Il 3 aprile del 1980 nasceva Pac – Man, il videogioco che ha scritto la storia, è diventato un’icona, rappresentante dell’intero settore dell’industria dei videogiochi; è la piattaforma che ha ricevuto più tentativi di imitazione della storia
Gli anni 80 sono stati un’era particolare nel campo dei videogiochi; da una parte abbiamo il mercato home console, in sottile crescita, e dell’altra abbiamo il mercato arcade, decisamente più sviluppato e più gettonato.
Il Giappone aveva dalla sua delle case produttrici come Taito e Sega che avevano già dimostrato la superiorità nipponica in ambito Arcade.
Namco dalla sua, che nel 1980 aveva già posto le basi per i primi giochi arcade RGB con Galaxian, stava cercando di competere con compagnie statunitensi come Atari. Fondò quindi un team di ingegneri software per sviluppare nuovi giochi.
Pac-Man e la sua curiosa invenzione
L’allora 24enne Toru Iwatani iniziò a sviluppare la prima versione di Pac-Man con il team di ingegneri appena assoldato. Il concept principale era basato sul mangiare, da qui il titolo originale giapponese “Pakkuman”, ispirato dalla parola onomatopeica “Paku paku taberu“, dove paku paku descrive il suono della bocca che si apre e si chiude. Il personaggio è basato sul carattere kanji della parola bocca, modificato, e su una pizza a cui mancava una fetta. Il game designer cercò di creare un gioco che fosse una risposta ai giochi “violenti” come Space Invader e Galaxian, sviluppato da Namco stessa. Iwatani cercò anche di avere un pubblico femminile che giocasse a Pac-Man, poiché noto che poche ragazze giocavano ai videogiochi al tempo, da qui l’inclusione del labirinto e dei fantasmi. Il designer trasse anche ispirazione da “Braccio di ferro”, poiché il fatto di mangiare per guadagnare potenza fu preso proprio dalla serie a fumetti di Elzie Segar.
Da tutto questo nacque “PUCKMAN” con il nome che contiene un riferimento alla forma del personaggio, simile al disco di gomma usato nell’hockey, il puck. Il nome del gioco, che venne importato da Midway per l’occidente, fu poi cambiato in “Pac-Man”. Il cambio fu attuato per evitare che le persone potessero cambiare la P presente in “PUCKMAN” con una F per trasformarlo in un goliardico e decisamente di pessimo gusto “FUCKMAN”.
Pac-Man ebbe un impatto enorme sull’industria videoludica, soprattutto in occidente, dove il videogioco stava iniziando ad espandarsi come nuova forma di intrattenimento.
Socialmente parlando, gettò le basi per le prime mascotte dei videogiochi, rendendo Pac-Man una celebrità a tutto tondo. Riuscì ad avvicinare anche il genere femminile ai videogiochi.
Industrialmente parlando, fu il primo videogioco del genere “Labirinto”, con i power-up e fu anche uno dei primi videogiochi a contenere una Intelligenza artificiale dei nemici in grado di reagire alle azioni del giocatore. Inoltre fu il primo gioco ad inserire degli intermezzi tra un livello e l’altro.
Il successo fu enorme: più di 293.000 unità furono prodotte tra il 1981 e il 1987 con una stima di 10 miliardi di partite totali. Pac-Man si trasformò in un vero e proprio fenomeno socio-culturale in grado di toccare molti più media oltre al videogioco stesso.
Artisti crearono canzoni in suo onore, e anche show televisivi, così come serie animate, vennero create per espandere il fenomeno. Google stessa, in onore del trentennale del gioco, creò e mise un piccolo clone di “Pac-Man” come Doodle.
Ed è grazie a Toru Iwatani e al suo team di sviluppo se oggi abbiamo i videogiochi così come li conosciamo.
Tanti auguri Pac-Man!
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