Ieri sera, 7 marzo, si è svolto lo showcase per celebrare l’uscita de L’Innocenza dentro Me, esordio del cantautore Sale, altro valevole talento uscito dalle Officine Pasolini.
Quanto bisogno c’è di sincerità?
In un mondo in cui si è perso il significato della verità – un mondo di post – verità – essere onesti è divenuto un valore gigantesco. Nella crescita, poi, di un individuo, determinati step obbligatori (primo bacio, prima volta, prima delusione, prima litigata con la comitiva) vengono saltati, anticipati, mescolati, privi della decorazione romantica che da sempre hanno avuto. I romanzi di formazione dei ragazzi sono divenuti una sintesi stringata.
Ecco, lo scopo di L’Innocenza dentro Me, album d’esordio di Sale, al secolo Eugenio Saletti.
Dotato di timbro delicato e estensione tenorile, Sale si destreggia nel racconto di eventi fondamentali, quei pochi, singoli eventi, su cui si regge l’intera impalcatura della personalità di un individuo. Polistrumentista, sue sono chitarre, tastiera, piano e basso; inoltre l’album è impreziosito dalla collaborazione con due rinomati strumentisti quali Seby Burgio e la puntualissima e creativa batteria di Filippo Schininà, noto per aver prestato i propri pedali a Leo Pari e Giulia Anania. Insomma, varietà musicale, compositiva, ed un file rouge prezioso: andiamo a scoprire L’Innocenza Dentro Me.
L’album si apre con la title Track, delicata ballad easy listening contaminata da elementi rock, che rimanda, nello stile, ai primi lavori di Daniele Silvestri; nel brano si crea un vero e proprio gioco lessicale sul tema della carta, che sia post it su cui scrivere, che sia strumento di elevazione culturale. Si prosegue con Giocare, brano dalle ispirazioni folkeggianti nordamericane, sorretta, nel refrain, da delicatissime inteleiature musicali più tipiche del post rock: e, sorprendentemente, Giocare narra di un triste Dante del terzo millennio; un Dante che si rende conto di come non si sappia più giocare, né con le parole, nè con gli altri. Comunicazione: assente.
L’isolamento e il senso di dolce straniamento che Giocare ci ha lasciato, ci conduce a Isola che, sorprendentemente, si apre con dolci synth tanto tipici del cantautorato italiano di quest’epoca; e altrettanto dolce è l’illusione creata, Caraibi solitari, di sabbia lustra e palloni abbandonati, bottiglie di crema solare terminata e relazioni sepolte nei coralli, per una Imparare dal vento di Sale.
E ancora, sempre più palpabile si fa il filo rosso che collega idealmente tutti i brani di L’Innocenza dentro me: Siamo Sale, commovente ballata al pianoforte. Una donna se n’è andata, come il sale sparisce nell’acqua che bolle. Giro di boa sudamericano e gioioso per Fuga di Cervelli. Giri il mondo senza poi riuscire a trovare stabilità da nessuna parte, inseguendo sogni e progetti, suonando tamburelli e bevendo per dimenticare.
Quanti, come me, e come l’ideale, deluso, ma romantico, protagonista di L’Innocenza Dentro Me, hanno temuto di perdere le persone amate, una volta fuggiti dal luogo natio? L’aggressiva Ricordati di Me, come in Due di Due, di Andrea de Carlo, una lettera ad un amico che cerca di sparire, evoca quell’ansia, cogliendola in tre semplici strofe. Il crescendo strumentale finale rappresenta la vetta compositiva di questo esordio: un po’ come Andate tutti a fanculo di certi Zen Circus.
La desolazione, il nulla emotivo ed interiore: il grigio. Alcuni giorni inutili, abbandonati a se stessi: sono questi, quei minuti di sofferenza e nostalgia, che Sale canta in Certi Giorni. Eppure, sono proprio quei giorni che ci insegnano a crescere e a fortificarci, a “curare le nostre ali spezzate”.
Se c’è una possibile hit in L’Innocenza dentro Me, sicuramente, invece, sarà E Kafka che fa: variegata, divertente, con un gigantesco lavoro di basso, ed orecchiabile nel sorprendente cambio di ritmo e tonalità del refrain, di maracas e sonorità sudamericane. Dammi retta, Sale : falla uscire come singolo!
L’esordio di Sale si chiude con una coppia di brani intimamente legati: L’Essenza del Volo e Rimani. Quest’ultima, dolcissima e malinconica electroballad e chitarra acustica, è un duetto che si avvale della melodiosa voce di Cristina Cecilia. Commovente, per un romanticismo d’altri tempi, che lascia però uno spazio ad un tiepido ottimismo, negli accordi maggiori della chitarra.
“Nella notte scura, il fiore sboccerà.”
Dunque, L’Innocenza dentro Me è un esordio più che felice, per Sale. La dimostrazione che il cantautorato italiano di qualità esiste, ed esiste grazie anche alla formazione musicale classica: Sale, infatti, assieme agli autori dei testi, Lorenzo Lepore e Jacopo Troiani, è studente della rinomata Officina Pasolini.
C’è, dunque, bisogno di classicismo e accademismo per riscoprire la virtù della sincerità? A questo punto, con la lezione dataci da Sale, possiamo affermare di sì.
Ieri sera, 7 marzo, c’è stata dunque l’emozionante presentazione de L’Innocenza dentro me, presso Marmo, a San Lorenzo.
In una cornice intima e rilassata, il locale Marmo in zona San Lorenzo, nelle viscere della capitale italiana, Sale, al secolo Eugenio Saletti, ha presentato il suo esordio: L’Innocenza dentro me. L’innocenza dentro me è prodotto dalla storica etichetta indipendente Materiali Sonori ed è stato realizzato con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”.
Durante la serata si sono esibiti con Sale la cantautrice Cristina Cecilia, che ha fatto da opening e ha duettato con lui durante il live sulle note di Rimani, traccia di chiusura dell’album. E’ salito sul palco anche Lorenzo Lepore, coautore della canzone Siamo sale, per un toccante duetto. E’ inoltre già online il videoclip del singolo di lancio, la title track L’innocenza dentro me.
Dunque, L’Innocenza dentro Me è un esordio più che felice, per Sale. La dimostrazione che il cantautorato italiano di qualità esiste, ed esiste grazie anche alla formazione musicale classica: Eugenio, infatti, assieme agli autori dei testi, Lorenzo Lepore e Jacopo Troiani, è studente della rinomata Officina Pasolini.
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