GIANLUCA GRIGNANI: 10 canzoni tra le più belle del Joker

di Serena Di Mambro

Gianluca Grignani, classe 1972. Il Rocker milanese, con i suoi quasi 30 anni di carriera, non ha bisogno di presentazioni.

Di recente lo troviamo in TV, sul palco dell’Ariston di questa fortunata 72° edizione del Festival da poco conclusa, in qualità di ospite di Irama. 

Durante la serata dei duetti i due eseguono, in maniera impeccabile, il brano d’esordio del Joker: La mia storia tra le dita (di cui parleremo nella Top10).

Il Grigna, nel bene o nel male, riesce sempre a far parlare di sé: tra genio e sregolatezza, il suo vivere sopra le righe è da sempre teatro di rumors, anche piuttosto inopportuni.

Poeta maledetto” e “John Lennon italiano” (come soprannominato da Vasco Rossi), sono però appellativi che Gianluca Grignani si è soprattutto guadagnato sul campo, o per meglio dire “sul palco”: con la sua musica, con i suoi testi e con la sua poetica.

E a questo ci vorremmo dedicare: alle sue canzoni, alcune delle quali sono veri e propri capolavori che siano mai stati scritti nella storia della musica italiana.

(Ri)ascoltiamo quindi insieme 10 tra i suoi brani più belli!

10) I BEI MOMENTI

Ultimo singolo del Joker. “I bei momenti” è un pezzo in cui il Grigna torna, in modo deciso, al rock duro e puro, sebbene la sua cifra artistica si manifesti maggiormente nelle ballate (come vedremo).

Testo intimista: seppur con un velo d’ironia, pone l’accento sulle frizioni tra sé e la vita.

9) SOGNI INFRANTI

Siamo nel 2015 e Grignani si piazza all’ottavo posto al Festival di Sanremo con questa – struggente – ballata. In “Sogni infranti”, dall’album A VOLTE ESAGERO, il cantante affronta il rapporto con la musica: passione più che professione, grazie a cui ha raggiunto un travolgente successo, per poi provarne sulla propria pelle anche il più oscuro rovescio della medaglia.
Il suo proposito, per se stesso, è quello di riconquistarla, di continuare a vivere per lei. Tutto il resto passa in secondo piano.

La canzone è carica di Pathos, con un crescendo che culmina in uno special rock, degno dei “bei tempi”.

8) LACRIME DALLA LUNA

2002. Il secondo singolo estratto dall’album UGUALI E DIVERSI, “Lacrime dalla luna” viene presentato dal Grigna al Festival di Sanremo, piazzandosi al dodicesimo posto.

In pieno stile Grignani, racconta come, investito dall’ispirazione, non possa fare altro che scrivere, trasformando un’emozione in musica.

Evoca fallimenti e ripartenze, ricordandoci, come suo solito, che dalle cadute ci si può – davvero – rialzare. 

7) L’AIUOLA

Altro – fortunato – singolo estratto dall’album UGUALI E DIVERSI, “L’aiuola” si discosta dal filo conduttore che in qualche modo lega i brani dell’album. 
È una canzone rock, orecchiabile, fruibile fin da subito (non a caso fu una vera e propria Hit tanto da aggiudicarsi il premio Dance Awards by Radio Deejay).

Pezzo carico di ironia: per una volta Grignani si è voluto soltanto divertire (come racconta lui stesso) e con lui tutti noi, che lo ricordiamo sorridente e scanzonato sul palco del Festivalbar, in quella calda estate del 2002.

6) CAMMINA NEL SOLE

Brano presentato dal Joker nel 2008 sul palco dell’Ariston e cantato, nella serata dei duetti, con i Nomadi. 

È un’amara constatazione in cui il cantautore si rivolge ad un amico (o a se stesso?) a cui chiede aiuto perché non riesce a darsi pace circa le umane sorti. 

Tutti noi siamo accomunati dallo stesso, ineluttabile, destino. È il caos che governa il mondo. Siamo tutti in cammino, alla ricerca di chissà quale obiettivo o finalità.

E finché avremo la forza ed anche solo una possibilità, non ci resta che camminare o correre verso il futuro – verso il sole – ed è proprio il percorso stesso, la nostra salvezza.

Il pezzo presenta una struttura musicale molto originale, con lunghe strofe, ripetitive ma incalzanti, ed un inciso finale dirompente che lascia il segno. 

5) LA FABBRICA DI PLASTICA 

Siamo nel 1996. Dall’album omonimo, il secondo di Grignani, che si discosta notevolmente dal primo per le sonorità graffianti e distorte – album tra i più sperimentali del panorama italiano negli anni ’90 – “La fabbrica di plastica” è una notevole apertura del Grigna al rock a lui contemporaneo, sulle orme del grunge d’oltreoceano. 

Malgrado il nobile tentativo, tiepido fu il riscontro di pubblico e di critica.

Il brano è un grido di dolore, un manifesto di protesta, contro l’omologazione dalla quale lui fugge con tutte le sue forze – un’accusa neanche troppo malcelata alle case discografiche – ed esorta, quindi, l’ascoltatore ad essere se stesso.

4) DESTINAZIONE PARADISO

Secondo singolo estratto dall’album omonimo che lo consacra al grande pubblico: portata a Sanremo nel ’95, “Destinazione paradiso” ha un successo che va al di là delle più rosee aspettative.

A soli 22 anni, conquista così l’Italia ed il Sud America, tanto che le vendite supereranno il milione di copie.

Probabilmente il “paradiso” è la “destinazione” finale, che però si raggiunge, ineluttabilmente, attraverso la morte, tanto che Gianluca in più di un’occasione, tra lo sbigottimento degli interlocutori, dichiara di aver pensato – seriamente – al suicidio.

Ed è questo che ci racconta in questa canzone, come ogni rocker maledetto che si rispetti.

Il ritornello è uno di quelli che rimane in testa per sempre. 

Successo INEVITABILE.

3) FALCO A META’

Siamo ancora nel 1995, dall’album Destinazione paradiso che, lo scorso 24 Febbraio ha compiuto – come il Joker stesso ci ha ricordato sui suoi social – 27 anni.

“Falco a metà” è un volo pindarico, un inno alla libertà. 

Brano fluente, d’impatto – quasi – immediato: è qui che Grignani si avvicina alla perfezione.

Da qui ha inizio il suo lungo viaggio che lo porterà fino ai giorni nostri.

Il falco rappresenta l’essere libero non solo fisicamente, ma anche col pensiero.

“E allora volo via/ siamo in viaggio io e la mente mia” e ancora: “Il falco va senza catene/ sfugge agli sguardi/ sa che conviene/ E indifferente sorvola già/ tutte le accuse”.

2) L’ALLUCINAZIONE

Dall’album La fabbrica di plastica, una delle cime artistiche del cantautore milanese, “L’allucinazione” è un brano in cui ritroviamo tutta la verve poetica di Grignani e le sonorità con cui meglio rappresenta se stesso. 

Una turbolenta storia d’amore, o meglio dire d’abbandono: in preda all’allucinazione nel vero senso della parola, vede l’amata materializzarsi di fronte a lui in modo ossessivo, a tratti angoscioso.

L’arrangiamento incalzante, rock nervoso, ricalca in modo impressionante il tema principale del pezzo. CAPOLAVORO.

1) LA MIA STORIA TRA LE DITA

 “La mia storia tra le dita” è il singolo di debutto di Gianluca Grignani, un cult della musica leggera italiana.

Sonorità soffuse che lasciano spazio in primo piano ad una storia ed una melodia leggere e al contempo penetranti.

Così malinconica e nostalgica, questa canzone ha la capacità di farsi ascoltare all’infinito, volendo, senza mai stancare.

Grignani trova la chiave per entrare in ognuno di noi, perché, in fondo, almeno una volta nella vita, sarà capitato a tutti di immedesimarsi in questa storia e lo fa con ogni cosa al punto giusto: parole e musica.

Un diamante in RE minore.

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