Home Recensioni Semo Solo Scemi: il Coatto-Wave dei Bobby Joe Long’s Friendship Party – [Recensione]

Semo Solo Scemi: il Coatto-Wave dei Bobby Joe Long’s Friendship Party – [Recensione]

by InsideMusic
semo solo scemi

A sfidare le mode musicali del momento e a disturbare il nuovo conformismo della musica italiana ci pensano i Bobby Joe Long’s Friendship Party, meglio conosciuti come Oscura Combo Romana, con Semo Solo Scemi, il nuovo album per Contempo Records in uscita il 19 aprile.

I Bobby Joe Long’s Friendship Party, band romana di Roma Est, tornano con un nuovissimo progetto discografico. Semo Solo Scemi è un disco manifesto, un concept album a chiusura della trilogia (o, meglio, “trucilogia”) iniziata nell’aprile 2016 con il primo album autoprodotto Roma Est e proseguita nel 2017 con Bundytismo – ConcettiSostanzeMeanstream. A differenza dei due precedenti lavori, in questo album “le liriche diventano ancora più allucinate, il nonsense prende il sopravvento, l’identità si sgretola e Bowers/Bateman si ritrova in una sorta di dimensione parallela in cui lucidi lampi di verità illuminano il caos generale della vita contemporanea”.

In Semo Solo Scemi ritroviamo il Coatto-Wave proprio dei Bobby Joe Long’s Friendship Party, un genere musicale che hanno inventato loro, e solo loro – per il momento – possono farlo. Le loro musiche sono un misto di punk, post-punk, new wave, synth pop, metal e il romanesco nel quale sviluppano i deliranti testi, dall’animo situazionista e dal gusto neodada. Le chitarre evocative, in tutte le dieci tracce, giocano il ruolo principale. Ad anticipare l’album è stato il singolo #perlasovranitànazionale, un brano dalle atmosfere suggestive e dalle sonorità contrastanti. Non potevano scegliere pezzo migliore per presentarci il disco e per raccontarci la situazione politica italiana attuale: “Bettino Craxi statista / Per la sovranità nazionale / Imponente e pettoruto / Lui te dice se stai a sgrava’ / Anche Ronald Reagan / Ha fatto rimbarza’”. E’ proprio a lui, a Bettino Craxi, l’ex segretario del Partito Socialista Italiano – quello che lo ha distrutto il partito. Su, parliamoci chiaro: mentre gli altri Paesi europei possono oggi vantare un Partito Socialista autorevole e competitivo, Noi non lo abbiamo perché ci è stato tolto, è stato polverizzato miseramente da uno dei protagonisti di “Mani pulite”, proprio da colui che “riposa” ad Hammamet ed inspiegabilmente qualcuno ha la “brillante” idea di andare a trovarlo organizzando un pellegrinaggio – viene ascritta la colpa del dilagante populismo odierno.

Le altre nove tracce seguono lo stesso filone apparentemente nonsense. #1984 è il brano più interessante, sia a livello musicale che di testo: “Il passato è passato / E non torna più / Ma rimane Ristagna / E condiziona il presente”. Menzione a parte va fatta anche ad Allarme Pesci Palla (Non è una fake news), un brano capace di fotografare fedelmente il mondo mediatico di cui siamo vittime: “Serpeggia guastafeste / Pratica malvagità / A scopo ricreativo / È l’infido vessillo /Del mare più nocivo”. Insomma, da Dreaming Ambaradam ad Aka Lawrence D’Arabia passando per King Kong non è come Godzilla, Charles Starkweather e Magno bevo e tifo Roma le tracce scorrono attraverso abili provocazioni, sonorità hardcore, melodie da carillon, sinfonie di synth e trionfo di puro punk.

Dunque, Semo Solo Scemi è un album riconoscibile e fuori dal normale, è un disco sarcastico e pungente, totalmente lontano dal maenstream e dal politically correct. I Bobby Joe Long’s Friendship Party hanno ancora una volta sottratto il territorio romano all’egemonia culturale dell’indie capitolino e di fumettisti di successo. Hanno raccontato, o denunciato, una Roma diversa, una realtà suburbana che esiste e lo hanno fatto attraverso citazioni accompagnate da beat robusti e selvaggi.

  1. Dreaming Ambaradam
  2. Glu Glu Glu
  3. #perlasovranitànazinale
  4. #1984
  5. Mondo Scemo Impazzito
  6. Allarme Pesci Palla (Non è una fake news)
  7. King Kong non è come Godzilla
  8. Charles Starkweather
  9. Magno Bevo e Tifo Roma
  10. Aka Lawrence D’Arabia

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