Home Recensioni Nek smorza l’elettronica in “Il mio gioco preferito – parte prima” [Recensione]

Nek smorza l’elettronica in “Il mio gioco preferito – parte prima” [Recensione]

by InsideMusic
NEK

E’ uscito il 10 maggio scorso “Il mio gioco preferito – parte prima” di Nek, un album che segna un ritorno alle origini dell’artista emiliano. Un lavoro discografico che sembra figlio del “primo Nek”

Filippo Neviani, conosciuto meglio come Nek, ha fatto conoscere il 14° album della sua carriera artistica,“Il mio gioco preferito – parte prima”, prodotto da Luca Chiaravalli e Gianluigi Fazio. Nelle prime 7 tracce di un progetto discografico suddiviso in due parti – la seconda parte proseguirà dopo l’estate – si percepisce quella voglia di ritornare alle “vecchie” sonorità più strumentali, dopo l’esperienza di “Unici”, in cui il pop elettronico era divagante, e quella con i suoi compagni di un breve e fortunato viaggio, Francesco Renga e Max Pezzali.

“Il mio gioco preferito – parte prima” è stato anticipato da Nek proprio all’ultimo Festival di Sanremo, dove con Mi farò trovare pronto non è riuscito a conquistare il pubblico come fece con Fatti avanti amore, in cui si piazzò al secondo posto alle spalle de Il Volo. Nell’album, il brano sanremese viene riproposto anche in versione di duetto con Neri Marcorè, Mi farò trovare pronto (di fronte a te). Decisamente molto meglio quest’ultima versione, in cui la dimensione musicale più acustica e quel pizzico di teatralità sembrano regalare al testo quell’incisività di cui aveva bisogno.

L’apertura dell’album è affidata a La storia del mondo, secondo singolo estratto dal disco e, a mio avviso, la canzone più bella dell’intero (mini) progetto. Quando ho ascoltato il brano per la prima volta, mi sono chiesta fin sa subito il perché Nek non avesse presentato questo al Festival di Sanremo. Non avrebbe vinto di certo, ma l’impatto musicale del ritmo della batteria che ha sul pezzo avrebbero sicuramente garantito ad un artista come Filippo più giustizia e una posizione più gratificante.

In Alza la radio Nek suona la carica e in cui ritroviamo le tastiere elettroniche. Subito dopo c’è spazio per una dolce ballata, Cosa ci ha fatto l’amore, sicuramente uno dei brani più interessanti dell’album, dove Filippo parla di stracci di vita vissuta: “perché la vita è un po’ una stronza ma ci ha resi forti ci saranno ancora giorni certi”. Un groove efficace per l’estate lo abbiamo nella titletrack, Il mio gioco preferito, dove emerge tutta l’attitudine pop-rock di Neviani. Musica sotto le bombe è probabilmente la meno incisiva del disco. Dal titolo mi aspettavo un testo socio-politico, e invece la base pop dance regala un tocco di allegria inaspettato.

In definitiva, in un periodo storico in cui si dà poca attenzione ai dettagli e si tende ad arrivare subito al sodo, con mia sorpresa Nek ha deciso di dare al suo pubblico un album a metà. Da amante di lavori discografici completi e compiuti, in cui l’artista si racconta in todo e si lascia scoprire attraverso un minimo di dieci tracce, questa di Filippo è sicuramente una scelta discutibile. Alla fine dell’ascolto dell’album è come se mi avesse lasciato un qualcosa di irrisolto, nonostante che non posso non ammettere che i brani funzionano e che la voglia di fare musica si percepisce ad ogni nota. Non mi spetta che attendere la seconda parte del disco e trovare quel brivido che mia aspettavo e ancora non è arrivato.

NEK il mio gioco preferito

Nek, “Il mio gioco preferito – parte prima” – Tracklist

  1. La storia del mondo
  2. Mi farò trovare pronto
  3. Alza la radio
  4. Cosa ci ha fatto l’amore
  5. Il mio gioco preferito
  6. Musica sotto le bombe
  7. Mi farò trovare pronto (di fronte a te) feat. Neri Marcorè

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