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In Viva da Morire “c’è in atto una rivoluzione” chiamata Paola Turci – Recensione

by InsideMusic
paola turci viva da morire

Dopo averla vista sul palco dell’Ariston con L’ultimo ostacolo, Paola Turci è tornata venerdì 15 marzo con la sua nuova fatica discografica. Viva da Morire è un album elettropop cantautorale, un manifesto colorato, personale ed eterogeneo che viaggia su sonorità modernissime ed è la logica prosecuzione di un discorso aperto due anni fa.

Per ognuno di noi ci sono artisti e artisti. Quelli che ascolti per caso o di sfuggita, quelli che impari a scoprire poco alla volta e quelli che ti fanno sentire a casa. Ecco, per me Paola Turci è casa. E’ quel luogo materno intriso di significati simbolici ed emozionali, quello spazio quotidiano privilegiato in cui è impossibile non sentirsi a proprio agio. E’ quel posto che si rinnova negli anni, ma senza snaturarsi. In Viva da morire ritroviamo una Paola solida, viscerale e profondamente vitale. “La ragazza con la chitarra” ha lasciato il posto ad una cantautrice e interprete al passo con i tempi, affascinata dai suoni moderni, capace di mettersi in gioco e capire quanto la sua voce possa sposarsi con l’elettronica, provando ad evolversi senza tradire le sue radici e le sue passioni. Nel disco c’è il valore aggiunto di un’artista che si continua a raccontare, riprendendo la sua storia personale, e lo fa senza scadere nel banale o nel calligrafismo.

Le 10 tracce, prodotte sapientemente da Luca Chiaravalli, uno che il suo lavoro lo sa fare e lo sa fare bene, vedono le firme di artisti affermati come Filippo Neviani (Nek) e Shade (che duetta con Paola in Le olimpiadi tutti i giorni), e autori del calibro di Federica Abbate, Giulia Ananìa, Davide Simonetta, Andrea Bonomo, Gianluigi Fazio e Fabio Ilacqua. L’elettronica è l’ingrediente principale, quello che caratterizza quasi tutte le dieci canzoni, dando al disco quell’impulso moderno e quel tocco commerciale non esagerato e ben calibrato. Viva da morire è un lavoro intelligente e assennato, ha tutte le carte in regola per essere ascoltato da chiunque: da quel pubblico che conosce la musica della Turci dagli esordi a quella nuova branca di persone che Paola ha conquistato negli ultimi due anni.

All’ingresso di Viva da morire non poteva che esserci la delicata e misurata canzone sanremese L’ultimo ostacolo. Un brano intenso, interpretato magistralmente da Paola e dedicato al padre. Il graffio della voce della Turci e quei continui cambi di tonalità lo rendono vigoroso e incisivo. La seconda traccia apre le porte ad una collaborazione sui generis con il rapper Shade. Le Olimpiadi tutti i giorni è una vera hit estiva coinvolgente e altamente ballabile. Scalerà le classifiche. Sulla stessa scia vitale e incalzante è anche la titletrack, nonché il nuovo singolo della cantautrice capitolina. Ecco, il testo ossimorico di Viva da morire, con i beat del rapper Pula+ e inizialmente destinato a J-Ax, rappresenta una fotografia fedele dello status di Paola, una donna matura dallo stato d’animo di una ragazzina che ha “troppi sogni per andare a dormire”. Una Paola rinnovata e consapevole la ritroviamo anche in Non ho mai. Un brano deciso e liberatorio: “adoro dire no ed ho solo un rimpianto, non ne ho detti altri cento nemmeno a te”.

Se in Prima di saltare e in Molto di più l’elettropop tende a coprire un po’ troppo la voce di Paola, il primo sussulto arriva con L’arte di ricominciare che è, a mio avviso, una delle canzoni più belle del disco. Quella di Paola è una confessione vigorosa e diretta: “imparerò dalla storia e da ogni storia imparerò / e se l’amore è un atto di coraggio, tra le tue braccia ricomincia il mondo”. Un altro capolavoro è La vita copiata in bella – che solo il titolo promette bene. Qui ritrovo una Paola rifiorita e pronta a prendersi il futuro perché “da sempre la strada ha la sua direzione, che c’è in atto una rivoluzione, anche quando non si sente”. Io l’amore no ci racconta una Paola adolescente per le vie di Roma, una ragazzina che aveva “nella sua testa fulmini” e “nelle sue cuffie Patti Smith”. A chiudere il cerchio di Viva da morire è un vero ed autentico gioiellino. Piccola è una ballad profonda, emozionante e sublime, resa impeccabile dalla voce di Paola, un timbro che diventa sempre più bello e che ogni anno acquisisce diverse e nuove sfumature. Impossibile non pensare che il brano sia la naturale continuazione de L’ultimo ostacolo: “E tu dovevi aspettare, per questo torno sempre qui. Qui seduta sulle scale, ove giocavo da bambina per vederti ritornare”.

Viva da Morire è una cronaca degli ostacoli della vita, raccontati attraverso metafore ed esperienze di vita. E’ un concentrato di emozioni e sensazioni viscerali. C’è una Paola Turci giovanile e in continua evoluzione, che abbraccia suoni moderni senza rinnegare quelli passati, che si rivolge ad un pubblico probabilmente anche diverso da quello che da anni la segue ma che comunque rimarrà soddisfatto di questo nuovo disco che mantiene intatta la sostanza e la caratura musicale di un’artista completa.

Paola Turci, Viva da Morire – tracklist

  1. L’ultimo ostacolo – (03:26)
  2. Le Olimpiadi tutti i giorni (feat. Shade) – (03:09)
  3. Viva da morire – (03:09)
  4. Prima di saltare – (03:35)
  5. L’arte di ricominciare – (03:15)
  6. Non ho mai – (02:53)
  7. Molto di più – (03:35)
  8. La vita copiata in bella – (03:31)
  9. Io l’amore no – (03:25)
  10. Piccola – (03:37)

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