Apro gli occhi e mi ritrovo su un’isola.
Circondato dal verde.
Apparentemente deserta.
Poi, dal nulla un uomo, pelato, mi si avvicina.
Ho un po’ paura.
Mi guarda torvo e mi fa: “In che anno siamo?”
Sorpreso dalla banalissima domanda, gli mostro il mio super sbrilluccicoso Swatch nuovo di zecca e gli dico tronfio: “MILLENOVECENTONOVANTOTTO”.
Non è contento.
Ha altre domande.
“Chi ha vinto i mondiali di calcio?”
Stizzito, ripensando al rigore di Di Biagio gli dico: “La Francia, in casa”.
“E il presidente degli USA?”
“Clinton!”.
“Ancora?”.
“Eh!”. Penso “questo è scemo”.
“Chi l’ha vinto il premio Oscar miglior attore protagonista?”
“Jack Nicholson in Qualcosa è cambiato. Pareva favorito Di Caprio per Titanic, ma niente. Secondo me non lo vincerà mai.
“Il rigore su Ronaldo?”
“NON DATO!”
Ribatte: “Che musica c’è in radio?”
“In radio non lo so, quella l’ascoltano i bacucchi – gli dico – ma ad Mtv gira un gruppo fantastico. Si chiama Los Umbrellos con “No tengo dinero”, un pezzaccio.
Mi guarda interdetto. “Poi?” mi fa.
Lo affronto con una sicumera che, ripensandoci, aveva sorpreso anche me stesso, che Andrea Bossari, Kris e Kris, Marco Maccarini ed Enrico Silvestrin tutti insieme scansateve proprio, gli cito a raffica tutti i singoli più venduti al mondo che manco Top of the Pops:
“I don’t want to miss a thing degli Aerosmith,
Iris dei Goo Goo Dolls,
La Copa de la vida di Ricky Martin (go go go, alè alè alè),
My heart will go on di Celine Dion,
Life di Des’ree,
High degli Lighthouse Family,
Frozen di Madonna,
Torn di Natalie Imbruglia,
Truly madly deeply dei Savage Garden,
Viva forever di Spice Girls,
Solo una volta (o tutta la vita) di Alex Britti,
Sweetest thing degli U2,
Doctor Jones degli Aqua (questi calcheranno le classifiche per decenni, sentenzio),
Crush di Jennifer Paige,
Blu di Zucchero, che mi puzza di plagio,
Thank U – Alanis Morissette,
Gimme love di Alex..”.
“No no no, ALUEEEEEXIAAAAA NUOOOOOO! Basta, non parlare più. Ti prego, ho sonno. Basta Pieeee…”
All’improvviso un terremoto.
Una luce bianca.
Tutto trema.
Sto per morire.
Si spegne tutto.
Ok, sono morto.
È stato bello.
Ciao.
Poi una voce mi fa “OH!”.
Apro gli occhi stordito e dolente in faccia.
Ci metto qualche istante a capire chi sono, dove sono, ma soprattutto quando sono che manco “WANN IST MIKKEL NIELSEN?”.
Ok.
Sono Pietro.
Sono a letto.
È il 2018, ed effettivamente mi sento più vecchio e morente dell’energico fanciullo del sogno.
Stavo dormendo.
Francesca mi ha percosso per destarmi dal sonno e farmi smettere di blaterare.
Cerco di ricordare il sogno.
Faccio mente locale.
Isola.
Verde intorno.
Un pelato.
Ok. Chi è sto pelato?
Rimugino.
Poi la risposta è ovvia.
Ed è il chiaro frutto di una cena pesante seguita dalla solita ingordigia da Netflix che m’inchioda ogni sera davanti allo schermo del pc.
Ed io sono diventato un superstite del volo Oceanic 815 partito da Sidney il 22 Settembre 2004, alle 14:55, dal gate 23, diretto a Los Angeles, California, USA.
Sono un Lost.
Il pelato è John Locke.
Ed il mio cervello è andato in pappa.
Mi desto.
Ormai non riesco a dormire, frastornato dalla mia incredibile demenza.
Però ho un pensiero fisso: ALEXIA!
Allora googlo: “Hit 1998”.
Una sfilza di singoli, che sembravano essere andati nel dimenticatoio, ma, nascosti nel più remoto angolo del cervello, tornano impetuosi. E mi ritrovo su youtube a cantare nel mio finto poliglottismo i successi di quell’anno, raggruppati in qualche playlist creata da qualche nostalgico sfigato come me.
E allora vai con la musica del 1998…
“Acida” dei Prozac+, o “Drinkin’ in L.A.” dei Bran Van 3000, “Brimful of Asha” dei Cornershop.
E non ce la faccio.
Troppi ricordi.
I BACKSTREEEEEET BOOOOOOOOYYYYYS.
Basta Pietro.
Basta farsi del male.
Ritorniamo al presente.
Basta vivere di ricordi.
Ascoltiamo qualcosa di fresco.
E allora vai di playlist “successi italiani 2018”.
Inizio ad ascoltare.
…
Sono sufficienti pochi secondi.
Mi bastano “Amore e capoeira” e Young Signorino.
Ok.
STOP!
E subito la mente va alle Spice!
Ma quanto era bello il 1998?

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