati – per Truppi come per tutti – “Tuo padre, mia madre, Lucia” parla di scegliersi anche nei momenti difficili della vita e delle relazioni, e approfondisce il modo di vivere un rapporto in età adulta.
“Tuo padre, mia madre, Lucia” è una dichiarazione d’amore in inverno.
Credo che questa stagione mi venga in mente in relazione alla canzone perché è il momento dell’anno più in sintonia con le sue atmosfere e per il sentimento di cui si parla, che è di quelli che rimangono in piedi anche alla fine di una – metaforica – tempesta di neve, un momento in cui la vita è più aspra e resistono solo le cose forti.
Il punto di osservazione è quello dell’età adulta: sia io che Gino e Niccoló non siamo più dei ragazzi e credo che queste parole siano arrivate perché, pur avendo età diverse, tutti e tre abbiamo varcato una soglia.
Scegliere una persona vuol dire, nel momento in cui la scelta si fa, prenderla tutta e a prescindere da tutto, perché si sta immaginando il futuro insieme a lei.
Questo è l’amore di cui volevamo parlare, che poi è quello delle promesse che si scambiano gli sposi.
Infine la dimensione “adulta”, “pubblica” (perché essere adulti vuol dire anche esporsi al mondo esterno) arriva fino all’affollato titolo del brano, dove i personaggi sembrano tre ma in realtà sono ben cinque perché questo padre, questa madre e questa Lucia (che è il nome di mia figlia) sono solo spettatori di una storia e non esisterebbero nemmeno senza i suoi veri protagonisti: i due componenti di una coppia”.
– racconta Giovanni Truppi della canzone che porterà al Festival
La cover che Giovanni Truppi ha scelto per la serata dei duetti è “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André, eseguita insieme a Vinicio Capossela.
Il 4 febbraio uscirà il nuovo album/ raccolta dal titolo “Tutto l’universo”, con quindici canzoni tra le più rappresentative del suo repertorio.
L’INTERVISTA:
È la prima volta che lavori con altri autori. Come è nata questa collaborazione?
Per la prima volta, forse perché sono stato molto da solo in questi ultimi tempi, ho avuto la voglia e l’esigenza di lavorare e di confrontarmi con altri autori.
Da sempre collaboro con Marco Buccelli che ha prodotto tutti i miei dischi e firma con me la maggior parte dei miei brani, però, per la prima volta. volevo confrontarmi con degli autori puri; la scelta per fare questo esperimento è andata su Gino e Niccolò, che sono due artisti che ammiro molto.
Il pezzo che presenterai è in continuità rispetto a “Conoscersi in una situazione di difficoltà”?
Sicuramente è una canzone in continuità con “Conoscersi in una situazione di difficoltà”, che racconta quel momento di passaggio della relazione da una fase iniziale di innamoramento a quella di un rapporto vero e proprio, dove i rischi aumentano, in cui si deve abbandonare la propria solitudine e iniziare a sentirsi coppia. È una fase molto impegnativa.
In questo caso lo stadio del sentimento che abbiamo cercato di raccontare è quello in cui la coppia si è già formata e vive l’esperienza di costruire un amore, con i lati belli e quelli difficili, confrontandosi e scontrandosi con il mondo esterno.
I personaggi che sono chiamati in causa nel titolo della canzone sono un suocero, una suocera e Lucia; questa canzone descrive il sentimento d’amore verso la persona amata, la volontà e l’ineluttabilità di percepirsi insieme all’altra persona nel proprio futuro; infatti le parole cardine del ritornello sono: “quello che sarò, sarà con te”. I tre personaggi del titolo, che ritornano anche nel ritornello, sono degli spettatori che non partecipino alla narrazione.
Per quanto riguarda la cover, dobbiamo aspettarci un arrangiamento particolare o sarà fedele delle l’originale?
Ho cercato, con il maggior rispetto possibile, di offrire il mio punto di vista su questa canzone, di farla mia; non credo mi interesserebbe riproporre una versione esattamente uguale a quella originale ma, allo stesso tempo, ne ho molto rispetto perché ci sono cresciuto.
Perché hai scelto di avere Vinicio Capossela con te sul palco?
Vinicio è uno degli artisti che mi ha guidato sin dall’inizio di questo percorso, con la sua musica, il suo rigore e l’atteggiamento.
La scelta, per l’interpretazione di questa canzone, di Vinicio è stata naturale; un po’ mi spaventa portarla di fronte a un pubblico così ampio e il fatto che lui abbia accettato di essere al mio fianco mi fa sentire un po’ più tranquillo e più forte.
Quanto coraggio ci vuole a indagare nell’animo umano e cercare di riportarlo nelle canzoni?
Mi imbarazza parlare di coraggio, quello ci vuole in altre situazioni, però sento di non avere molte alternative quando lavoro.
È quello che mi viene naturale fare, anche se, a volte, mi costa un po’ di coraggio e di fatica.
Mi sembra che, nel tentativo di fare delle cose interessanti, anche semplicemente nel cercare di innescare dentro di me dei processi che mi portino a voler continuare nella scrittura della canzone della quale mi sto occupando, sia necessario andare in certe direzioni e scavare un pochino.
Ti aspettavi le dimostrazioni di stima e di affetto che in questi giorni ti stanno arrivando dai tuoi colleghi come Tosca, Diodato, Pino Marino…
Sono contento del loro supporto e già sapevo della stima che nutrono per me e ne sono onorato. Prima ancora di essere colleghi sono degli amici!

Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)