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Ex-Otago, la recensione del nuovo album “Corochinato”

by InsideMusic
ex otago

S’intitola “Corochinato” il sesto album di inediti degli Ex-Otago, rilasciato lo scorso 8 febbraio, prodotto da Garrincha Dischi ed INRI e distribuito in licenza da Polydor/Universal Music Italia. Il nuovo progetto discografico arriva a due anni e mezzo di distanza dall’uscita di “Marassi” e contiene “Solo una canzone”, il brano con cui la band genovese ha partecipato alla sessantanovesima edizione del Festival di Sanremo.

“Corochinato è un aperitivo tipico genovese dal 1886: una miscela azzardata tra vino bianco e infusione di varie erbe e spezie, tra cui la china che ne dà il caratteristico retrogusto. Viene servito a modico prezzo nei baretti del centro storico, ma è presente anche nelle migliori rivendite del centro di Genova e in periferia. Quello che è da sempre l’aperitivo del dopolavoro, delle persone comuni, parla del nostro fare musica semplice, per tutti, parla della gente come noi che viene dalla periferia e che in ogni cosa che fa ci mette dentro sempre un po’ di Genova, inevitabilmente”

Il titolo del disco, dunque, sottolinea nuovamente lo speciale rapporto tra gli Otaghi ed il capoluogo ligure, proprio così come era accaduto per Marassi, quartiere di periferia sotto i riflettori unicamente per le vicende legate allo stadio e al carcere. Rapporto raccontato anche nello speciale film-documentario “Ex-Otago – Siamo come Genova”, che ripercorre la storia della band come mai prima d’ora, attraverso immagini live, retroscena e testimonianze di vita quotidiana, dal successo di “Marassi” alla genesi di “Corochinato”.

L’album, prodotto artisticamente da Matteo Cantaluppi e registrato presso il Mono Studio di Milano, è stato presentato attraverso l’“Instore e Cinema Tour”, una serata intera in compagnia degli Otago, dal firmacopie del disco allo speciale live acustico al cinema accompagnato dalla proiezione in anteprima del docu-film.

L’apertura è affidata al sound anni ’90 di una musicassetta, “Forse è vero il contrario” rappresenta una sorta di ribellione nei confronti dei cosiddetti luoghi comuni e cattura l’attenzione dell’ascoltatore grazie ad un allegro synth che si ripete nel ritornello. Il filo conduttore delle dieci tracce è certamente la nostalgia, in questo senso “Bambini” rispecchia alla perfezione tale sentimento, è proprio in questo brano che riaffiorano tutti i più bei ricordi legati all’infanzia e all’adolescenza. Sonorità urbane, le stesse che hanno fatto la fortuna di “Marassi”, sono quelle che adesso caratterizzano la malinconica “Torniamo a casa”, il rimpianto di ciò che si sarebbe potuto fare, dei traguardi mai raggiunti e degli obiettivi sfumati lascia spazio nel finale alla consapevolezza delle scelte intraprese.

Cosa fai questa notte? Per il resto chi se ne fotte!” costituisce una dichiarazione d’amore semplice, ma genuina ed onesta, così come la chitarra acustica che accompagna questa ballad. Un synth potente e percussivo, invece, contraddistingue dalla prima all’ultima nota la provocatoria “Tutto bene”, che denuncia come si tenda a rispondere sempre in modo sfuggente ed evasivo alle domande di routine, invece di trovare il coraggio di parlare quando le cose non funzionano. “Tutti cantano l’amore quando nasce e quando prende bene…”, la ballata sanremese “Solo una canzone” non racconta, appunto, la passione iniziale oppure la rabbia che si porta dietro la fine di una storia, bensì un amore maturo e non più giovane, attraverso un arrangiamento orchestrale.

La seconda parte del disco presenta sonorità più elaborate, come ad esempio accade in “Le macchine che passano”, dove l’elettronica lascia il posto ad una sorta di blues che ci trasporta nella tipica atmosfera di provincia in piena notte, quando ci si guarda dentro e si fa i conti coi propri demoni. Con l’ottava traccia si cambia totalmente registro musicale, ritmi latini ed incalzanti per la paradossale “La notte chiama”: il sound potrebbe far pensare alla descrizione di una notte brava e invece ecco che il brano si rivela un sorta di inno alla pigrizia, del resto come ci insegnano i social, “stare in casa is the new uscire”. Il penultimo pezzo è il più profondo e riflessivo della tracklist, “Infinito” manifesta la necessità di spogliarsi della superficialità e di guardare all’interno della propria anima, nelle piccole cose di tutti i giorni come in quelle più importanti. A chiudere l’album non poteva che esserci un brano che ha per protagonista la loro Genova, “Tu non mi parli più” racconta un amore finito dieci anni prima con gli inevitabili rimpianti che sono derivati dalla rottura, il ricordo delle cose semplici vissute assieme, della complicità e dei luoghi del cuore.

“Corochinato” è l’ideale sequel di “Marassi”: gli Ex-Otago confermano la loro autenticità anche quando trattano tematiche di vita quotidiana, attraverso un sound che riesce a mescolare elementi vintage contaminandoli con quelli di altri generi, a dimostrazione delle loro elevate capacità di sperimentazione.

A fine marzo partirà il “Cosa fai questa notte? Tour 2019”, che vedrà Maurizio Carucci (voce, tastiere e cori), Francesco Bacci (chitarra elettrica, basso e cori), Simone Bertuccini (chitarra acustica e basso), Olmo Martellacci (tastiere e basso) e Rachid Bouchabla (batteria e percussioni). tornare sui palchi dei più importanti club e teatri d’Italia: Torino (Teatro, della Concordia, 30 marzo), Firenze (Obihall, 31 marzo), Padova (Gran Teatro Geox, 4 aprile), Milano (Fabrique, 5 aprile), Senigallia (Mamamia, 6 aprile), Bologna (Estragon, 9 aprile), Roma (Atlantico, 10 aprile) e Bari (Demodè, 12 aprile).

Di seguito la tracklist di “Corochinato”:

1. Forse è vero il contrario
2. Bambini
3. Torniamo a casa
4. Questa notte
5. Tutto bene
6. Solo una canzone
7. Le macchine che passano
8. La notte chiama
9. Infinito
10. Tu non mi parli più

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