“Per “rock” ormai intendiamo solo una attitudine, il concorso è aperto a tutti i generi ed in particolare alle proposte più innovative”
Lo sappiamo, l’assetto della musica rock è decisamente cambiato nell’ultimo decennio. Una inversione di tendenza, un ritorno al cantautorato che guarda (male) al passato, le chitarre urlanti e i bassi graffianti sono stati sostituiti con le chitarre acustiche, e il ruggito e la carica del “roccia style” tagliato fuori da ritornelli roboanti e citazioni a presa rapida.
Fortunatamente però c’è ancora qualche contesto che riesce a dare voce e spazio a chi l’anima rock riesce ancora a conservarla. Il “Rock Contest” – Festival di cui noi di Inside Music siamo media partner – giunge alla trentesima edizione e il fine ultimo che si porta dietro sin dagli esordi è sempre la ricerca dell’autenticità.
Scambiamo quattro chiacchiere con Giuseppe Barone, direttore artistico della manifestazione.
Il Rock Contest è giunto alla sua trentesima edizione – quest’anno – come è cambiato il suo assetto nel corso dei decenni?
Beh, all’inizio era una manifestazione legata alla diffusione territoriale di Controradio, quindi più o meno alla Toscana (ci partecipò Irene Grandi con i Goppions e i futuri Bandabardò), anche se si presentarono progetti che venivano da più lontano, come i Q-Beta (in cui militava Roy Paci) o gli Scisma di Paolo Benvegnù, poi pian piano è diventata una manifestazione nazionale riscuotendo un grande consenso ed una sempre crescente considerazione da parte degli addetti ai lavori, non a caso personaggi come Patti Smith, Dario Brunori, Alberto Ferrari (Verdena), Piero Pelù, Manuel Agnelli, Cristina Donà, Luciano Ligabue, Andrea Appino (Zen Circus), Dente, Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale), Rachele Bastreghi (Baustelle), o realtà come Sugar, Picicca, Woodworm, Audioglobe hanno partecipato a titolo gratuito ed in vari ruoli alla manifestazione. Oggi, soprattutto nella sua serata finale, è uno degli eventi più importanti per quanto riguarda la musica emergente in Italia. Va da sé che per “rock” ormai intendiamo solo una attitudine, il concorso è aperto a tutti i generi ed in particolare alle proposte più innovative.
Ho sempre pensato che sono le manifestazioni come questa il vero motore propulsore della musica. La vera alternativa ai talent che ormai sembrano arrancare. E’ davvero così?
Ad onor del vero devo dire che in questo settore troppe manifestazioni provano a fare del lucro sui musicisti emergenti, offrendo in cambio ben poco. Dove invece ad animare il tutto è la passione all’interno di logiche del tutto trasparenti e riconosciute sì, sono d’accordo con te, sono occasioni di confronto con la vita reale, con il pubblico, gli addetti ai lavori, i musicisti provenienti da altri posti e con altre storie. Il consiglio è però di viverli come opportunità di relazione, di confronto e di scambio, non come occasioni competitive. I talent invece seguono dinamiche completamente diverse, che guardano più alla creazione di personaggi televisivi che allo sviluppo ed alla crescita dei talenti musicali. Mi sembra che ciò sia sotto gli occhi di tutti.
Nomi importanti della scena musicale si offrono gratuitamente come giudici, e anche come consiglieri a volte, dei musicisti in gara. Questo crea un’occasione di confronto fra le diverse leve della musica. Ci sono stati esempi di contaminazione nate durante questa kermesse?
Si, davvero tante, ed è quello che ci rende più contenti. Rielaborazioni collettive, remix, tour insieme, collaborazioni in studio tra i gruppi sono una costante della manifestazione, ma come dicevi le collaborazioni nascono anche tra partecipanti e giurati: gli /handlogic ad esempio, vincitori della scorsa edizione (ed appena entrati nella scuderia Woodworm) hanno fatto uscire da poco un ep di remix dei loro brani ad opera di Alberto Ferrari dei Verdena, Andrea Appino di Zen Circus, Giulio Favero de Il Teatro degli Orrori conosciuti proprio alla serata finale del contest nella quale erano giurati. Gli Amarcord (ora “Loren”), tra i finalisti un paio di anni fa, sono entrati, grazie al Contest, nello studio personale di Luciano Ligabue (che ha passato ore di studio con loro), lì hanno registrato l’album che sta per uscire per Garrincha.
Quali saranno i giudici quest’anno?
Questo, assieme ad un altro po’ di sorprese “top secret”, ve lo faremo sapere fra qualche giorno, assieme all’evento speciale live che coronerà la finale.
Entriamo nel vivo del meccanismo del contest, le cui selezioni sono aperte fino al 12 ottobre: Ci spieghi come verranno strutturate le selezioni e le fasi finali del contest?
Dalla scadenza ci prendiamo un po’ di tempo per valutare le candidature. Ne sceglieremo 30 che si esibiranno (sei per sera) in 5 serate. Ne resteranno 12, che si esibiranno in 2 semifinali, infine sei progetti si esibiranno il 1 dicembre sul palco dell’Auditorium FLOG di Firenze prima del live un ospite d’onore (abbiamo avuto dagli Arab Strap a Motta, da Edda a John Spencer Blues Explosion) davanti ad una giuria e ad un pubblico davvero “speciali”. Ecco, la qualità del nostro pubblico è un’altra delle cose che ci rende estremamente contenti, abbiamo tirato su un pubblico attento, che davvero apprezza ed applaude i gruppi più bravi, non “gli amici” come a volte succede nei concorsi.
Quali saranno i premi messi in palio quest’anno?
Davvero tanti. Stiamo parlando di un valore di quasi 10.000 euro palio per attività che consentano una crescita artistica professionale dei selezionati: al vincitore delle fasi live vanno 2000 euro, al secondo classificato 5 giorni in uno dei più prestigiosi studi di registrazione italiani, il SAM Recording Studio (ci registrano Stefano Bollani, il Teatro degli Orrori, The Zen Circus etc); la SIAE mette a disposizione 3.000 euro agli autori del miglior brano musicale presentato in concorso; la Regione Toscana per il Premio Fondo Sociale Europeo offre 3.000 euro al brano che meglio intercetterà dinamiche e problematiche legate al mondo giovanile, infine il Premio Ernesto de Pascale offre all’artista che presenterà la miglior canzone in italiano la possibilità di registrare la canzone in questione presso il SAM. Ma la vittoria più importante è comunque il farsi notare da una platea di addetti ai lavori di prim’ordine e godere del risalto nazionale che la manifestazione ottiene ogni anno.
Se dovessi riassumere la figura del direttore artistico in una battuta?
Senza false modestie, curo la programmazione musicale di Controradio, una delle radio più attente alla novità ed alla qualità di tutto il panorama radiofonico nazionale, conosco per mestiere tutte le novità e le tendenze del panorama nazionale ed internazionale, è questo il filtro che rende la nostra manifestazione così “contemporanea”. Ecco, faccio il “filtro”.
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